di Alessandro Pietranera
TCH srl, società specializzata in lavorazioni meccaniche con sede a Vicenza, controllata da Palladio Holding dal 2015, attraverso VEI Capital, ha venduto la slovena Cimos, produttore leader di componenti critici per il settore automobilistico, con stabilimenti di produzione in Croazia, Serbia, Bosnia-Erzegovina e Slovenia, dove si trova anche uno stabilimento logistico. A comprare è stata Mutares, holding di investimento di private equity quotata a Francoforte e specializzata nell’investimento in carve-out da conglomerate (si veda qui il comunicato stampa). DC Advisory ha assistito TCH nella veste di advisor finanziario per quest’operazione.
Cimos, che impiega circa 2 mila persone, per il 2022 prevede di generare un fatturato di poco inferiore ai 200 milioni di euro, leggermente superiore all’obiettivo annunciato. Cimos produce nel dettaglio alloggiamenti per compressori e centrali, supporti motore, dischi e tamburi per freni, parti del cambio, anelli per ugelli e volani, ed è altamente complementare agli investimenti di Mutares nella tedesca KICO und ISH Group. Inoltre, Cimos permette a Mutares di creare una piattaforma strategica per il settore automobilistico, consentendo al più ampio portafoglio Automotive & Mobility di attingere a un parco macchine ben investito a costi di produzione competitivi.
TSH aveva acquisito Cimos nel maggio 2017 dalla Società per la gestione dei crediti bancari della Slovenia (Dutb), la bad bank pubblica slovena, in un’operazione di salvataggio che, dopo il pagamento di un corrispettivo di soli 100 mila euro, prevedeva la ricapitalizzazione di Cimos per 18,3 milioni di euro, destinati in parte al capitale circolante per ammodernare la produzione e migliorare le attività commerciali e la gestione della società e in parte per rifondere le banche. Non solo. TCH allora aveva annunciato che avrebbe investito nello stesso 2017 un totale 35 milioni di euro e che avrebbe investito altri 50 milioni nei successivi tre anni (si veda altro articolo di BeBeez).
TSH, controllata al 92,4% da VEI Capital e per il restante 7,6% dai manager, attraverso Alba Partners srl, ha chiuso il 2020 con ricavi per 198 milioni di euro, un ebitda di 15,6 milioni e un debito finanziario netto di 59,2% (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
TSH è in portafoglio a VEI Capital dal 2015 e nell’ottobre dello stesso anno aveva comprato anche Cogeme Set spa, società di Frosinone produttrice di componenti metallici per parti specifiche di autoveicoli, con società controllate in India (Cogeme Precision Parts Ltd) e Romania (Cogeme Set Ro). Si era trattato di un’operazione di salvataggio, dopo che TSH aveva sottoscritto un contratto di affitto del ramo di azienda e di usufrutto di partecipazioni di Cogeme nel maggio 2014 e dopo che la società aveva depositato un’offerta irrevocabile d’acquisto, alla quale era poi seguita un’asta che aveva appunto vinto TCH (si veda altro articolo di BeBeez). Nel gennaio 2016, poi, il Tribunale di Frosinone aveva omologato il concordato preventivo di Cogeme SeT (si veda altro articolo dii BeBeez).
Quanto a Mutares, ricordiamo che lo scorso luglio ha annunciato l’acquisizione di Sirti Energia spa dal Gruppo Sirti, controllato da Pillarstone Italy (si veda altro articolo di BeBeez). Mutares ha condotto l’operazione tramite la controllata EXI, la ex Ericsson Servizi Italia, acquisita nel marzo 2021 (si veda altro articolo di BeBeez)