E’ stato un anno davvero ricco il 2019 per HAT sgr, la società di gestione del risparmio indipendente guidata da Ignazio Castiglioni e presieduta da Nino Attanasio, che nei giorni scorsi ha approvato la relazione di gestione dei fondi gestiti e contestualmente, ha deliberato la distribuzione di 206 milioni di euro ai sottoscrittori. Ma non è tutto. Anche il management team festeggia, perché a seguito della over performance ottenuta dai fondi, è stato distribuito anche un importo a titolo di carried interest per oltre 25 milioni di euro.
Nel dettaglio, circa 150 milioni saranno distribuiti ai sottoscrittori del fondo HAT Sistema Infrastrutture, quindi oltre i 130 milioni di euro raccolti a suo tempo dallo stesso fondo. Il fondo in questione dall’inizio dell’attività ha effettuato operazioni di investimento in otto società, di cui sei società dismesse nel corso dell’ultimo biennio, con un incasso medio per il fondo pari a circa 3,4 volte il capitale investito; e due società in portafoglio al 31 dicembre 2019 (Ambra Verde 3, energie rinnovabili; e Re Parcheggi Via Livorno, parcheggi multipiano). Con la distribuzione parziale deliberata di circa 150 milioni di euro che va a incrementare le precedenti distribuzioni parziali, i sottoscrittori del fondo HAT Sistema Infrastrutture avranno incassato a oggi, al netto dei costi sostenuti dal fondo, complessivamente capitali pari a 2,5 volte quelli investiti.
Quanto al fondo HAT Ict, ai suoi sottoscrittori saranno distribuiti circa 56 milioni di euro, anche in questo caso quindi oltre i 50 milioni della dotazione del fondo. Quest’ultimo nel complesso ha effettuato operazioni di investimento in otto società, di cui cinque dismesse e due parzialmente dismesse, attraverso quotazione in Borsa, cioé GPI (quotata all’Aim, soluzioni per sanità e assistenza sociale) e Wiit (quotata all’Aim, IT outsourcing). Le dismissioni, incluse le due quotazioni, hanno portato al fondo un incasso medio pari a circa 2,7 volte il capitale investito. A oggi il fondo ha ancora una partecipazione in portafoglio, quella nella società software e ICT, Ennova. Con la distribuzione parziale deliberata di circa 56 milioni di euro che va a incrementare le precedenti distribuzioni parziali, i sottoscrittori del fondo HAT Ict avranno incassato a oggi, al netto dei costi sostenuti dal fondo, complessivamente capitali pari a 2,2 volte quelli investiti.
L’sgr gestisce poi un terzo fondo, HAT Technology & Innovation, di recente avvio e ora in fase di fundraising, con un target di raccolta superiore a 100 milioni di euro e dedicato all’acquisizione di quote sia di maggioranza sia di minoranza in aziende italiane con ricavi sino a 100 milioni, per favorire l’innovazione e lo sviluppo tecnologico. Il fondo ha sinora effettuato operazioni di investimento in due società (Advice, promotion, loyalty & community marketing; e Marval, lavorazioni meccaniche di precisione per i motori di macchine agricole e movimento terra) e, al 31 dicembre 2019, ha registrato una crescita del NAV di circa il 26% dal 2018.
Che HAT avrebbe chiuso il 2019 con un record di incassi era stato evidente sin da quando era stata annunciata l’operazione su Sia, il gruppo specializzato in infrastrutture di pagamento (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso novembre F2i sgr e HAT sgr hanno ceduto le rispettive quote in Sia a Cdp Equity, mentre Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno ceduto le loro a FSIA Investimenti (30% Poste Italiane e 70% FSI Investimenti, che a sua volta è controllata al 77% da Cdp Equity e per il restante 22,88% dalla Kuwait Investment Authority). Al termine dell’operazione, Cdp Equity ha quindi comprato il 25,69% di Sia, mentre FSIA è salita dal 49,48% al 57,5%, per un totale quindi di Cdp Equity dell’83,19% tra Cdp Equity e FSIA. Il resto del capitale continua invece a fare capo a Banco Bpm, Mediolanum e Deutsche Bank. Come noto, l’operazione di F2i e HAT è stata condotta sulla base di un equity value di Sia di 2,4 miliardi di euro e di un enterprise value di circa 3,2 miliardi, pari a 12,5 volte l’ebitda atteso per il 2019 e 14,6 volte l’ebitda normalizzato 2018, che è stato di 222 milioni di euro. Cifre che hanno quindi portato HAT sgr a incassare ben 209 milioni di euro di equity per la sua quota. Non a caso, Castiglioni, in un’intervista raccolta lo scorso autunno da Stefania Peveraro nel suo libro edito da EdiBeez srl, Private Capital. Esperienze e soluzioni. Ecco perché la finanza alternativa funziona (per scaricare gratuitamente il libro clicca qui), sull’operazione Sia aveva anticipato che avrebbe generato “per HAT un plusvalenza significativa superiore a 5 volte il capitale investito e che ha dimostrato la nostra capacità di investire in un’opportunità a cui solo pochi hanno avuto accesso e di distinguerci come gestore a valore aggiunto, in grado di apportare competenze finanziarie e tecnologiche”.
