di Giuliano Castagneto e Salvatore Bruno
Si aggiunge una nuova puntata a quella che sta diventando la saga di Be Shaping the Future, società quotata sul segmento Euronext Star Milan di Borsa Italiana, che sviluppa sistemi di supporto alla transazione digitale delle aziende, i cui principali azionisti, cioè Tamburi Investment Partners assieme a Stefano e Carlo Achermann lo scorso febbraio si erano impegnati , firmandouna lettera d’intenti, a cedere le rispettive quote, complessivamente il 43,2%, a Engineering – Ingegneria Informatica spa, a 3,45 euro per azione per complessivi 200 milioni di euro, con l’impegno al successivo reinvestimento per 52 milioni nella controllante di Engineering, Centurion Bidco. (si veda altro articolo di BeBeez).
Venerdì scorso infatti Engineering, i suoi azionisti di controllo Bain Capital Private Equity e NB Renaissance assieme agli azionisti venditori delle quote di Be Shaping the Future hanno convenuto di estendere al 19 giugno il termine ultimo della lettera di intenti dell’11 febbraio (si veda qui il comunicato stampa).
Qiest’ultima specificava che per il tramite di un veicolo interamente posseduto, Engineering ed i suoi azionisti erano intenzionati ad acquisire il 43,209% (45,630% fully diluted delle azioni proprie) di Be Shaping da Tamburi Investment Partners (28.3%) quotata alla Borsa di Milano, dal ceo Stefano Achermann (e dalla società da lui controllata Innishboffin srl) e dal fratello Carlo (e dalla società da lui controllata CarmaConsulting srl).
La data di venerdì scorso per l’annuncio della proroga non è casuale. Infatti la lettera d’intenti comunicata in febbraio, originariamente in scadenza il 30 aprile, era già stata prorogata una volta, appunto al 20 maggio (si veda qui il comunicato stampa di allora e qui altro articolo di BeBeez).
La prima proroga si era resa necessaria per via della complessità delle attività necessarie alla finalizzazione e alla firma degli accordi vincolanti, dovuta anche alla molteplicità delle parti coinvoltenella negoziazione dell’operazione.
Senonché ai primi di maggio un altro gruppo di azionisti di Be Shaping the Future (Andrea Angrisani, Giancarlo Angrisani, Angelini Partecipazioni Finanziarie srl, Gabriella Benetti, Blue Lake Sicav – SIF, Rüdiger Borsutzki, Marco Bosco, Francesco Scarnera e Patrizio Sforza), aveva reso noto l’impegno a vendere a 3,45 euro per azione un totale di titoli pari al 7,998% del capitale (8,446% fully diluteddelle azioni proprie) portando così Engineering oltre il 50% dei diritti di voto prima di lanciare l’opa obbligatoria sul flottante ai fini del delisting (si veda qui il comunicato stampa di allora)
Anche l’ulteriore estensione del termine ultimo della lettera d’intenti si giustifica, riferiscono le parti coinvolte nella nota diffusa venerdì, con la mole e la complessità di quanto finalizzato a finalizzare gli accordi vincolanti, data anche l’accresciuta numerosità delle parti coinvolte nell’operazione, che resta in ogni caso soggetta all’approvazione finale da parte dei competenti organi sociali degli azionisti venditori, di Engineering e delle sue controllanti, nonché degli investment committees dei fondi Bain Capital Private Equity e NB Renaissance.
Ricordiamo che Be Shaping the Future ha chiuso il 2021 con 235 milioni di euro di ricavi (+31,6%), un ebitda di 37,1 milioni (+30,7%) e un debito finanziario netto di 21,7 milioni (da 13,2 milioni) (si veda qui la presentazione agli analisti dei risultati 2021).
Il 10 Maggio, Martedì, Be Shaping ha comunicato per il primo trimestre 2022 di aver generato ricavi di 62,1 milioni di euro (+19.9% vs 1Q21), ebitda di 10,6 milioni (+15.2% rispetto ai 9,2 miliondi di 1Q21), ebit 7,7 milioni (+15.6% rispetto ai 6,6 milioni di 1Q21) (si veda qui la Trimestrale 1Q22 di Be Shaping the Future).