La Commissione europea vuole bloccare la fusione tra Tim e Open Fiber volta a creare una rete unica a banda larga. Lo riferisce l’agenzia di stampa americana Bloomberg, secondo cui l’Antitrust europea, guidata da Margrethe Vestager, teme la possibile creazione di un monopolio come conseguenza della combinazione tra le due aziende. Una portavoce della Commissione europea non ha voluto commentare le indiscrezioni e ha precisato che l’operazione non è stata ancora notificata alla Dg Comp (il direttorato per la concorrenza) e che spetta alle società valutare se raggiunge soglie rilevanti. Fonti del Ministero dell’Economia hanno smentito le indiscrezioni: “Non è previsto alcun veto sul piano relativo alla rete unica. C’è invece un condiviso obiettivo comune di dotare l’Italia con moderne infrastrutture digitali”.
Ricordiamo che l’operazione FiberCop, la società che vede come soci Fastweb e il fondo americano KKR, è già stata notificata alle Autorità italiane (Agcom e golden power) e secondo quanto riporta l’agenzia di stampa italiana Radiocor, la notifica a Bruxelles dovrebbe avvenire invece tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre. Per quanto riguarda AccessCo, la newco della rete unica prevista nel più ampio piano concordato con il governo, la notifica avverrà solo una volta raggiunto l’accordo su Open Fiber.
A proposito di quest’ultima, Macquarie Infrastructure & Real Assets il 16 settembre scorso come previsto ha recapitato a Enel la sua offerta per la sua quota del 50% della società (si veda qui il comunicato stampa). L’offerta prevede un prezzo di circa 2,65 miliardi, al netto dell’indebitamento, per l’acquisto della partecipazione, con meccanismi di aggiustamento ed earn-out. La proposta di Macquarie era attesa per questo mese (si veda altro articolo di BeBeez), come anticipato già a fine agosto (si veda altro articolo di BeBeez). Enel aveva confermato lo scorso giugno le indiscrezioni di stampa circa un’offerta da parte del fondo Macquarie Infrastructure Real Asset per la quota posseduta dal gruppo energetico nell’operatore tlc a banda larga (si veda altro articolo di BeBeez). Si trattava di un’offerta non vincolante e riguardava tutta o parte della quota del 50% del capitale di Open Fiber posseduta da Enel.
OpenFiber è oggi controllata pariteticamente da Enel e Cdp Equity. A fine agosto 2020 il Cda di Tim ha approvato l’accordo con KKR Infrastructure e Fastweb relativo alla costituzione di FiberCop, la newco in cui verranno conferite la rete secondaria di TIM (dall’armadio di strada alle abitazioni dei clienti) e la rete in fibra sviluppata da FlashFiber, la joint-venture partecipata da TIM (80%) e Fastweb (20%) (si veda altro articolo di BeBeez). L’accordo potrà coinvolgere anche altri operatori, per esempio si parla di un interesse di Mediaset e di RayWay (si veda qui Il Messaggero), mentre è già è previsto un possibile coinvolgimento di Tiscali, così come risulta dal memorandum of understanding firmato da TIM con Tiscali lo scorso agosto (si veda altro articolo di BeBeez), e consentirà a Tim, Fastweb e agli altri operatori di co-investire completando i piani di copertura in fibra nelle aree nere e grigie del Paese e accelerando l’adozione dei servizi Ultra-Broadband (UBB).
L’accordo costituisce il primo passo per la realizzazione del più ampio progetto di costituzione di una società della rete unica nazionale, necessaria per lo sviluppo digitale dell’Italia, che coinvolgerà anche Open Fiber. I Consigli di amministrazione di TIM e di Cassa Depositi e Prestiti hanno infatti approvato sempre a fine agosto una lettera d’intenti tra TIM e CDP Equity finalizzata a integrare FiberCop con OpenFiber, per dar vita ad AccessCo, società aperta anche ad altri investitori e destinata a gestire la rete unica nazionale. AccessCo sarà costituita mediante la fusione di FiberCop, società comprensiva della rete di accesso primaria e secondaria di TIM, e di Open Fiber, società dedicata alla fibra ottica e partecipata da Cdp ed Enel (si veda altro articolo di BeBeez).