Oxy Capital ha annunciato ieri la sigla di un accordo per rilevare il 28% di SIF Italia, leader nel settore dell’amministrazione degli immobili e già quotata sull’Euronext Growth Milan di Borsa Italiana, con il titolo che ha risposto positivamente ma non con acquisti eccessivi all’annuncio dell’ingresso nel capitale del fondo, guadagnando in chiusura di mercoledì l’1,7% a 3,7 euro (si veda qui comunicato stampa).
A vendere le quote sono l’amministratore delegato Luca Ruffino e il consigliere Cinzia Tarabella che in totale cederanno a Oxy la quota del 28% del capitale per un controvalore di 7,9 milioni di euro a un prezzo di 3,97 euro per azione, quindi con un premio dell’11,4% rispetto ai 3,65 euro registrati nella chiusura precedente all’annuncio dell’operazione
In dettaglio, il ceo, prima azionista di maggioranza con il 65,03% del capitale, venderà al fondo internazionale circa 1,5 milioni di azioni ordinarie, pari al 21,56% delle intere quote di SIF, rimanendo quindi il principale shareholder del gruppo con il 43,47%. Mentre Tarabella, che oggi possiede il 19,424%, venderà il 6,44% cioé circa 457 mila azioni ordinarie, scendendo al 12,98% di SIF dopo il closing effettivo della cessione. La tedesca ShapeQ Gmbh, salita al 5,29% di SIF a metà febbraio (si veda qui comunicato stampa), manterrà invece le sue quote.
A detenere il 28% di SIF sarà il fondo Oxy Capital III FCR gestito da Oxy Capital SGOIC sa. Oxy si è inoltre riservata “di designare quale acquirente, prima del closing, un veicolo societario appositamente costituito interamente controllato, direttamente o indirettamente”.
Il management e il fondo hanno poi stretto un accordo parasociale quinquennale che prevede, tra le altre cose, il diritto a Oxy di nominare: un membro non esecutivo del cda che sarà composto da 5 membri; un membro del Collegio Sindacale effettivo, che sarà anche presidente del Collegio Sindacale, e un membro supplente; e un vincolo di lock-up di 18 mesi dal closing.
Il closing è soggetto ad alcune condizioni sospensive da avverarsi entro il prossimo 21 aprile quali l’approvazione del bilancio consolidato 2022 della società, il raggiungimento di “alcune soglie” poste dalla stessa Oxy e collegate ai risultati operativi e finanziari conseguiti da SIF nel 2022. Il bilancio per lo scorso anno, infatti, non è ancora stato depositato, nonostante la società abbia quasi raddoppiato i ricavi nel 2021, da 2,8 milioni di euro del 2020 a 4,7 milioni, e abbia aumentato l’utile netto del 26% a 1,2 milioni. A questo si aggiunge un ebitda di 1,9 milioni rispetto ai 991 mila dell’anno precedente, ma allo stesso tempo un importante aumento del passivo a circa 8,5 milioni contro i 3,9 milioni del 2021 (si veda qui report di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Il primo semestre 2022, invece, si è chiuso con un valore della produzione consolidato in aumento a 4,2 milioni contro i 3,5 milioni del gennaio/giugno (+20%), con un ebitda di 1,5 milioni, in crescita del 24% da 1,2 milioni del primo semestre, e con un risultato netto di 999 mila euro rispetto ai 776 mila dello stesso periodo del 2021 (+29%). Lo scorso giugno, inoltre, la posizione finanziaria netta ha raggiunto un risultato positivo di 2,9 milioni contro il dato al 31 dicembre 2021 di 2,8 milioni (si veda qui la relazione semestrale).
Per Oxy si tratta di un’operazione nuova, visto che di norma il fondo investe in special situation e restructuring. Non a caso alla fine dello scorso anno è stata impegnata nel salvataggio di Enertronica Santerno, società quotata a Piazza Affari e specializzata nell’elettronica di potenza e le energie rinnovabili (si veda qui altro articolo di BeBeez). La complicata vicenda sul finanziamento d’urgenza da 10 milioni di euro, concesso da Illimity bank, si è conclusa lo scorso gennaio quando il Tribunale di Bologna ha autorizzato il prestito, che però resta ancora in attesa della sottoscrizione effettiva da parte del cda della società.