Il fondo di private equity Progressio, guidato da Filippo Gaggini, ha siglato ufficialmente l’accordo di acquisto del 100% del gruppo di arredamento di design Giorgetti (si veda altro articolo di BeBeez e il comunicato stampa).
I dettagli dell’operazione non sono stati resi noti, ma secondo quanto riferito da MF Milano Finanza lo scorso 6 agosto, l’enterprise value si aggira attorno a un multiplo di 9-10 volte l’ebitda e quindi non dovrebbe discostarsi molto da 30 milioni di euro.
Giorgetti, fondata a Meda nel 1898 come piccolo laboratorio di ebanisteria, è oggi tra i principali operatori nel settore dei mobili di alta gamma, con una presenza geografica distribuita su 85 Paesi. L’87% dei 39 milioni del fatturato 2014 (+16% rispetto al 2013) è realizzato all’estero. Inoltre l’azienda si colloca nella fascia elevata di mercato, come testimoniato dalla redditività delle vendite, aumentata dal 3% del 2011 al 7,9% del 2013.
A vendere è stata la stessa famiglia Giorgetti, ma Carlo e sua figlia Roberta rimarranno in azienda per assistere il nuovo management nella transizione, che parteciperà inoltre al capitale dell’azienda. La strategia di Progressio, condivisa con i Giorgetti, prevede il rafforzamento e consolidamento della posizione dell’azienda sui mercati internazionali.
Il fondo Progressio Investimenti II, ha raccolto 205 milioni di euro, di cui circa il 70% investiti. L’investimento in Giorgetti fa seguito alle due operazioni completate a luglio: l’acquisizione di Italchimici, azienda attiva nei farmaci generici, e di Ocs, che produce cilindri oleodinamici, tramite la controllata Duplomatic. Sempre a luglio Progressio aveva ceduto la sua quota di CLX Europe al gruppo indiano eClerx.
Nell’acquisizione di Giorgetti la famiglia venditrice è stata seguita da Banca Imi quale advisor finanziario dell’operazione, da Kpmg per la vendor due diligence e da BonelliErede, da Spangaro e da Borgonovo Formenti quali advisor legali. Progressio è stata assistita dallo Gitti Raynaud & Partners come advisor legale, da Ernst&Young, dallo studio Russo De Rosa, da Consulgroup ed Essentia Advisory. Banca Popolare di Milano ha finanziato l’acquisizione ed è stata assistita dallo studio legale Simmons & Simmons.