L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) la scorsa settimana ha dato il via libera alla fusione tra la paytech Nexi, quotata a Piazza Affari, e Sia, leader nei servizi e nelle infrastrutture di pagamento, controllata da Cdp Equity con Poste Italiane che detiene una partecipazione indiretta del 17,2%. L’autorizzazione dell’autorità italiana si aggiunge a quelle già ottenute da parte delle rispettive Autorità di Polonia, Austria e Germania (si veda qui il comunicato stampa).
A seguito dell’analisi approfondita svolta dall’Autorità italiana nel corso del procedimento, è stato rilevato come nove mercati sugli 11 oggetto dell’istruttoria, tra cui quelli del merchant acquiring (la gestione dei pagamenti effettuati tramite carta di credito) e dell’issuing, siano caratterizzati da “un adeguato grado di competitività” o, comunque, “non sussistano i presupposti per considerare la presenza di una delle parti rilevante”. Nella maggioranza di tali mercati, inoltre, l’Autorità ha riconosciuto una dimensione sovranazionale. Il tutto nel contesto di un forte processo di consolidamento in atto nell’industria dei pagamenti in Europa. Nei residuali mercati del processing domestico delle carte del circuito PagoBancomat e del clearing non-Sepa, identificati come nazionali, l’Autorità ha disposto specifici rimedi, che saranno implementati nei tempi stabiliti.
La fusione tra Nexi e Sia sarà quindi perfezionata a breve e, una volta conclusa l’operazione, il nuovo gruppo sarà in grado di coprire l’intera catena del valore dei pagamenti digitali. La fusione tra Sia e Nexi era stata annunciata nell’ottobre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez) e l’Assemblea straordinaria di Sia, con la partecipazione del 96,1% del capitale della società, aveva approvato nel giugno scorso il progetto (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione è parallela a quella annunciata lo scorso novembre 2020 con la danese Nets (si veda altro articolo di BeBeez), che si è poi divenuta efficace dallo scorso 1° luglio (si veda altro articolo di BeBeez) e ha comportato una riorganizzazione significativa dell’azionariato di Nexi.
Ricordiamo infatti che Nexi aveva comprato nel dicembre 2019 l’attività di merchant acquiring di Intesa Sanpaolo, che aveva ceduto il relativo ramo d’azienda per un miliardo di euro a fronte dell’acquisto da parte della stessa di una quota del 9,9% della stessa Nexi da Mercury UK (veicolo che raggruppa le quote in capo ai fondi Advent International, Bain Capital e Clessidra) (si veda altro articolo di BeBeez). La fusione per incorporazione in Nexi della danese Nets ha visto il contestuale renivestimento in Nexi da parte dei fondi soci di Nets (Hellmann & Friedman, GIC, Bain Capital e Advent International), con il risultato che le quote di Intesa Sanpaolo e di Mercury UK si sono ridotte, rispettivamente, al 6,359% e all’11,884%, mentre Hellmann&Friedman, con il fondo H&F VIII, oggi possiede la quota più alta (25,115%).
In occasione dell’annuncio della fusione con Nets, Nexi aveva sottolineato che il gruppo si trasformerà nella più grande piattaforma paytech a livello pan-europeo, con circa 2,9 miliardi di euro di ricavi stimati e circa 1,5 miliardi di ebitda stimato su base pro-forma per il 2020, incluse le sinergie ricorrenti annue a regime di 170 milioni di euro, in aggiunta ai 150 milioni di euro di sinergie già identificate nel contesto della fusione tra Nexi e Sia.
