E’ alle battute finale l’asta per Comdata,tra i leader italiani nella gestione di call center, controllato all’85% da Altair Sistemi informatici dell’imprenditore Enrico Saraval e per il restante 15% dal fondo di Synergo sgr.
Secondo Il Sole 24 Ore i due favoriti sarebbero Pai Partners e Carlyle, mentre meno di un mese fa il Corriere della Sera indicava come ben posizionato anche Apax Partners. E a proposito di Apax, va segnalato che, secondo il settimanale spagnolo Expansion, il fondo paneuropeo stava preparando a fine luglio un’offerta da 300 milioni di euro insieme a Comdata per acquisire la concorrente spagnola Grupo Konecta. controllata al 52% da Banco Santander e partecipta al 10% dal gruppo assicurativo Liberty, con il resto del capitale che fa capo ai manager. Konecta, che è supportata dall’advisor N+1. era stata messa in vendita nel 2014 e aveva attratto l’interesse di vari private equity tra i quali Trilantic Capital Partners e Pai, ma poi Santander aveva sospeso l’operazione.
Il private equity ha incrociato più volte la strada di Comdata. Il gruppo è stato fondato a Torino nel 1987 da Fiorenzo Codognotto e dalla moglie Laura Trentin, che nel 2000 hanno poi ceduto metà del capitale alla Altair di Enrico Saraval, società nel cui capitale erano presenti Gianfilippo Cuneo e vari imprenditori, tra i quali Carlo Callieri. Nel 2004 Industria&Finanza sgr aveva acquisito il 20% del capitale di Comdata (si veda qui il comunicato stampa di allora) e a seguito di quell’operazione Comdata aveva ottenuto un finanziamento mezzanino da parte del fondo Mediterranean mezzanine, gestito da Italian Mezzanine, società fondata nel 2004 da Gianfilippo Cuneo, Roberto Liguori e Guido Castellini, da cui nel 2008 Cuneo è uscito.
Nel 2007 Industria&Finanza ha deciso di disinvestire da Comdata e quindi si era aperto un processo per trovare un nuovo investitore che rilevasse una quota del 20-30% del capitale e sostituisse il fondo IF Investimenti. Allora si erano fatti avanti soprattutto fondi di private equity: tra i quali Magenta e Stirling Square Capital Partners, ma il processo si era concluso con un nulla di fatto e i vecchi soci hanno così deciso di aumentare le loro quote, mentre Italian Mezzanine ha poi disinvestito.
Nel 2010 c’è poi stata un’altra rivoluzione nell’azionariato del gruppo, che ha portato Altair a salire appunto all’85% e Synergo sgr a scendere al 15%, mentre Codognotto ha deciso di uscire dall’azionariato, per fondare poi la startup Ennova, che realizza piattaforme tecnologiche digitali per l’accesso da remoto su dispositivi smartphone, tablet e pc per aziende nel settore delle telecomunicazioni, della finanza e delle multiutility. Pochi giorni fa nel capitale di Ennova con una quota del 33% è entrato il fondo di Orizzonte sgr (si veda altro articolo di BeBeez).
Con sede a Milano, Comdata oggi fattura 350 milioni di euro grazie a un portafoglio di clienti come Vodafone, Telecom Italia e Skye ed è presente su tutto il territorio italiano con 13 poli operativi e un totale di 4.600 postazioni. Dal 2011 Comdata è cresciuta all’estero dove oggi è presente con 13 centri operativi (5 in Romania, 4 nella Repubblica Ceca, 1 in Argentina e 3 in Turchia) e 5.600 postazioni, che si rivolgono a clienti locali e a multinazionali italiane con sedi anche in quei Paesi. La valutazione che circola per Comdata è di circa 300 milioni di euro,