Sirti, società leader nel mercato delle infrastrutture tecnologiche controllata dalla piattaforma di turnaround Pillarstone Italy, ha rilevato il 75% di Wellcomm Engineering, società leader sul mercato italiano in ambito cybersecurity (si veda il comunicato stampa).
A vendere è stato Nino Mansarasco, che mantiene il restante 25% del capitale e il suo ruolo di amministratore delegato di Wellcomm, mentre Benedetto Di Salvo, responsabile della business unit Digital Solutions di Sirti, è stato nominato presidente. L’acquisizione è stata finanziata da un aumento di capitale da 12,5 milioni di euro sottoscritto da Pillarstone Italy, che ha rilevato il 100% di Sirti nell’agosto 2016 (si veda altro articolo di BeBeez).
L’annuncio è stato dato ieri dal management di Sirti in occasione della presentazione dei conti 2018 e del piano industriale 2019-2022, che punta a superare gli 800 milioni di euro ricavi a fine piano, con tasso di crescita medio annuo del 4,2% e redditività in aumento, con il business generato dalle tre business unit “non-telco” (quindi soluzioni digitali per le aziende, energia e trasporti) che costituirà a fine periodo circa il 50% del totale dei ricavi del gruppo (si veda il comunicato stampa). A oggi, invece, il fatturato è generato prevalentemente dalle infrastrutture di telecomunicazioni (64%).
Wellcomm Engineering è attiva dal 1994 come system integrator nell’ambito IT, operando nella security e cibersecurity. I suoi principali clienti sono banche e assicurazioni (60% del totale), seguite dall’industria (25% del totale). Wellcomm Engineering ha sede a Mazzo di Rho (Milano) e controlla le società Sicab Telecomunicazioni, focalizzata nello sviluppo del mercato associato alla convergenza delle tecnologie di comunicazione in ambito IP, e We Consulting, specializzata nel settore sistemistico legato alla sicurezza del dato e delle applicazioni. Nel 2018il gruppo ha conseguito un fatturato di 25,5 milioni di euro (contro i 22,9 del 2017, con una crescita dell’11%) e un ebitda di 1,6 milioni, con una liquidità netta di 2,2 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
L’operazione rientra nella strategia di rafforzamento e sviluppo del posizionamento del Gruppo Sirti, in particolare nelle soluzioni digitali, e apre nuove prospettive sull’area finanza di banche e assicurazioni. “Wellcomm manterrà marchio e attività separata, ma realizzerà sinergie con Sirti, perché entrambe faranno cross selling di servizi. L’acquisizione di Wellcomm Engineering consente a Sirti di rafforzare il proprio portafoglio di servizi nella cybersecurity, un ambito in forte crescita e strategico per tutti i nostri clienti”, ha spiegato Roberto Loiola, amministratore delegato di Sirti. “Questa operazione consente di mettere in atto numerose sinergie in termini di know how e di capacità operative, di accelerare la crescita e di assicurare un futuro di lungo termine ai nostri dipendenti”, ha aggiunto Mansarasco.
Che Sirti avesse mire nel settore Ict era stato detto chiaro giusto un anno fa dallo stesso Loiola e da John Davison, presidente di Pillarstone Italy e allora presidente di Sirti (da fine maggio è presidente David Benello, ex lead independent director di Telecom Italia e della fintech londinese Tungsten Network), in occasione della presentazione dei conti 2017 e del piano 2018-2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Allora i due manager avevano detto che Sirti sarebbe potuta crescere anche per acquisizioni, in particolare nel settore energy e utilities e appunto nell’ict. L’ultima acquisizione di Sirti, prima di Welcomm Engineering, risale a fine 2016, poco dopo l’ingresso di Pillarstone nel capitale, quando Sirti ha acquisito Foi & Vitali Elettrodotti, società specializzata nella gestione e manutenzione di linee elettriche alta-media-bassa tensione, ed era la prima dopo 10 anni di inattività del gruppo sul fronte acquisizioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il focus sull’Ict è dovuto al fatto che Sirti prevede una crescita costante di progetti e base clienti per il business delle soluzioni digitali, che nel 2018 ha registrato nuovi ordini e ricavi per circa 130 milioni di euro con una crescita superiore al 10% anno su anno.
Sirti, che conta circa 4200 dipendenti in 40 sedi operative ed è attiva in Italia, Europa e Medio Oriente, ha chiuso il 2018 con 657 milioni di euro di ricavi, in calo del 3% dai 673 milioni del 2018, soprattutto per colpa di una contrazione del mercato telco e quindi di una necessaria aumentata selettività commerciale. Quest’anno, comunque, la previsione è di raggiungere quota 700 milioni di ricavi (si veda il comunicato stampa).
Non a caso l’ebitda nel 2018 è aumentato a 34 milioni dai 28 milioni di euro del 2017, attestandosi quindi dal 4,4% del fatturato e l’obiettivo è arrivare al 5,2% nel 2022. La società a fine 2018 aveva un portafoglio ordini superiore a 1,3 miliardi di euro, in crescita del 58% rispetto al 2017.
La prima parte dell’anno 2019 ha visto Sirti di fronte a una situazione duale: da una parte le business unit “non telco” si trovano di fronte a mercati in sviluppo; al tempo stesso la business unit telco infrastructures affronta un mercato che ha subito significativi cambiamenti strutturali nel corso degli ultimi anni e sta attraversando una profonda fase di trasformazione. Il mercato delle telco ha perso 12 miliardi negli ultimi 9 anni, complice anche il calo dei prezzi per i consumatori degli ultimi 2 anni, mettendo sotto pressione anche le strutture dei costi di Sirti. Quest’ultima ha siglato un accordo sindacale il 15 maggio scorso che prevede anticipazione della pensione, contratti di solidarietà e riconversione dei lavoratori ad altre business unit, mantenendo i livelli occupazionali.