
Unicredit, Banco Santander e i fondi Warburg Pincus e General Atlantic saranno soci nell’asset management. L’accordo nella forma verrà siglato entro novembre mentre il closing dell’operazione è previsto nei primi mesi del 2015, L’annuncio ufficiale di un accordo raggiunto sulla cessione del 66% di Pioneer Investments è stato dato ieri pomeriggio dall’ammnistratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, al termine della riunione del consiglio di amministrazione della banca: «La decisione è di negoziare da oggi in avanti solo con Santander, nella sostanza è un’esclusiva».
La cessione del 50% di Pioneer da parte di Unicredit si è trasformata quindi in un progetto industriale ben più ampio e complesso di quanto immaginato inizialmente. Ha infatti aggiunto Ghizzoni: «Eravamo partiti anche con l’ipotesi di un private equity, poi nel tempo si è sviluppata sempre di più l’opportunità industriale rappresentata da Santander e gradualmente abbiamo fatto nostra questa idea: la decisione di dare preferenza a un partner industriale ci porterà, se le cose si concluderanno positivamente, alla creazione di una società con 350 miliardi di euro di masse gestite, tra le prime 15 in Europa e tra le prime 25-30 al mondo».
A fine luglio sul tavolo di Ghizzoni, affiancato dagli advisor Morgan Stanley e Bofa Merrill Lynch, erano arrivate tre proposte: appunto quella di Santander (con advisor Ubs), in cordata con Warburg Pincus e General Atlantic, attuali soci degli spagnoli in Santander asset management); quella del fondo Advent International (supportato da Goldman Sachs e Mediobanca); e quella del fondo CVC Capital Partners (assistito da Deutsche Bank) e in cordata con GIC-The Government of Singapore Investment Corporation, il fondo sovrano di Singapore. Mercoledì 9 settembre i tre avevano poi sottoposto a Unicredit le loro proposte aggiustate al rialzo per valutazioni (si veda altro articolo di BeBeez).
L’offerta del gruppo spagnolo ha battuto quella dei due fondi sia sul fronte economico (si parla di 2,7-3 miliardi di euro, cioé 10-11 volte l’ebitda atteso per il 2014 di 270 milioni) sia su quello industriale (grazie alle forti sinergie e complementarietà nella distribuzione dei prodotti, con un totale di 21mila sportelli concentrati in Europa, Usa, America Latina).
L’accordo prevede che venga costituita una newco alla quale Unicredit e Santander apporteranno le rispettive attività di asset management e che per il resto venga capitalizzata dai due fondi. A Unicredit e a Santander farà capo un terzo del capitale della newco ciascuno, mentre ai due fondi farà capo l’altro terzo.
Nel medio periodo l’obiettivo è l’ipo, con i fondi che usciranno dall’azionariato, mentre le due banche intendono restare azionisti di riferimento. Per Pioneer si tratterebbe di un ritorno in Borsa, visto che Unicredit aveva acquisito la casa di asset management nell’estate del 2000 proprio dopo aver lanciato un’opa a 43,50 dollari per azione sul gruppo quotato al Nasdaq per un totale di 1,2 miliardi di dollari.