A sorpresa Officine Maccaferri ha reso noto di aver “ricevuto una manifestazione di interesse avente ad oggetto possibili operazioni di acquisizione da parte di un potenziale secondo investitore” (si veda qui il comunicato stampa). La cosa rappresenta un importante elemento di novità, visto che ormai lo scorso maggio Officine Maccaferri, che fa capo alla holding Seci, aveva depositato presso il Tribunale di Bologna la richiesta di concordato preventivo con riserva, dopo aver sottoscritto un accordo quadro di ristrutturazione con gli investitori riuniti sotto la sigla Ad Hoc Group (AHG), cioé il gruppo di obbligazionisti, composto da Carlyle e dai suoi coinvestitori, che detiene il 54% del bond da 190 milioni di euro a cedola 5,75% e scadenza 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).
E’ vero, però, che nel frattempo nel luglio scorso al tribunale di Bologna non era piaciuto il piano precedente di Carlyle, che prevedeva l’erogazione di nuova finanza prededucibile per 60 milioni da parte del fondo e dei e suoi coinvestitori a favore di Officine Maccaferri e il tribunale aveva chiesto così delle modifiche (si veda altro articolo di BeBeez). E infatti proprio per questo ci si attendeva che Officine Maccaferri presentasse al tribunale una nuova proposta e in particolare la richiesta di nuova finanza per 45 milioni di euro, sempre messa a disposizione da parte di Carlyle e dei suoi convestitori (si veda altro articolo di BeBeez).
Il piano di ristrutturazione di Officine Maccaferri siglato con Ad Hoc Group porterebbe Seci a diluirsi nel capitale sociale di Officine Maccaferri dall’attuale 100% al 4% (si veda altro articolo di BeBeez). L’offerta di AHG su Officine Maccaferri è parte di una più ampia offerta relativa all’intero Gruppo Maccaferri, che prevede un finanziamento ponte da 10 milioni per la controllata Seci e fino a 12,5 milioni per la controllata Samp (con ulteriori 12,5 milioni tramite il supporto a Seci e Samp da parte di un ulteriore partner finanziario, che nella bozza di accordo del 2 marzo scorso era Muzinich). All’approvazione del piano di ristrutturazione di ciascuna società, il relativo finanziamento ponte sarà sostituito da un ulteriore finanziamento di 4 anni fornito dai membri di AHG, già sottoscrittori del finanziamento ponte. A valle della conclusione dell’intero processo di ristrutturazione del debito, la compagine azionaria di Samp potrà essere soggetta a un sostanziale cambiamento di controllo fino a una diluizione del 90% degli azionisti esistenti (la famiglia Maccaferri).
Intanto il 24 luglio scorso i vertici di Samp e quelli della controllante Seci hanno ricevuto una lettera dai legali di Muzinich, visionata da BeBeez, che chiede il risarcimento dei danni in relazione a una garanzia a prima richiesta fino a 40,25 milioni, rilasciata da Seci e Samp nel 2014 a favore della Bei per un finanziamento del valore di 35 milioni erogato a Seci dalla stessa Bei. Garanzia di cui Muzinich non era a conoscenza quando nel 2018 aveva sottoscritto un bond di Samp e che è stata poi escussa nel 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). La società di asset management americana, tramite i suoi fondi Muzinich Italian Private Debt Fund e Muzinich Pan-European Private Debt Luxco, nell’aprile 2018 aveva infatti sottoscritto un bond di Samp per 25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’estate 2019, a fronte dell’inadempimento delle obbligazioni assunte da parte di Seci Energia, Bei ha escusso la garanzia, per un valore di circa 32 milioni. All’epoca Samp era già in tensione finanziaria e aveva depositato al tribunale di Bologna domanda di ammissione al concordato preventivo.
Ora di come stia procedendo questa storia non si hanno altre notizie, ma è possibile che l’offerta concorrente per Officine Maccaferri possa arrivare dai fondi di Muzinich, interessati a tutelare il loro investimento.