Diventa più caldo il dossier Saipem per il Fondo Strategico Italiano (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scrive oggi MF-Milano Finanza, precisando che il veicolo d’investimento guidato da Maurizio Tamagnini potrebbe rilevare da Eni (oggi primo azionista con il 42,93%) una quota importante del capitale di Saipem, vicina al 20%, mettendo sul piatto una cifra oscillante per l’appunto tra 800 milioni e 1 miliardo di euro. In questo modo la partecipazione del gruppo guidato da Claudio De Scalzi scenderebbe a poco più del 20%.
La fase-due del progetto porterebbe invece al ventilato lancio dell’aumento di capitale al quale i due soci aderirebbero pro-quota. Per Dealreporter, la taglia del rafforzamento patrimoniale allo studio dell’azienda guidata dall’amministratore delegato Stefano Cao, si dovrebbe aggirare sui 2-2,5 miliardi. Ma non è escluso che la ricapitalizzazione possa alla fine essere inferiore, vicina o di poco superiore al miliardo e mezzo. Il tutto con l’obiettivo di migliorare sensibilmente la posizione finanziaria netta di Saipem che a fine 2014 ammontava a 6 miliardi lordi e 4,6 miliardi netti.
Da quando Eni ha annunciato lo scorso anno di voler uscire dal capitale di Saipem, il dossier è entrato nei radar di tutti i principali fondi di private equity del mondo come Blackstone, Tpg, Riverstone, Carlyle e First Reserve, ma anche di colossi industriali del settore come Saudi Aramco, Samsung, Technip e le norvegesi Seadrill e SubSea7.