Ricordiamo che Nexi lo scorso aprile si era già preoccupata di fare provvista per finanziare le fusioni con Sia e Nets, emettendo due bond per un totale di 2,1 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), che seguono l’emissione del bond equity-linked per un miliardo di euro del febbraio scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
Nexi nel primo semestre 2021 ha conseguito ricavi per 539,5 milioni (+12,9% anno su anno), un ebitda di 298,2 milioni (+13,9%). Aggregando anche Nets, incorporata, ricordiamo, nel luglio scorso, i ricavi superano 1 miliardo e l’ebitda tocca i 446,1 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Inoltre lo scorso agosto Nexi ha comprato l’attività di merchant acquiring dell’istituto di credito greco Alpha Bank (si veda altro articolo di BeBeez). La paytech ha quindi incrementato le aspettative per il 2021, in cui si attende crescita dei ricavi del 10% circa anno su anno e e dell’ebitda dell’11-13% anno su anno.
Nel 2020 Nexi aveva registrato un ebitda di 601,4 milioni di euro, in aumento del 2,5%, a fronte di ricavi in calo del 2,8% a circa 1,04 miliardi e un debito finanziario netto passato a 2,1 da 1,4 miliardi a fine dicembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), soprattutto a seguito dell’emissione di 500 milioni di euro di obbligazioni senior unsecured equity-linked con scadenza 2027, per finanziare parte del corrispettivo previsto per la sopra citata acquisizione del merchant acquiring di Intesa Sanpaolo.
Quanto a Sia, ha chiuso il primo semestre 2021 con ricavi per 381,6 milioni di euro (+13,6% anno su anno); un ebitda di 145,7 milioni (+28,1%); un utile di 59,2 milioni (+52,6%) e un indebitamento finanziario netto in calo a 910,4 milioni di euro, rispetto a 919,1 milioni al 31 marzo 2021 (si veda qui il comunicato stampa). La società ha archiviato il 2020 con ricavi per 748 milioni (+2% anno su anno); un ebitda di 285 milioni (+3%), e un debito finanziario netto di 688 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Nexi e Sia nel settembre scorso hanno ricevuto da CBI, società consortile che fa capo alle banche italiane e il cui obiettivo è promuovere l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione dell’industria finanziaria, l’incarico di ridisegnare l’architettura tecnologica di interconnessione tra tutte le banche e i Payment Service Provider (PSP) clienti di CBI, con l’obiettivo di far evolvere l’offerta di servizi digitali di transaction banking per cittadini, imprese e Pubblica Amministrazione. Verso la fine del 2022 le banche effettueranno i primi test del nuovo sistema (si veda qui il comunicato stampa). La nuova architettura, denominata CBI Hub Cloud, consentirà il passaggio delle infrastrutture CBI, che gestiscono oggi tutte le transazioni di pagamento e incasso multibanca tra le aziende italiane e verso la PA, su tecnologia cloud privata e dedicata, mutuata dalla piattaforma di open banking CBI Globe.
Sia dal dicembre 2019 è presieduta da Federico Lovadina, mentre il ceo Nicola Cordone ha lasciato l’incarico nel marzo scorso, nell’ambito degli accordi con Nexi (si veda qui il comunicato stampa). Nel giugno scorso la società ha siglato un Memorandum d’intesa con Bancomat per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia a beneficio dell’intero sistema di pagamenti digitali del Paese. E’ prevista anche la costituzione di una newco, dedicata alla gestione delle attività di processing delle transazioni di pagamento BANCOMAT, PagoBANCOMAT e BANCOMAT Pay, destinata a operare in concorrenza con gli altri processor (si veda altro articolo di BeBeez). Nel gennaio 2019 Sia, insieme a Cetif (Centro di Ricerca in Tecnologie, Innovazione e Servizi Finanziari dell’Università Cattolica di Milano) e Reply (società quotata a Piazza Affari, specializzata nelle soluzioni basate sui nuovi canali di comunicazione e media digitali) ha cominciato a sperimentare la gestione delle fideiussioni tramite blockchain (si veda altro articolo di BeBeez). Nel maggio scorso le società hanno reso noto di aver terminato la fase di test e che entro l’anno le nuove fideiussioni tramite blockchain saranno lanciate sul mercato (si veda qui il comunicato stampa).
Nexi e Sia sono società monitorate da BeBeez Private Data
(scopri qui come abbonarti per un mese o per un anno)