Potrebbe avvenire già oggi la nomina degli advisor da parte di TIM che dovranno gestire le trattative con KKR, dopo che il braccio specializzato in investimenti in infrastrutture del colosso Usa del private equity ha depositato nella serata di venerdì 19 novembre la sua manifestazione di interesse a rilevare il 100% del gruppo tlc quotato a Piazza Affari e quindi a lanciare un’opa finalizzata al delisting (si veda altro articolo di BeBeez).
Venerdì 26 novembre, infatti, in una riunione durata sei ore, il Consiglio di amministrazione, da un lato, ha accettato la remissione delle deleghe dal parte del ceo e direttore generale di TIM, Luigi Gubitosi, proprio per favorire il processo decisionale da parte del board a proposito dell’offerta non vincolante di KKR (si veda altro articolo di BeBeez) e ha nominato direttore generale Pietro Labriola, ceo di TIM Brasil, mentre le deleghe da ceo sono state assunte dal presidente Salvatore Rossi. Dall’altro lato, il Cda, in relazione alla manifestazione di interesse indicativa e non vincolante di KKR, ha istituito, su proposta del Comitato per il Controllo e Rischi, un Comitato ad hoc costituito dal presidente Salvatore Rossi e da quattro amministratori Indipendenti: il Lead Independent Director (ruolo creato ad hoc, che è stato assunto dalla consigliera Paola Sapienza) e gli amministratori Paolo Boccardelli, Marella Moretti e Ilaria Romagnoli.
Lo si legge nel comunicato stampa diffuso da TIM sempre il 26 novembre in cui si precisa anche che “avvierà tempestivamente e svolgerà, con il supporto degli advisor che all’uopo provvederà ad incaricare, tutte le attività istruttorie propedeutiche all’analisi del contenuto della manifestazione non vincolante. Le attività e istruttorie del comitato saranno condotte secondo le migliori prassi al fine di consentire al Consiglio di valutare compiutamente la portata, il contenuto, le condizioni e le conseguenze della manifestazione non vincolante, nonché maturare e assumere, in maniera adeguatamente informata, le determinazioni in relazione alla stessa per quanto di propria competenza”.
Quanto a Gubitosi, rimane consigliere di amministrazione e azionista di TIM (con poco meno di 4 milioni di azioni), mentre Labriola resta comunque anche ceo di TIM Brasil. Al contempo al Presidente Salvatore Rossi sono state attribuite responsabilità e deleghe relative a Partnership & Alliances, Institutional Communications, Sustainability Projects & Sponsorship, Public Affairs, nonché la responsabilità di gestione degli asset e delle attività di TIM di rilevanza strategica per il sistema di difesa e di sicurezza nazionale.
A proposito del successore di Gubitosi nel ruolo di ceo del gruppo, si legge ancora nella nota: “La soluzione di governance individuata costituisce un passo essenziale del processo di ceo Succession Planning, sul quale continua l’impegno del Consiglio nel suo insieme e, in particolare, del Comitato per le Nomine e la Remunerazione, assistito dall’advisor Spencer Stuart. Impegno teso a definire una leadership esecutiva di medio termine della società stabile e duratura, che tenga conto dell’evoluzione dell’assetto societario complessivo di TIM e del relativo perimetro di attività”.
Pietro Labriola, nato ad Altamura (Bari), classe 1967, vanta un’esperienza professionale tutta spesa all’interno del settore delle telecomunicazioni. Negli ultimi 20 anni ha operato all’interno del gruppo TIM in ruoli diversificati di crescente responsabilità fino ad assumere la guida complessiva delle attività del gruppo in Brasile. Labriola non è a oggi in possesso di azioni TIM.
Sarà quindi Labriola, affiancato dal Comitato ad hoc costituito dai 4 amministratori indipendenti, ad aprire la data room e trattare con KKR. Ricordiamo che Gubitosi nella sua lettera inviata al Cda nella serata del 25 novembre, con la quale rimetteva le sue deleghe, aveva precisato: “E’ urgente nominare i consulenti finanziari e approvare la immediata concessione di un periodo di tempo ragionevole per effettuare una limitata due diligence su documenti ed informazioni accettabili per il Consiglio. Tecnicamente potremmo essere pronti a una data room in 48/72 ore“.
Ricordiamo che, secondo varie fonti, KKR nella sua manifestazione di interesse non vincolante recapitata al Cda ha proposto un piano di riassetto con separazione dell’infrastruttura di rete dai servizi e con un percorso per riportare a termine la rete sotto il controllo di Cassa Depositi e Prestiti, che a quel punto deciderebbe se tenere due partecipazioni distinte in FiberCop (dove oggi KKR ha il 37,5%, Fastweb il 4,5% e TIM il 58,1%) e in Oper Fiber (dove invece oggi Cdp ha il 60% e Macquarie infrastructure il 40%) oppure se realizzare una rete unica, come nel progetto originario siglato lo scorso agosto (si veda altro articolo di BeBeez). In questo modo il gruppo francese Vivendi (azionista al 23,75%, che ha il titolo in carico a 83 centesimi, si veda altro articolo di BeBeez) potrebbe restare nel capitale di TIM post-opa, visto che la soglia perché l’offerta sia valida è stata fissata soltanto al 51% del capitale, e beneficiare da un lato dell’operazione di cessione della rete a Cdp e dall’altro di un’ulteriore operazione sulla parte servizi, che potrebbe accorparsi con una media company europea, non ultima Mediaset, dopo che Vivendi è tornata in buoni rapporti con Fininvest con l’accordo dello scorso maggio sulla sua graduale uscita dal capitale (modificato su alcuni punti proprio nei giorni scorsi, si veda qui il comunicato stampa) e dove peraltro qualcuno immagina che potrebbe nel frattempo trasferirsi al timone proprio Luigi Gubitosi. Quanto a KKR, starebbe trattando con CVC per condurre l’operazione insieme. Lo riferisce Bloomberg.
Intanto venerdì 26 novembre il titolo a Piazza Affari è solo scivolato a 48,05 centesimi (-0,72% dal giorno prima), poco sotto il prezzo indicativo dell’opa di 50,5 centesimi, in una giornata in cui invece i mercati finanziari internazionali sono crollati per i timori innescati dalla diffusione della variante sudafricana del Covid-19, con il FtseMib che ha perso lil 4,6%.