Cinven ha annunciato oggi di aver raggiunto il target di raccolta di 5 miliardi di euro per il suo quinto fondo di buyout dedicato all’Europa. Un obiettivo che è stato ottenuto anche grazie al 41% di Irr (Internal rate of return) che è stato il rendimento medio annuo dei fondi di Cinven dal 1988 a oggi. Non solo. In particolare il quarto fondo ha dato parecchie soddisfazioni agli investitori, visto che al momento ha un Irr del 55%, grazie agli ultimi disinvestimenti, tra i quali quello delle attività aeronautiche dell’italiana Avio a GE per 3,3 miliardi. Il nuovo fondo è comunque già operativo, tanto che ha già investito il 14% della sua dotazione nelle società Pronet, Prezioso, Mercury Pharma e Amdipharm. Cinven è guidato in Italia dal managing partner Roberto Italia.
La Bank of England accende un faro sui fondi di buyout che si finanziano con troppa leva, perché rappresentano un attentato alla stabilità del sistema finanziario britannico. Lo ha scritto chiaro e tondo oggi la Banca Centrale inglese nel suo Bollettino trimestrale appena pubblicato: “Il fatto che ci siano pochi disinvestimenti, in presenza di una situazione economica debole, suggerisce che molte società partecipate da fondi di private equity oggi rischino di non essere in grado di rimborsare i finanziamenti ottenuti al momento del leveraged buyout e dovranno quindi rifinanziarsi. Se non riusciranno a farlo, potrebbero andare in default e quindi le esposizioni delle banche nei confronti di queste società sono da considerare a rischio”. La BoE ha quindi fatto sapere che non esiterà a utilizzare i poteri che gli vengono dal suo nuovo ruolo di Autorità di vigilanza sulla City, per monitorare i prossimi deal di private equity ed evitare che si inneschi una nuova crisi finanziaria.
Gli operatori di private equity che lavorano sul segmento del mid-market si sono rivelati più profittevoli della media di tutti i fondi monitorati dalla European Venture Capital Association (EVCA). Lo dice un report di EVCA appena pubblicato, che prende in considerazione gli investimenti e i disinvestimenti dei fondi di mid-market (con dotazione compresa tra i 250 milioni e un miliardo di euro) nel periodo 1990-2011. Il calcolo, condotto da Thomson Reuters, mostra infatti che questi fondi sono stati in grado di generare un Irr medio (al netto delle varie fee) del 17,2% all’anno per tutti i 21 anni osservati contro il 9,1% della media dell’intero mercato. E non basta. Perché se si restringe l’osservazione alla sola metà dei fondi con migliori performance, l’Irr dei fondi di mid market sale al 26,1% contro il 15,9% dell’intero mercato.