Tra le altre exit significative del 2019 vanno ricordate la cessione dei parchi fotovoltaici su tetto di Interporto Solare a ContourGlobal Solar Holdings (Italy), una joint venture tra ContourGlobal e Credit Suisse Energy Infrastructure Partners; la cessione dei parchi fotovoltaici a terra di Raggio di Puglia e di Brindisi Solare a Radiant Clean Energy Fund, sicav-sif lussemburghese di Green Arrow; la cessione delle partecipazioni in Anapo Gas e in EbGas, titolari di concessioni per la distribuzione di gas naturale in Liguria e Sicilia, a Mediterranea Energia, società consortile del Gruppo Conscoop; la cessione di Luxy, produttore italiano di sedie per ufficio, a Lunedes, società che fa capo all’imprenditore Giuseppe Cornetto Bourlot.
HAT è nata circa dieci anni fa sul modello del “club deal”, in partnership con alcuni imprenditori, per promuovere investimenti in piccole medie imprese italiane con l’obiettivo di supportarne la crescita e l’internazionalizzazione. L’idea era stata di Nino Attanasio, con un passato da direttore generale di MPS Capital Services, che aveva raccolto allora le richieste di un gruppo di amici imprenditori che avevano voglia di investire in economia reale. Era nata così una holding, battezzata iconicamente Holding All Together, quindi HAT. In dieci anni HAT si è trasformata in un gruppo di gestione di asset alternativi e ha completato 31 operazioni di investimento, a cui si aggiungono più di 40 operazioni di acquisizione di nuove società tramite le aziende in portafoglio (add-on), 21 exit e due quotazioni in Borsa. Il gruppo include anche HAT Sicaf che ha raccolto 42 milioni di euro, di cui 14 milioni sottoscritti dal Fondo Italiano d’Investimento (si veda altro articolo di BeBeez).
“Gli investimenti sui mercati privati illiquidi erano riservati a pochi investitori istituzionali, con elevati importi d’ingresso e regole d’ingaggio particolari. Noi di HAT invece, sin dalla nascita, abbiamo voluto essere accessibili anche ai privati, principalmente imprenditori, anticipando trend di mercato e sviluppando prodotti di investimento su misura, rispondenti alle specifiche esigenze degli imprenditori investitori. Oggi, in tempi di tassi d’interesse sempre più bassi, gli investitori trovano rifugio negli investimenti in economia reale e i numeri lo mostrano chiaramente”, aveva detto Castiglioni nella stessa intervista del libro di EdiBeez, aggiungendo che “agli imprenditori e alle loro famiglie piace investire in qualcosa che comprendono, le imprese. Ma quello che piace di più è essere coinvolti negli investimenti. Vogliono sapere dove vengono investiti i loro capitali e, se è il caso, vogliono anche essere liberi di coinvestire. Di solito accade quando un nostro fondo investe in un settore che l’imprenditore conosce bene, il che significa che può dare non solo un contributo economico ma anche di business. Co-investimento e co-involgimento nel seguire le aziende acquisite in maniera interessata e pro-attiva sono una combinazione vincente in grado di valorizzare il know-how dell’imprenditore-investitore e quello di HAT”.
E infatti ora, a valle del rendiconto 2019, Castiglioni ha ribadito: “Oggi, in tempi di tassi d’interesse sempre più bassi, un numero crescente di investitori – dai fondi pensione alle casse di previdenza, dai family office agli imprenditori – trova rifugio negli investimenti in economia reale e noi riteniamo sempre più importante per gli investitori diversificare il proprio patrimonio includendo anche gli investimenti in private capital, perché meno correlati ai mercati finanziari e perché, con un rischio relativamente modesto, offrono un rendimento veramente importante, come tra l’altro dimostrano i risultati raggiunti dai fondi di HAT, anche se con la rinuncia alla liquidabilità immediata”.
Il presidente Attanasio ha aggiunto: “Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti, perché sin dalla nascita di HAT abbiamo voluto sviluppare prodotti di investimento in asset illiquidi fortemente specializzati, rispondenti alle specifiche esigenze degli investitori, con l’obiettivo di ottenere performance da top quartile. I nostri fondi impiegano i capitali raccolti per investire in aziende tecnologiche e supportare le imprese a gestire la trasformazione digitale e i processi di innovazione, promuovendone la competitività e lo sviluppo a livello internazionale”.
HAT sgr è uno degli investitori monitorati da BeBeez Private Data,
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