![Massimo Arrighetti FSI F2i Orizzonte](https://bebeez.it/wp-content/blogs.dir/5825/files/2013/12/arrighetti-250x300.png)
Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banca Montepaschi e Bnl cederanno ai fondi di Fondo Strategico Italiano, F2i e Orizzonte sgr il 59,3% del capitale di Sia sulla base di una valutazione dell’intero gruppo di 765 milioni di euro, cioé circa 8 volte l’ebitda normalizzato atteso per il 2013 (scarica qui il comunicato del FSI). Nell’operazione (si veda altro articolo di BeBeez), le banche venditrici sono state assistite da HSBC in qualità di advisor finanziario e da Pedersoli e Associati per gli aspetti legali, mentre Ernst&Young ha assistito il FSI con servizi di transaction diligence.
Il gruppo leader europeo nel settore delle infrastrutture e servizi tecnologici per banche e società finanziarie ha chiuso il 2012 con 348 milioni di ricavi consolidati e con un ebitda di 94 milioni. La società guidata dall’amministratore delegato Massimo Arrighetti l’anno scorso ha gestito un totale di 9,2 miliardi di transazioni, di cui 5,8 miliardi per operazioni con carte di credito, di debito e prepagate, e 3,4 miliardi per pagamenti e incassi, mentre ha gestito 23,7 miliardi di operazioni di trading e post-trading.
Nel dettaglio Intesa Sanpaolo (oggi al 32,9%) e Unicredit (oggi al 24,1%) cederanno il 28,9% e il 20,1%, restando entrambe con il 4% ciascuno del capitale, mentre Banca Monte dei Paschi di Siena e Bnl cedendo rispettivamente il 5,8% e il 4,5% del capitale, usciranno dalla compagine sociale. Infine, gli altri attuali azionisti di Sia (tra cui Telecom Italia, Ubi Banca, Istituto Centrale Banche Popolari, Deutsche Bank, Banco Popolare e Banca Popolare di Milano) conserveranno nell’insieme una quota del 32,7%. Al termine dell’operazione, il Fondo Strategico Italiano deterrà la quota di maggioranza relativa del 42,3% per cui ha investito 204 milioni oltre a 77 milioni di euro di finanziamento, seguito da F2i sgr con il 10,3% (rilevato da Mps e Bnl), che ha investito circa 50 milioni di equity oltre a un finanziamento di circa 18 milioni, e da Orizzonte (l’sgr promossa dalle Camere di Commercio) con il 6,7%. Ma i pesi potrebbero ulteriormente modificarsi se nel prossimo futuro qualcuno degli altri soci di minoranza decidesse di uscire dal capitale. Secondo quanto riferito oggi da MF-Milano Finanza, in questo caso a comprare sarebbe F2i. In ogni caso, gli accordi di governance prevedono che sia il F2i a indicare un presidente che sia gradito a FSI e che sia FSI a indicare l’amministratore delegato che sia gradito a F2i.
Obiettivo dei nuovi azionisti è in particolare quello di accelerare la penetrazione della monetica, di favorire la digitalizzazione della pubblica amministrazione e di aumentare il supporto alla gestione del debito pubblico italiano, attraverso la partnership con Monte titoli e Borsa italiana. Sia gestisce infatti le piattaforme tecnologiche del trading di MTS e del post trading di Monte Titoli. MTS è la piattaforma di Borsa Italiana per la negoziazione wholesale di obbligazioni (governative e non) e in particolare dei titoli governativi Italiani. Maggiore efficienza e funzionalità di scambio consentono pertanto di ampliare la base di investitori in titoli governativi italiani e rendere più facili i loro scambi.
L’entrata in scena del fondo guidato da Maurizio Tamagnini era stata ipotizzata già a fine luglio da MF-Milano Finanza alla luce delle perplessità di Banca d’Italia a proposito dell’offerta presentata dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari e dal colosso olandese Equens, con il 40% ciascuno, affiancati da Unicredit e Intesa Sanpaolo con il 5% a testa. Una cordata che sulla carta avrebbe visto gli italiani in maggioranza, ma che in realtà avrebbe nascosto il pericolo di integrazione delle attività internazionali di Sia con quelle di Equens in Olanda, diluendo gli azionisti italiani di Sia in maniera significativa nella nuova compagine.