Technogym ha presentato a Borsa Italiana la richiesta relativa al giudizio di ammissibilità a quotazione delle proprie azioni ordinarie sull’MTA e a Consob la richiesta di approvazione del documento di registrazione dell’Ipo che la dovrebbe portare a Piazza Affari Il gruppo produttore di attrezzature da fitness nei prossimi mesi. L’operazione, secondo quanto ha rivelato ieri Reuters, sarà un’opv, cioé un’offerta pubblica di vendita, che non prevederà quindi un aumento di capitale, ma solo la cessione sul mercato delle azioni in portafoglio al fondo Arle Capital Partners, a cui fa capo il 40% del gruppo, che per il resto è invece controllato dai fratelli Nerio e Pierluigi Alessandri.
E questo perché il socio di minoranza Arle Capital Partners (nato dallo spin off dell’ex management team di Candover Capital Partners) avrebbe necessità di disinvestire entro fine giugno. Proprio per questo motivo, quindi, gli advisor Goldman Sachs e Mediobanca continuano a lavorare anche sull’ipotesi di dual track e quindi anche sull’alternativa di cessione della quota di Arles a un nuovo investitore, visti i chiari di luna delle Borse internazionali di questi primi due mesi dell’anno (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto riferisce oggi MF Milano Finanza, lo scorso 16 febbraio l’assemblea dei soci di Technogym ha definito alcuni step fondamentali e propedeutici all’operazione di ipo. A partire dal frazionamento del capitale sociale, attualmente costituito da 10 milioni di azioni. Per lo sbarco a Piazza Affari è stato deciso di suddividerlo in 200 milioni di titoli, senza più valore nominale. Inoltre è stato introdotto il voto di lista sia per il rinnovo del consiglio d’amministrazione sia per quello del collegio sindacale.
Ma la vera novità del processo di quotazione di Technogym è rappresentata dall’introduzione delle cosiddette loyalty shares, ovvero il voto maggiorato (o plurimo). In base alla determinazione dei soci, “ciascuna azione dà diritto a 2 voti”. Sempre che questo singolo titolo sia detenuto dal medesimo soggetto per un periodo continuativo di almeno due anni. Un altro passaggio propedeutico alla quotazione è stato la fusione nella capogruppo operativa Technogym delle controllate MyWellness (progettazione e sviluppo delle piattaforme software) e Laserpro (produzione).
Intanto Technogym ha chiuso il 2015 con un fatturato in crescita del 10% sul 2014 a quota 511,8 milioni di euro (di cui il 93<% all’estero) con un ebitda salito addirittura del 40% a 86,7 milioni. Già il 2014 era stato un anno molto buono: il gruppo aveva chiuso l’esercizio con un fatturato di 466 milioni di euro (+13% sul 2013) e un ebitda di 64,8 (+77%). La posizione finanziaria netta si era attestata a 57,2 milioni, migliorata rispetto agli 87 milioni del 2013.
Sulla base di quanto appostato nella semestrale da Candover Investments plc (per la sua quota del gruppo posseduta direttamente), Technogym valeva poco meno di un miliardo di euro, debito compreso cioé 14 volte l’ebitda del 2014 (si veda altro articolo di BeBeez), ma applicando lo stesso mulltiplo all’ebitda del 2015 il valore sale a 1,2 miliardi.