Via libera da parte dell’Autorità garante della concorrenza alla scalata del Gruppo MSC (Mediterranean Shipping Company) in Trieste Marine Terminal, la società che gestisce il container terminal al Molo VII del porto di Trieste (si veda qui il bollettino dell’AGCM).
CSM Italia-Gate, holding che detiene partecipazioni azionarie in società che gestiscono terminal portuali a Genova, Gioia Tauro e Trieste, acquisirà una partecipazione aggiuntiva del 30% di TMT, che è controllata al 50 e 50 dalla stessa da CSMI e da T.O. Delta, società che risponde alla holding della famiglia Maneschi. A vendere una parte della propria partecipazione saranno proprio i Maneschi, che resteranno in TMT con una quota minoritaria del 20%, mentre CSM salirà all’80% del capitale.
Dietro CSMI c’è il gruppo di società controllate da Terminal Investment Limited Holding (Gruppo TIL), controllato a sua volta da MSC e dal fondo Global Infrastructure Partners, i quali potranno ora lanciare un importante piano di investimenti per un terminal, il Molo VII Trieste, definito dalla stessa AGCM come “il più importante terminale container italiano del Mare Adriatico” caratterizzato da “da un ampio scalo merci per il trasporto intermodale”, e che nei primi dieci mesi dello scorso anno ha registrato Teu movimentati di 632.579, oltre il 15% in più rispetto allo stesso periodo del 2021.
In generale, il 2021 la società che gestisce il terminal friulano ha chiuso il 2021 con un fatturato di oltre 79 milioni di euro da 75 milioni del 2020, un ebitda di 10,6 milioni dai 10 dell’anno precedente, un utile netto di circa 5,5 milioni dai precedenti 5 milioni, un debito netto di 12,5 milioni (si veda qui il report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Per quanto riguarda le attività di MSC, tra i principali operatori mondiali del trasporto marittimo di container, si parla di un fatturato di 788,5 milioni di euro nel 2021 dai 705,4 milioni dell’anno dello scoppio del Covid, a fronte però dei 3,2 miliardi registrati nel 2019. La perdita operativa, causata dagli effetti delle restrizioni anti-Covid, si è attestata a 781,7 milioni dai 796,6 milioni di euro, mentre il risultato netto è stato negativo per 935,1 milioni contro i precedenti 938,8 milioni. Questo però solo per la divisione cruises, perchè a livello di gruppo la famiglia Aponte può contare su un fatturato che sfiora i 29 miliardi di dollari (si veda qui relazione annuale)
L’ok dell’antitrust arriva a circa quattro mesi dall’impegno di TIL a raggiungere l’80% di TMT (si veda qui altro articolo di BeBeez), ma grazie alla suo interesse strategico il porto di Trieste è da tempo al centro dell’attenzione dei potenziali investitori. Recentemente Icop spa, impresa fondata nel 1920 con sede a Basiliano (Udine), tra i principali operatori europei specializzati nel microtunnel, nell’ingegneria del sottosuolo e nelle opere infrastrutturali, ha ottenuto un finanziamento da 20 milioni di euro da BNL BNP Paribas e UniCredit (con la garanzia di SACE) per la costruzione di un nuovo polo logistico infrastrutturale nel porto (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Icop ha rilevato le quote di Finarvedi, la società concessionaria dell’area nella quale verrà realizzato il nuovo polo che prenderà il posto dello storico impianto siderurgico di Servola, la Ferriera, chiuso nel 2020 dopo 123 anni di storia. Oltre a Icop, sono sati coinvolti nel progetto anche i ministeri dello Sviluppo Economico, Ambiente e Infrastrutture e Trasporti, l’Agenzia Nazionale politiche attive Lavoro, l’Agenzia Demanio, il Porto di Trieste, la Regione Friuli Venezia-Giulia il Comune di Trieste e il Gruppo Arvedi, che ha ceduto l’area interessata di sua proprietà in cambio dell’area adiacente per realizzare due nuove linee di zincatura e verniciatura continua, protagoniste della prima garanzia green con SACE.