La biotech Philogen, specializzata nello sviluppo di biofarmaci per i disturbi legati all’angiogenesi, come il cancro e l’artrite reumatoide, sta preparando la quotazione in Borsa. Lo scrive Il Sole 24 Ore, secondo cui la società ha nominato Mediobanca e Goldman Sachs come banche del pool dello sbarco a Piazza Affari.
E’ la terza volta che Philogen pensa alla quotazione in Borsa: ne aveva studiata una nel 2008 e poi nel 2011 (si veda qui il prospetto informativo del 2011), ma in entrambi i casi si era poi ritirata.
Nel maggio 2019 la società aveva annunciato un aumento di capitale da 62 milioni di euro sottoscritto da nuovi e precedenti investitori (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione era entrato nel capitale, con una quota del 18%, anche The Equity Club, il club deal promosso da Mediobanca e guidato da Roberto Ferraresi, ex partner di PAI Partners. Philogen è stata fondata nel 1996 dalla famiglia Neri, che oggi la controlla al 46% tramite la holding Nerbio. Il 36% del capitale è nelle mani di Sergio Dompé, numero uno dell’omonima multinazionale biofarmaceutica italiana fondata nel 1940 a Milano e che è anche investitore di The Equity Club.
I fratelli Neri sono nipoti dell’industriale farmaceutico Achille Sclavo. Quest’ultimo è il fondatore dell’azienda farmaceutica senese Sclavo, poi diventata Sclavo-Biocine e passata sotto il controllo di Guelfo Marcucci, l’imprenditore fiorentino fondatore negli anni ’80 di Video Music. Sclavo-Biocine è stata poi ceduta negli anni ’90 a Novartis. Dario Neri, in particolare, è direttore scientifico dell’azienda, professore di biomacromolecole al dipartimento di chimica applicata dell’Eth, il Politecnico Federale di Zurigo.
Philogen ha chiuso il 2018 con ricavi per 22,5 milioni di euro, un ebitda di 10 milioni e una posizione finanziaria netta di 10,1 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, una volta registrati gratuitamente).