Mérieux Equity Partners e Korys hanno lanciato l’OMX Europe Venture Fund FPCI una nuova piattaforma per investimenti nei settore della salute e della nutrizione, con target di raccolta di 90 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Korys e Mérieux Développement sono anchor investor del nuovo fondo, che a oggi ha già raggiunto i due terzi del target di raccolta, anche grazie al contributo di terze parti. Il team americano OMX Ventures, nel frattempo, ha istituito il fondo OMX Ventures Fund I con una simile strategia di investimento al fondo OMX Europe, ma con focus principale sugli Usa. Il fondo ha da poco annunciato un primo closing a 100 di dollari e potrà coinvesstire con OMX Europe. OMX Europe sarà gestito da Mérieux Equity Partners in Europa, con il supporto operativo del team Life Science di Korys come consulente chiave del fondo. Mérieux Equity Partners ha in gestione oltre 650 milioni di euro. Korys è la società di investimento della famiglia Colruyt, con oltre 4,5 miliardi di euro di asset gestiti.
Apollo Global punta a raccogliere tra i 2 e i 3 miliardi di dollari per il suo secondo fondo dedicato alle infrastrutture, Apollo Infrastructure Opportunities Fund II, proponendo un Irr lordo del 13-16%. Lo scrive Bloomberg. La scorsa settimana Apollo ha nominato John MacWilliams, veterano del settore delle energie rinnovabili, come partner operativo per concentrarsi sulle sue infrastrutture e sulle risorse naturali. In quell’occasione MacWilliams ha commentato: “Unirsi al team di infrastrutture di Apollo arriva in un momento cruciale in cui i paesi di tutto il mondo riconoscono l’urgente necessità di costruire, riparare e migliorare le infrastrutture del mondo. Con ampie risorse, relazioni e competenze, Apollo è ben posizionato per svolgere un ruolo di primo piano negli investimenti in infrastrutture”. Di recente anche iCON Infrastructure ha raccolto 1,9 miliardi di dollari in un primo e unico closing del suo quinto fondo, superando l’obiettivo di 1,8 miliardi, grazie agli impegni di 65 investitori, tra fondi pensione, gestori patrimoniali, fondi sovrani e compagnie assicurative di tutto il mondo.
Astra Capital Management ha investito in DartPoints Holding Company, titolare e gestore di data center di edge colocation (si veda qui il comunicato stampa). Astra investirà un capitale significativo per supportare l’espansione di DartPoints in tutto il Nord America attraverso una strategia di acquisto e costruzione. Inoltre, Scott Willis, un esperto dirigente delle telecomunicazioni, è entrato a far parte di DartPoints come presidente e ceo. Hugh Carspecken, fondatore di DartPoints e Chief Strategy Officer, ha commentato: “A nome del team DartPoints, sono felice di dare il benvenuto ad Astra e Scott Willis. L’esperienza, il capitale e la rete globale di Astra combinati con la leadership e la visione di Scott alimenteranno la nostra crescita e ci aiuteranno a soddisfare la crescente necessità di data center di colocation marginale”. Brian Kirschbaum, partner di Astra, ha detto:“DartPoints è un innovatore nel settore dei data center, che sta subendo significativi cambiamenti evolutivi. Le prestazioni, i costi e la resilienza delle applicazioni stanno spingendo i clienti verso un’infrastruttura IT più distribuita. Il nostro investimento supporterà la crescita di DartPoints attraverso l’acquisizione di data center esistenti e la creazione di data center di colocation edge”. I data center tradizionali sono stati progettati per fornire un accesso conveniente in termini di spazio e potenza per l’archiviazione e l’elaborazione dei dati. Tuttavia, queste strutture sono state ottimizzate per servire le città più popolate. I data center Edge Colocation sono progettati per le prestazioni locali fornendo accesso a un gran numero di carrier e offrendo un ecosistema in cui si possono incontrare contenuti, fornitori di cloud, centri commerciali e di popolazione. Ciò consente di archiviare ed elaborare più vicino agli utenti, oltre le più grandi città di livello I, consentendo interazioni in tempo reale più rapide e prevedibili. Gartner prevede che entro il 2022 oltre il 50% dei dati aziendali verrà creato ed elaborato al di fuori del tradizionale data center o cloud, rispetto al 10% nel 2019.