
Ieri, giorno successivo alla chiusura dell’aumento di capitale da 20 milioni di euro, il titolo dell’e-commerce italiano di elettrodomestici ePrice ha chiuso con un calo del 4,08% a 0,0659 euro per azione a Piazza Affari, pari a una capitalizzazione di 2,87 milioni. Il titolo era crollato a 7,05 centesimi lunedì 7 settembre dai 20 centesimi della chiusura di venerdì 4 settembre per poi continuare la sua discesa negli ultimi due giorni. La società si era quotata a Piazza Affari nel febbraio 2015 al prezzo di 6,75 euro per azione, per una capitalizzazione iniziale di 279 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Durante il periodo di offerta dell’aumento di capitale (3 agosto-9 settembre 2020), sono stati esercitati i diritti di opzione per sottoscrivere il 71,15% delle azioni offerte, per un controvalore di 14,23 milioni circa, cui si aggiungono i diritti di prelazione, per un totale del 74,58% delle azioni e un controvalore di complessivo quindi di circa 14,9 milioni. Il restante 25,42% del capitale inoptato, per un controvalore di 5,08 milioni, è stato sottoscritto da alcuni soci, per cui è stato coperto per intero l’aumento di capitale da 20 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Nel contesto dell’operazione, l’azienda è stata assistita da Clifford Chance Studio Legale Associato per tutti gli aspetti legali, da Intermonte in qualità di placement agent e da Brera Advisory in qualità di advisor finanziario.
ePrice ha lanciato sul mercato italiano la piattaforma mobile integrata Home Service, che gestisce in modo smart le consegne e installazioni di grandi elettrodomestici, con una copertura di 16 milioni di abitanti. La società gestisce un network di 111 Pick&Pay (punti di ritiro e di pagamento) distribuiti in 109 città. ePrice ha chiuso il 2019 con ricavi pari a 130,57 milioni di euro (-20,6% rispetto ai 164,44 milioni di euro ottenuti nell’esercizio precedente), un margine operativo lordo rettificato negativo per 13,17 milioni di euro (in peggioramento rispetto al rosso di 7,57 milioni del 2018), una perdita netta di 41 milioni (dopo quella da 14,6 milioni del 2018) e un debito finanziario netto di 6,87 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Comunicando la pubblicazione del prospetto informativo dell’aumento di capitale, lo scorso agosto, la società aveva precisato che “la stima del fabbisogno finanziario netto complessivo del Gruppo per i dodici mesi successivi alla data del documento di registrazione è pari a euro 12,4 milioni” e che “alla data del documento di registrazione sussistono significative incertezze circa la prospettiva della continuità aziendale dell’emittente e del gruppo. L’andamento reddituale del gruppo ePrice, 2 già negativo negli esercizi 2018 e 2019, ha subito un ulteriore peggioramento successivamente al 31 dicembre 2019. La prosecuzione dell’attività aziendale è strettamente legata non solo al reperimento di risorse finanziarie in misura adeguata a far fronte al fabbisogno finanziario netto complessivo del gruppo per i dodici mesi successivi alla data del documento di registrazione, ma anche alla piena realizzazione, secondo i termini e le misure ivi indicate, del Piano Industriale di Gruppo 2020-2024” (si veda qui il comunicato stampa).
L’andamento negativo sia dei bilanci sia del titolo di ePrice ha portato Sator sgr, che dal 2013 detiene il 20,85% della società tramite il veicolo Arepo BZ sarl, a chiedere più volte discontinuità nella gestione. Nella primavera 2019 Sator aveva chiesto in sede di rinnovo del cda, ma senza successo, discontinuità nel management e quindi la sostituzione dell’allora presidente e amministratore delegato Paolo Ainio, titolare del 22,99% (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel novembre 2019 Sator aveva depositato una richiesta di integrazione all’ordine del giorno per l’avvio di un’azione di responsabilità nei confronti di Ainio (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio luglio Ainio ha dato le dimissioni da tutte le cariche, dopo aver lasciato quella di ad lo scorso gennaio, sostituito nella guida della società dal direttore generale Gaetano Gasperini (si veda qui il comunicato stampa) e quella di presidente lo scorso marzo, sostituito da Claudio Calabi, già amministratore indipendente (si veda qui il comunicato stampa).
Lo scorso agosto, infine, Arepo ha presentato una nuova denuncia al collegio sindacale affinché quest’ultimo approfondisca e verifichi, tra l’altro, il processo di redazione, aggiornamento e verifica dei piani aziendali, il rispetto delle procedure previste per le operazioni con parti correlate, la negoziazione e gestione degli accordi contrattuali con i fornitori (si veda qui il comunicato stampa).