Alla vigilia del recepimento in Italia della direttiva Ue Aifmd sui gestori di fondi alternativi, è stato presentato ieri a Milano il libro Private Equity and Venture Capital, regulation and good practice, edito da Risk Books, che, sotto la regia del direttore generale di Aifi, Anna Gervasoni, riunisce i contributi di 35 associati Aifi tra studi legali, fiscali, società di consulenza e di revisione, per fare il punto sullo stato dell’arte del settore, in vista dei grandi cambiamenti che saranno portati dall’applicazione della nuova normativa.A questo proposito, lo scorso 10 giugno si è chiuso il termine per proporre commenti alla bozza di decreto del ministero del Tesoro, posta in consultazione pubblica, con il quale saranno determinati i criteri generali cui devono uniformarsi gli organismi di investimento collettivo del risparmio italiani in linea con quanto stabilito dalla direttiva Ue.
Sul sito del Tesoro sono disponibili tutti i commenti pervenuti da associazioni e addetti ai lavori, compreso quello di Aifi (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dettaglio, l’Associazione italiana che rappresenta i private equity e i venture capital pone le seguenti osservazioni (scarica qui il documento) sulla bozza di regolamento, pubblicato in consultazione dal Dipartimento del Tesoro, che recepisce la Direttiva AIFM.
- Richiesta di proroga per l’adeguamento alle nuove disposizioni: visto l’estremo ritardo nella implementazione della disciplina AIFMD in Italia e considerato che si è ancora in attesa dell’uscita, in consultazione, della regolamentazione di secondo livello di Banca d’Italia e Consob, AIFI chiede una proroga, rispetto al termine del 22 luglio 2014, previsto inizialmente a livello comunitario per l’adeguamento alle nuove disposizioni da parte degli intermediari.
- Definizione di investitori non professionali (retail): è positiva l’apertura alla commercializzazione di fondi alternativi anche agli investitori retail; tuttavia, il regolamento propone, come “ticket” di ingresso, 500.000 euro, che pare una soglia troppo elevata, tale da escludere un importante bacino potenziale di sottoscrittori e in controtendenza con quanto previsto dagli altri Paesi. Per questo AIFI propone l’abbassamento della soglia a 100.000 euro, in coerenza con l’impostazione del Regolamento EuVECA. Sempre in analogia con quanto previsto dal Regolamento EuVECA, si chiede un’esenzione dall’applicazione del ticket di ingresso per i manager del team di gestione, ai quali, secondo una prassi internazionale basata sul principio di allineamento degli interessi, i sottoscrittori dei fondi chiedono di investire direttamente nei fondi di private equity.
- Valutazione degli esperti indipendenti: il regolamento lascia aperto il dubbio che si applichi anche al private equity, oltre che al comparto dei fondi immobiliari, l’obbligo di prevedere una perizia sulle valutazioni da parte di un esperto indipendente. AIFI chiede di chiarire che un simile adempimento non si applichi ai fondi di private equity, in quanto inutile, considerato lo specifico ruolo e competenza del management nella valutazione dell’azienda e considerati i molteplici controlli effettuati dal risk manager e dalla società di revisione.