La crisi innescata dalla pandemia di Covid 19 potrebbe essere un drammatico catalizzatore di operazioni di integrazione che facciano crescere dimensionalmente i brand della moda italiana. Lo ha detto ieri l’amministratore delegato di FSI, Maurizio Tamagnini, in occasione del suo intervento al Milano Fashion Global Summit 2020 organizzato da Class Editori (si veda qui Reuters).
Tamagnini ha detto che “le dimensioni contano”, più che mai in un contesto di crisi, e che le grandi aziende della moda nel mondo hanno continuato a produrre cassa in questo difficile contesto mentre quelle più piccole hanno bruciato cassa. “E’ sempre più importante che dietro a un bel marchio ci sia anche la capacità aziendale di creare cashflow e sostenibilità finanziaria”, ha aggiunto. La pandemia potrebbe quindi essere “una sveglia drammatica su cui riflettere. Ma bisogna che l’interesse aziendale venga messo prima della proprietà assoluta dell’azienda”, secondo Tamagnini.
Quando nel 2013 Loro Piana fu venduta a Lvmh, ha raccontato il manager, “provammo come FSI a coinvolgere i primi 10 gruppi italiani del settore proponendo di creare una casa comune, una holding, in cui iniziare a conoscerci. Il dibattito che ne derivò fu interessante ma alla fine non accadde nulla”.
Detto questo, un progetto simile ha ancora senso. Nel 2014, ha ricordato, i primi tre gruppi del lusso francese fatturavano 25 miliardi di euro contro i 16 miliardi delle prime 15 aziende italiane del settore. Nel 2019 i ricavi delle prime avevano raggiunto i 45 miliardi, quelli delle seconde erano saliti a 18 miliardi, con un raddoppio del differenziale negativo (-61% da -36%).
Proprio in quest’ottica nel giugno 2018 il fondo FSI è entrato nel capitale di Missoni spa con il 41,2%, con la famiglia Missoni che ha mantenuto il controllo dell’azienda con il 58,8%. L’operazione è avvenuta prevalentemente attraverso un aumento di capitale, con FSI che ha investito circa 70 milioni di euro e con la nuova finanza che è andata a supportare il piano di crescita del gruppo (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo FSI ha chiuso la raccolta nel xx 2019 con ben 1,4 miliardi di euro di impegni sottoscritti da 22 investitori italiani e internazionali. Il fondo è gestito da FSI sgr, controllata al 51% dal management e per il resto da Cdp e Poste Vita (si veda altro articolo di BeBeez).
Proprio in ottica di concentrazione in Toscana sono state condotte di recente operazioni di consolidamento del settore da parte di investitori di private equity. Da un lato, lo scorso ottobre Vam Investments e Fondo Italiano d’Investimento (FII) sgr, con la partecipazione di Italmobiliare, hanno acquistato le aziende di abbigliamento toscane Giuntini, Ciemmeci Fashion e Mely’s Maglieria, creando il polo Florence (si veda altro articolo di BeBeez). Dall’altro, Holding Industriale (Hind), holding di investimento dedicata alle aziende italiane di eccellenza, tramite la sua sub-holding Holding Moda, ha acquisito Albachiara, società di Bucine (Arezzo) specializzata nello sviluppo e produzione di abbigliamento leggero donna per alcune delle principali maison internazionali del lusso. E’ stata la quarta acquisizione per Holding Moda (si veda altro articolo di BeBeez).
Nei giorni scorsi, poi il Made in Italy Fund, fondo di private equity gestito da Quadrivio & Pambianco, ha rilevato la maggioranza del marchio di moda GCDS. A vendere sono stati i fratelli Giuliano e Giordano Calza, rispettivamente direttore creativo e ceo, che manterranno una minoranza del capitale. Ad affiancare gli imprenditori, oltre al management di Quadrivio & Pambianco, ci sarà Patrizio di Marco, precedentemente presidente di Golden Goose e ceo di Gucci e Bottega Veneta, che siederà nel Consiglio di amministrazione e coinvestirà a fianco del fondo (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre nei giorni scorsi si è assistito a operazioni di m&a condotte direttamente da aziende del settore. Una prima operazione è stata quella condotta dalla famiglia Morelli, a cui fa capo Pellemoda, azienda toscana specializzata nelle produzioni di abbigliamento a ciclo completo in pelle e in tessuto, che ha rilevato la Marmi Renzo di Pieve a Nievole (Pistoia), specializzata in trafori, intrecci, incisioni e stampaggi a caldo sulla pelle. L’operazione è stata condotta dopo che lo scorso maggio è stata costituita la holding di famiglia, Morelli Holding, che oggi quindi controlla Pellemoda, Hostage (joint venture dei fratelli Azzurra e Giampaolo Morelli con Martino Mazzoni attiva nell’abbigliamento in tessuto) e, appunto, Marmi Renzo, che è stata ora ribattezzata Marmi srl (si veda altro articolo di BeBeez).
Un altro deal è stato chiuso di recente dal produttore di tessuti Piacenza 1733, che ha rilevato il Lanificio Piemontese, realtà d’eccellenza di Biella che ha chiuso il 2019 con un fatturato di oltre 6 milioni di euro. A vendere è stato il fondatore Mauro Caneparo, che continuerà ad avere il ruolo di direttore di linea coadiuvato in tutte le attività da Piacenza 1733 (si veda altro articolo di BeBeez). E sempre in ottica di concentrazione lo scorso marzo Finross, la finanziaria della famiglia Rossetti, ha acquisito tramite Cshoes il 60% del produttore italiano di borse e calzature Baldinini per 13 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Quello della moda, lusso & design è uno dei settori monitorati da BeBeez Private Data, il database del private capital di BeBeez
che a oggi conta 164 aziende del settore nei portafogli di investitori di private equity, venture capital e private debt
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