Un miliardo di euro investito nel capitale di oltre 700 imprese con 771 operazioni. E’ stato questo l’impegno di Simest nei suoi 25 anni di attività celebrati ieri a Milano con un grande convegno a Palazzo Mezzanotte, nella sede di Borsa Italiana, che si è aperto con un videomessaggio del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda (scarica qui il Libro di Simest).
E non basta, perché a quegli investimenti se ne sono aggiunti altri 301 per un totale di 300 milioni, sempre in equity, condotti tramite il fondo di venture capital della stessa Simest, attivo dal 2004. Il tutto senza dimenticare che dal 1999 l’attività di Simest si è estesa alla concessione di agevolazioni finanziarie attraverso fondi pubblici, gestiti per conto del Ministero dello Sviluppo Economico: da allora sono stati impiegati 2,6 miliardi di euro del Fondo Rotativo (Legge 394/81) per finanziamenti a tasso agevolato per l’internazionalizzazione e 3,8 miliardi del Fondo Contributi (Legge 295/77) per il supporto dei crediti all’esportazione per agevolare forniture per oltre 60 miliardi di euro a beneficio delle aziende esportatrici.
Tornando agli investimenti diretti in equity, tutti in partecipazioni di minoranza per accompagnare la crescita internazionale delle imprese italiane, EY ha calcolato che l’importo medio delle operazioni è stato pari a circa 1,3 milioni di euro e la metà delle operazioni è stata di taglio uguale o inferiore a 500 mila euro, per una durata media degli investimenti di 5,8 anni con un trend in crescita. I 243 investimenti in portafoglio a fine 2015 avevano una vita media di 7,3 anni e dal 2013, la media si è attestata sopra i 7 anni. Il tutto con rendimenti di tutto rispetto: l’Irr medio annuo del portafoglio ceduto nel periodo 1991-2015 è stato infatti del 9,5%, sulla base di un rendimento medio annuo delle partecipazioni dirette cedute nel periodo del 7,8% (comprensivo della quota di utili distribuiti dalle società partecipate) e sulla base del capital gain realizzato in fase di cessione della partecipazione.
Simest ha tenuto a sottolineare il fatto che il proprio approccio è più a misura di piccola impresa e più di lungo periodo di quanto non sia quello dei fondi di private equity tradizionali, visto che da un’analisi di confronto relativa agli anni 2005-2014 risulta evidente come il taglio medio degli investimenti di Simest sia stato di 1,9 milioni di euro contro gli 11,1 milioni di euro dei private equity italiani e come la permanenza media nel portafoglio partecipazioni di Simest nel periodo considerato sia stata di 6,3 anni contro i 4,9 anni dei private equity.
E le partecipate di Simest vincono il confronto con le partecipate dei fondi anche sul fronte della crescita di fatturato e occupazione. La crescita media dei ricavi delle aziende italiane partner supportate da Simest nel periodo 2005-2014 è stata infatti dell’8,4% annuo, conto una media dell’0,9% del Pil italiano e controuna crescita dei ricavi delle partecipate dei fondi del 7,5%.
Quanto agli occupati, nonostante il tasso di occupazione delle imprese italiane dal 2005 al 2014 abbia manifestato un andamento stagnante (-0,5% medio annuo), la dinamica occupazionale delle aziende italiane supportate da Simest nel periodo di riferimento ha evidenziato un trend positivo con un incremento medio annuo del 7,9% contro un aumento medio del 4% per le imprese del Pe.