Il titolo OVS ha chiuso ieri la seduta a Piazza Affari con un rialzo del 3,85%, a quota 0,81 euro per azione, dopo aver toccato nel corso della giornata un picco di 0,847 euro (+8%), a dopo la dichiarazione di Gianni Tamburi a La Repubblica sul supporto che Tamburi Investments Partners (TIP) è pronto a dare al management della catena di abbigliamento in una prossima campagna di m&a.
“Come azionisti di OVS, siamo pronti a sostenere il management per fare nuove acquisizioni di tutte quelle insegne che di fronte alla crisi preferiscano passare la mano e assicurare i posti di lavoro”, ha detto Tamburi, fondatore di TIP, che è il maggiore azionista di OVS. TIP detiene infatti una quota del 22,7% di OVS, dopo aver rilevato dal gruppo Coin il 17,835% del capitale di OVS nel marzo 2019, a 1,85 euro per azione, per 74,9 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Alessandra Gitti, ad di TIP, ha sottolineato che il gruppo dispone di 200 milioni di liquidità e potenzialmente di quasi 70 milioni dall’esercizio dei warrant in scadenza a giugno, risorse che saranno allocate sia sul portafoglio esistente sia su nuove operazioni.
La holding di investimento fondata da Giovanni Tamburi e quotata a Piazza Affari ha archiviato il 2019 con un utile consolidato di 99,9 milioni di euro, in crescita rispetto agli 84,6 milioni di fine 2018 e e con un patrimonio netto di circa 902 milioni, incrementato del 35% dai 664,4 milioni dell’anno prima (si veda altro articolo di BeBeez).
OVS, con sede a Mestre (Venezia) è leader dell’abbigliamento donna, uomo e bambino, con una quota di mercato dell’8,1%. E’ presente con oltre 1.750 negozi in Italia e all’estero attraverso i marchi OVS e Upim. Quotata su Borsa Italiana dal marzo 2015, OVS ha chiuso il 2019 con ricavi netti pari a 1,370 miliardi di euro; un ebitda rettificato di 156,3 milioni, un utile rettificato di 57,7 milioni e una posizione finanziaria netta di 309,9 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Il gruppo opera secondo un modello di business tipico dei retailer verticalmente integrati e prevede le seguenti attività: sviluppo del prodotto affidato a un team di product manager, designer e merchandiser che, supportato da una struttura altamente specializzata nel sourcing, con forte presenza nelle aree geografiche chiave, concepisce, sviluppa e realizza presso fornitori esterni il merchandise mix. Tale processo si svolge sotto la guida artistica dei fashion coordinator e quella organizzativa dei direttori prodotto.
La società sta affrontando la crisi innescata dall’emergenza coronavirus. Sui risultati di quest’anno, la società scrive:”Per quanto riguarda i ricavi, l’esercizio 2020 subirà una forte contrazione. Oltre ai quasi due mesi di interruzione è ragionevole attendersi una significativa riduzione anche post lockdown. Più marcata sino all’estate e auspicabilmente più ridotta nella seconda parte dell’anno”. Per quanto riguarda la componente finanziaria, OVS dichiara: “Nel breve termine subiremo l’impatto del cash-out relativo alle merci acquistate per la stagione primavera/estate e largamente invendute. Tale merce, mai vista dai nostri clienti quest’anno, verrà utilizzata nella prossima primavera estate, e ciò ci consentirà di ridurre fortemente gli ordini e di poter beneficiare di minori pagamenti dovuti all’acquisto della merce, avviando così un favorevole impulso alla generazione di liquidità. […] Dato il contesto, approfitteremo anche per procedere a un radicale ringiovanimento dello stock. Siamo pertanto fiduciosi che, con la comprensione dell’assoluta eccezionalità degli eventi che penalizza in particolare le aziende retail, ma anche della oggettiva qualità delle nostre scorte, supereremo gli impatti finanziari di breve e torneremo presto ad una situazione di buon equilibrio”.
Il settore della moda sta accusando pesantemente il colpo del lockdown imposto causa coronavirus, che durerà almeno fino al 18 maggio. Nei giorni scorsi, la svedese H&M ha annunciato la chiusura di ben 8 punti vendita in Italia (si veda qui il comunicato stampa del sindacato Filcams Cgil). Geox ha dichiarato che dovrà abbassare le saracinesche di 55 negozi in tutta Europa. Inoltre, numerosi marchi di moda stanno ultimamente chiedendo/ottenendo il concordato: Byblos (ammessa alla procedura nei giorni scorsi dal tribunale di Milano); Scarpe & Scarpe (che ha presentato istanza di concordato a inizio aprile 2020); Conbipel (che ha chiesto il concordato in bianco a fine marzo).
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