
Ha chiuso con un ulteriore netto rialzo il titolo Atlantia a Piazza Affari venerdì 8 aprile, superando quota 22 euro (+8,72%) e raggiungendo una capitalizzazione di oltre 17 miliardi di euro.
Merito delle conferme che sono arrivate nel corso della giornata a proposito della sfida per il controllo del gruppo infrastrutturale, che oggi fa capo per il 33,1% alla Edizione Holding della famiglia Benetton e che è oggetto delle mire di due cordate con obiettivo opa finalizzata al delisting del titolo (si veda altro articolo di BeBeez). Da un lato ci sono il fondo americano Global Infrastructure Partners (GIP, lo stesso che nel 2018 ha investito in Italo Nuovo Trasporto Viaggiatori, si veda altro articolo di BeBeez), il gruppo canadese Brookfield Asset Management (che controlla anche Oaktree Capital Management) e il colosso delle costruzioni spagnolo ACS, guidato da Florentino Perez (noto anche per essere il presidente della squadra di calcio Real Madrid) e socio di Atlantia nel gruppo spagnolo di autostrade Abertis; mentre dall’altra parte c’è la stessa famiglia Benetton supportata da Blackstone.
Quello di chiusura di venerdì, 22,07 euro per azione, è un prezzo superiore del 18,7% ai 18,54 euro di martedì 5 aprile, giorno precedente alla diffusione dei primi rumor. Se si ipotizzasse un premio del 30% sul prezzo precedente la diffusione dei rumor, quindi circa 24 euro, si arriverebbe a oltre 22 miliardi di euro di equity value per il 100% di Atlantia. Le ultime notizie sono ora che la cordata Benetton-Blackstone intende annunciare un’offerta a cavallo di Pasqua.
Ricordiamo che i movimenti sono partiti all’indomani della finalizzazione dell’acquisizione dell’88% di Autostrade per l’Italia (ASPI) da parte di Holding Reti Autostradali, nuova società di diritto italiano che fa capo per il 51% a CDP Equity e per la restante parte a Blackstone Infrastructure Partners (24,5%) e a Macquarie Asset Management (24,5%) (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso 30 marzo si sono avverate infatti tutte le condizioni sospensive e quindi le obbligazioni delle parti di vendere e acquistare la partecipazione detenuta da Atlantia in ASPI sono divenute vincolanti e finali (si veda qui il comunicato stampa). Ricordiamo che al closing dell’operazione Atlantia incasserà ben 8 miliardi di euro per la sua quota di ASPI, una cifra cash che evidentemente fa gola a tutti i pretendenti.
ACS nel pomeriggio di giovedì 7 aprile ha pubblicato una nota, su richiesta della Consob spagnola, con la quale ha precisato che ha siglato un accordo esclusivo con GIP e Brookfield in base al quale ACS stessa rileverebbe la maggioranza del business della autostrade di Atlantia, anche se “nessuna decisione ufficiale è stata presa”.
Proprio ACS nell’aprile 2021 aveva fatto irruzione nella partita per ASPI, mettendo sul piatto una valutazione di 10 miliardi di euro per la società controllata da Atlantia, ben di più dei 9,3 miliardi di euro offerti dal consorzio Cdp Equity-Blackstone Infrastructure Partners-Macquarie Infrastructure and Real Assets (si veda altro articolo di BeBeez). La sortita di ACS allora non aveva avuto successo, ma ora appunto Perez ci riprova al piano di sopra, sebbene gli ostacoli non siano proprio minimi. Da un lato, infatti, c’è la questione degli azionisti “amici” di Edizione Holding nel capitale di Atlantia e cioé il fondo sovrano di Singapore GIC (8,29%) e Fondazione CRT (4,5%), che in questi anni si sono sempre schierati con i Benetton e che quindi anche in questa partita potrebbero fare lo stesso. Dall’altro lato si potrebbe profilare un impedimento sul fronte del Golden Power, visto che Atlantia ha partecipazioni significative in ADR e Telepass.