SI è chiusa con successo ieri l’opa a 10 euro per azione su Labomar, società nutraceutica quotata su Euronext Growth Milan, sinora controllata dall’imprenditore Walter Bertin, che per portare via da Piazza Affari la società e iniziare un nuovo percorso di sviluppo si è alleato con il private equity britannico Charterhouse (si veda qui il comunicato stampa). Il periodo di adesione era iniziato lo scorso 10 luglio, mentre l’operazione era stata annunciata lo scorso maggio (si veda altro articolo di BeBeez).
Se verranno confermati i dati provvisori, comunicati da Intesa Sanpaolo intermediario incaricato del coordinamento della raccolta delle adesioni, il veicolo offerente, LBM Next spa, insieme a Bertin e Nadai e al veicolo CCP che fa capo a Charterhouse possiederanno il 94,096% del capitale della società, tenuto conto delle azioni apportate in opa, pari al 16,961% del capitale, per un controvalore di 31,35 milioni di euro; delle azioni acquisite sul mercato da CCP al di fuori dell’offerta e durante il periodo dell’offerta pari al 2,115% del capitale, con l’ultimo acquisto condotto proprio ieri (si veda qui il comunicato stampa); e delle azioni già in portafoglio a LBM Next al momento del lancio dell’offerta.
Ricordiamo infatti che l’opa ha riguardato le azioni in circolazione rappresentative del 32,393% del capitale, cioé tutte le azioni ad eccezione di quelle già possedute da Bertin e dell’amministratore delegato Claudio de Nadai (rappresentative in totale del 67,607% del capitale). L’opa è stata lanciata da LBM Next spa, inizialmente capitalizzato al 99,5% da LBM Holding srl, la società con la quale Bertin controllava Labomar al 67,339%, e allo 0,5% dall’ad Claudio de Nadai, che a sua volta possedeva lo 0,268% di Labomar. Pè stato sottoscritto da LBM Holding e da de Nadai in natura, apportando le loro azioni di Labomar, e un secondo aumento di capitale da circa 59,9 milioni è stato invece sottoscritto in denaro da CCP No. 7.2 Ltd, veicolo di nuova costituzione che fa appunto capo a Charterhouse. In questo modo LBM Next si è dotata dei capitali necessari per pagare il corrispettivo dell’opa ed è ora controllata al 67,348% da LBM Holding,allo 0,268% da de Nadai e al 32,384% dal veicolo di Charterhouse.
Ma Charterhouse si è riservata un’opzione per acquisire da LBM Holding il 21% di LBM Next da esercitarsi tra il 31 gennaio 2025 e il 31 gennaio 2026. Per contro, se Charterhouse non avrà esercitato la sua opzione, allora LBM Holding ha opzione di acquisto da CCP di tutte le sue azioni di LBM Next tra il 1° febbraio 2026 e il 31 luglio 2026.
Ricordiamo che Labomar, ai fini dell’offerta, è stata valutata circa 212 milioni di euro, cioé 12,8 volte l’ebitda del 2022 (si veda qui il Documento di offerta), che era stato di 16,55 milioni di euro, a fronte di 91,8 milioni di ricavi e un debito finanziario netto di 27,6 milioni (si veda qui il comunicato stampa sui conti 2022), mentre il primo trimestre del 2023 ha visto crescere i ricavi consolidati a 28 milioni dai 19 milioni del primo trimestre 2022 (si veda qui il comunicato stampa). Labomar era sbarcata su Euronext Growth Milan il 5 ottobre 2020 con un’ipo che a 6 euro per azione aveva raccolto 29,9 milioni di euro.