Dando corpo alle indiscrezioni che già da qualche mese la volevano nel mirino di un grande gruppo, e 23 anni dopo essere stata rilevata da Aura Holding dei fratelli Carlo e Maurizio Traglio, Vhernier spa, peculiare Maison italiana di gioielli, ha concluso un accordo di vendita con Richemont, gruppo svizzero che nel settore della gioielleria possiede marchi come Buccellati, Cartier and Van Cleef & Arpels. Lo ha fatto sapere l’azienda elvetica senza fornire altri dettagli finanziari (si veda qui il comunicato stampa).
La transazione, il cui completamento è soggetto a determinate condizioni e approvazioni normative, non avrà alcun impatto finanziario rilevante sul patrimonio netto consolidato o sul risultato operativo di Richemont per l’esercizio che si concluderà il 31 marzo 2025. I risultati di Vhernier saranno riportati nell’area di business Jewellery Maisons, ha detto la società svizzera spiegando in che modo sarà consolidata la società, che gestisce anche De Vecchi Milano 1935, un marchio italiano di argenteria per la casa.
Vhernier affonda le sue radici nel laboratorio di arte orafa di Angela Camurati, aperto nel 1984 nel distretto orafo di Valenza, nell’alessandrino, e da sempre segnato da un forte legame con arte e design.
Vhernier è rinomata per l’insolita combinazione nei suoi gioielli, tutti realizzati a mano a Valenza, di metalli preziosi e gemme tradizionali con materiali non convenzionali come il titanio, il bronzo e l’ebano, ha sottolineato RIchemont evidenziando come queste caratteristiche, rese vive da una lavorazione artigianale innovativa, si ritrovino in tutte le collezioni della Maison.
L’interesse della famiglia Traglio per il marchio si è sviluppato, in una fase iniziale, soprattutto in virtù della passione di Carlo per la gioielleria, spiega La Provincia di Como ricordando come l’investimento sia stato effettuato solo poche settimane dopo l’attacco alle Torri Gemelle, in un clima di generale incertezza dell’economia anche nel settore del lusso.
«Fu una pazzia fare un investimento tanto importante in quel periodo, ma l’occasione non si poteva perdere – ha raccontato Carlo Traglio, qualche anno fa, a Il Sole 24Ore –. I gioielli sono sempre stati la mia passione e per Vhernier nutrivo un’ammirazione particolare e intravedevo un potenziale dirompente. La scelta di puntare sul design e su una visione di totale rottura rispetto al gioiello tradizionale era esattamente quello che cercavo per dare forma ai miei sogni».
Sotto la gestione di Carlo e Maurizio Traglio, rispettivamente presidente ed amministratore delegato, l’azienda ha registrato lo sviluppo che l’ha portata a distribuire le proprie creazioni attraverso una rete selezionata di boutique monomarca e negozi multimarca, prevalentemente in Europa e Stati Uniti generando (nel 2022) 27,9 milioni di ricavi, 3,2 milioni di ebitda e 2,9 milioni di liquidità netta (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).I principali indicatori sono sensibilmente migliorati negli ultimi anni: nel 2020 l’azienda aveva chiuso il bilancio con una perdita di 5,5 milioni di euro e un ebitda negativo per 2,4 milioni, tornando in utile ed ebitda positivo nel 2021, per poi chiudere il 2022 (ultimo bilancio disponibile) con 2,5 milioni di euro di utile.
E per quanto riguarda l’anno scorso? “Il 2023 di Vhernier è stato positivo. Per il terzo anno consecutivo cresciamo in doppia cifra e ci assestiamo oltre i 30 milioni di euro”, aveva detto a FashionNetwork.com Andrea Broggian, General Manager dell’azienda acquisita, spiegando come “l’Italia, in particolare, ha beneficiato dell’incremento significativo del turismo di alta gamma che ci ha consentito di ampliare la nostra clientela”.
“La Maison Vhernier porta un design distinto e distintivo che fonde magnificamente forme moderne, eleganti e slanciate con materiali non convenzionali, amplificati da un’eccezionale maestria artigianale”, ha detto Johann Rupert, presidente di Richemont. “Questa estetica unica si integra perfettamente con la nostra attuale collezione di rinomate Maison di gioielli”, e “non vediamo l’ora di lavorare insieme per realizzare il pieno potenziale di questa eccezionale Maison all’interno del fiorente mercato della gioielleria di marca”.
“Siamo lieti che la Maison Vhernier si unisca a Richemont, leader indiscusso della gioielleria di design”, hanno aggiunto i due Traglio, aggiungendo anche: “crediamo fermamente che la nostra distintiva Maison di gioielli fiorirà sotto la guida, l’esperienza e l’attenta cura di Richemont”.
La Compagnie Financiere Richemont SA è un’azienda svizzera di gioielli, che dive la propria attività in due macrosegmenti, Jewellery Maisons, in cui rientreranno i risultati di Vhernier, come accennato, e Orologiai specializzati. La prima area comprende le attività di progettazione, produzione e distribuzione di prodotti di gioielleria, e vi rientrano marchi quali Cartier, Van Cleef & Arpels e Giampiero Bodino. Nella seconda divisione, invece, ci sono aziende la cui attività principale è la progettazione, la produzione e la distribuzione di orologi di precisione. Fra queste ci sono marchi come Piaget, A. Lange & Sohne, Jaeger-LeCoultre, Vacheron Constantin, Officine Panerai, IWC Schaffhausen, Baume & Mercier e Roger Dubuis.
Altri segmenti operativi del gruppo comprendono Montblanc, Alfred Dunhill, Chloe, Purdey, Shanghai Tang, Peter Millar, società di investimento immobiliare e altre entità produttive.
Al 31 dicembre 2023 (nove mesi), il fatturato del gruppo è aumentato dell’8% a tassi di cambio costanti e del 4% a tassi di cambio, effettivi a 5,6 miliardi di euro, con una crescita in quasi tutte le regioni, trainata principalmente da Giappone, Asia-Pacifico e Americhe e aumenti in tutte le aree di business con le Maison di gioielleria che hanno generato la performance più forte. La posizione di liquidità netta è migliorata, raggiungendo i 6,8 miliardi di euro. Fra otto giorni RIchemont comunicherà i dati di fine anno.