
Si terrà domani 13 ottobre l’assemblea di Lega Calcio Serie A, con i rappresentanti dei 20 club di Serie A che saranno chiamati a votare sull’offerta preferita tra le due proposte dai fondi di private equity per supportare il progetto di creazione di una media company in cui far confluire i diritti tv pluriennali del campionato italiano. Le forze in campo, come noto, sono, da un lato, la cordata a tre Advent International-CVC Capital Partners-FSI e, dall’altro, la cordata composta da Bain Capital e NB Renaissance Partners. Il via libera al progetto era stato dato in una precedente assemblea della Lega presieduta da Paolo dal Pino a inizio settembre (si veda altro articolo di BeBeez).
La proposta di Advent International-CVC Capital Partners-FSI prevede l’acquisto di una quota del 10% della media company che la Lega Calcio andrà a costituire per gestire i diritti tv e commerciali e che nel complesso sarebbe valutata oltre 16 miliardi di euro. I fondi, infatti, inietterebbero sino a 1,625 miliardi di euro per la loro quota, con un minimo garantito (si veda altro articolo di BeBeez). Le ultime voci, riportate da MF Milano Finanza, dicono l’entità dell’investimento potrebbe essere inferiore, sino a 1,350 miliardi, a seconda dell’entità del contributo dei fondi al minimo garantito di 1.080 milioni di ricavi annui assicurato per il primo triennio. A partire dalla stagione 2024-25, il consorzio incasserebbe un bonus performance pari al 10% della differenza tra i proventi per i club nell’anno in corso e l’ammontare percepito nel 2019-20, fino a un massimo di 40-45 milioni. Per quanto riguarda l’exit, l’offerta prevede un diritto di prima offerta per la Lega nel caso in cui i fondi volessero cedere la loro quota e una call option in favore della Lega al fair market value, che alcune stime collocano intorno ai 2,8 miliardi (14 volte l’ebitda atteso).
La cordata dei tre fondi pare particolarmente forte, visto che CVC ha già una solida esperienza di investimento in campo sportivo (Formula 1, MotoGP e rugby), e Advent nel settore dei media (si veda qui l’elenco degli investimenti), mentre FSI, guidato da Maurizio Tamagnini, garantisce alla cordata un lato italiano. Inoltre, il progetto della cordata non si ferma qui, perché è tornata in auge anche l’idea di utilizzare parte dei capitali per lanciare un fondo infrastrutturale, che potrebbe fornire supporto finanziario per la creazione di nuovi stadi, per i club italiani che lo hanno in programma, oppure per la ristrutturazione degli stadi esistenti. Un’idea, questa, che è allo studio di CVC dallo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso giugno il fondo FSI era entrato in gioco al fianco di CVC quando ancora il fondo era in trattativa esclusiva con la Lega (si veda altro articolo di BeBeez) e si diceva che coinvolgere anche un investitore italiano di solida reputazione nell’operazione sarebbe stato un aspetto molto gradito ai presidenti dei vari club, tanto più che FSI sgr è sì controllata al 51% da Tamagnini e dagli altri manager, ma è partecipata per l’altro 49% da Cdp e Poste Vita (si veda altro articolo di BeBeez). Poi CVC aveva fatto scadere l’esclusiva senza un nulla di fatto, anche perché nel frattempo erano arrivate offerte informali molto più alte da altri soggetti, in particolare da Advent International e Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez) e quindi la gara si era riaperta ufficialmente, con Lazard a fare da advisor (si veda altro articolo di BeBeez). Con CVC alla finestra, FSI era rimasto comunque in partita scendendo in campo al fianco di Advent, che si diceva avesse valutato la Lega Calcio Serie A 13 miliardi di euro, rispetto alla valutazione di 10-11 miliardi sulla base della quale stava ragionando CVC quando era in esclusiva. I tre fondi hanno poi deciso di unire le forze e alzare la posta. Advisor del consorzio sono Rothschild, Credit Suisse e Barclays sul piano finanziario e lo studio Gattai Minoli Agostinelli sul piano legale. A finanziare il consorzio è pronto un pool di banche guidato da Goldman Sachs.
Quanto all’offerta della cordata Bain Capital-NB Renaissance Partners, sarebbe stata modificata nelle ultime settimane. Non si parlerebbe più cioé dell’acquisto di un 10% della media company sulla base di una valutazione di oltre 13 miliardi di euro, con l’aggiunta di componenti variabili e di un minimo garantito (si veda altro articolo di BeBeez), ma dell’acquisto di un 15% di una nuova società di consulenza nella vendita dei diritti di cui la Lega rimarrebbe unica proprietaria. Il prezzo sarebbe di 952 milioni, di cui 400 pagati al closing e il resto con la riunncia ai dividendi sino a fine 2023-24. L’alleanza di durata decennale prevederebbe un minimo garantito di 1.220 milioni per quattro anni e un paracadute per promozioni e retrocessioni che dovrebbe rendere l’accordo compatibile con la natura di lega aperta della Serie A. Si eviterebbero così problemi con la Serie B che nel frattempo si è rivolta allo studio Chiomenti per evitare discriminazioni nella ripartizione del prezzo a favore degli attuali club del massimo campionato. Infine, l’offerta di Bain contempla un’opzione di riacquisto del 15% a favore della Lega a partire dal sesto anno pagando un massimo di 1,35 miliardi (l’incremento di valore nel periodo stimato in circa 350 milioni, più il miliardo di dividendi di competenza dei fondi per gli ultimi quattro anni).