Xenon Private Equity ha rilevato la maggioranza della pisana Microtest, azienda costruttrice di macchine per il testing dei semiconduttori (si veda qui il comunicato stampa). Secondo quanto risulta a BeBeez, il fondo VII di Xenon ha infatti acquisito tramite un leveraged buyout il 60% dell’azienda dagli amministratori delegati Giuseppe Amelio e Moreno Lupi, e dalla famiglia del terzo fondatore, Francesco Cantini, deceduto nell’aprile 2019. Amelio e Lupi manterranno le rispettive cariche e reinvestiranno nel veicolo di acqusizione.
Xenon è stata assistita da Gelmetti Studio Legale Associato per gli aspetti legali, da Camagni e Associati per i temi fiscali, da Deloitte per la financial due diligence e da Bain & Co. come business advisor. Ethica Group ha assistito Microtest e soci come advisor finanziario e curato la strutturazione finanziaria del deal. Gatti Pavesi Bianchi Ludovici ha invece seguito gli aspetti legali, lo Studio Rielli e Lang quelli fiscali.
Con questa operazione, Xenon intende sostenere Microtest, al pari di quanto già fatto in altri settori produttivi come l’informatica (con Impresoft), nella costruzione di un polo di competenze e di eccellenze, che possa diventare un partner di riferimento per i gruppi internazionali dei semiconduttori, beneficiando al meglio dei sottostanti trend strutturali e investimenti pubblici.
Nata nel 1999 ad Altopascio (Lucca) dalla intuizione dei tre soci fondatori, Microtest è nel tempo diventata partner tecnologico di alcuni dei leader mondiali dei microchip, capace di sviluppare soluzioni innovative, grazie a un solido team di ingegneri e a una buona flessibilità produttiva. Con l’avvio della produzione di automatic test equipment nel 2004, Microtest ha raggiunto una tappa fondamentale e ampliato la propria offerta di servizi anche al segmento “test house” – rafforzata da una presenza diretta in Far East, con una sede in Malesia. Microtest è così costantemente cresciuta negli ultimi anni fino a superare i 20 milion di fatturatoi, con un margine ebitda superiore al 35%. Il settore, del resto, è in forte espansione.
Negli ultimi anni, infatti, il mercato dei semiconduttori ha registrato una significativa crescita, superando per la prima volta i 500 miliardi di dollari di volume d’affari (secondo una ricerca Gartner) nel 2021 (+25,1% rispetto al 2020). La maggiore domanda è stata guidata da diversi fattori, come l’adozione del 5G, il cloud computing, l’elettrificazione nel settore auto, la guida autonoma, la penetrazione delle tecnologie IoT (Internet of Things) con particolare focus sul mondo healthcare, la crescente digitalizzazione anche dovuta alle conseguenze della pandemia e l’adozione delle tecnologie di telelavoro e didattica a distanza. Entro il 2030 l’industria globale dei semiconduttori potrebbe valere più di 1.000 miliardi di dollari (dati McKinsey & Company).
Hanno commentato Amelio e Lupi : “Microtest si trova in posizione ideale per cogliere le sfide tecnologiche a livello globale poste dal mercato dei semiconduttori, facendo leva sulle competenze acquisite in questi anni. La partnership con Xenon ci consentirà di accelerare il nostro percorso di crescita e di consolidare il Gruppo Microtest integrando competenze ed eccellenze complementari alle nostre anche con acquisizioni: la ricetta giusta per raggiungere gli obiettivi che ci siamo posti”.
Franco Prestigiacomo, ceo di Xenon, ha aggiunto: “Intorno a Microtest abbiamo l’opportunità di investire risorse per creare un gruppo europeo in grado di competere nel mercato globale del testing dei componenti microelettronici con un posizionamento ben definito e altamente tecnologico nel momento in cui l’industria dei microchip entra nel più grande trend di crescita mai sperimentato.”
Quanto a Xenon Private Equity, guidata da Danilo Mangano e Prestigiacomo, oggi è attiva principalmente con tre linee di investimento: il Flagship Fund, che riguarda la partecipazione di maggioranza o minoranza qualificata con investimenti di capitale sino a 45 milioni di euro, la Small Cap (che a maggio 2021 ha chiuso la raccolta raggiungendo l’hard cap di circa 85 milioni di euro, superando l’obiettivo iniziale di 70 milioni, con una domanda superiore a 100 milioni di euro, si veda qui altro articolo BeBeez), dedicato alle aziende piccole i cui ebitda tipicamente non superano 3 milioni di euro e con investimenti di capitale sino a 10 milioni di euro, e la Fidec, con cui interviene in società con business legati alla transizione energetica e all’economia circolare, secondo una logica impact ex art 9 SFDR.
Negli ultimi mesi, Xenon Private Equity è stato particolarmente attento nel cogliere le opportunità di mercato. All’inizio di aprile, insieme a Matteo Marzotto ha creato un polo industriale che riunisce eccellenze della filiera made in Italy, attive nel segmento finiture e materiali per prodotti di lusso, ribattezzato Minerva Hub. La nuova realtà, che nasce appunto dalla fusione tra la Ambria Holding di Marzotto, che riuniva due aziende aretine, Zeta Catene e Galvanica Formelli, e la XPP Seven di Xenon, holding che raggruppa tre concerie specializzate nella lavorazione delle pelli rare. Minerva Hub è stata costituita sulla base di una valutazione equivalente al fatturato, che supera i 101 milioni di euro (si veda qui altro articolo di BeBeez). L’obiettivo è ora quello di acquisire tre altre nuove realtà entro la fine del 2022. Minerva Hub è controllato al 51% da XPP Seven e al 22% da Ambria Holding, con le restanti quote distribuite tra i i vari imprenditori delle aziende acquisite che hanno reinvestito nel progetto. Un paio di settimane fa, il fondo Xenon Private Equity VII ha invece ceduto insieme alla famiglia Filippini Fantoni l’80% di CBG Acciai (si veda altro articolo di BeBeez), ad Azimut Libera Impresa sgr e HLD Groupe che ne ha rilevato una minoranza (si veda altro articolo di BeBeez). A sua volta l’ad Uberto Filippini Fantoni ha reinvestito nel gruppo restandone alla guida.
Ricordiamo inoltre che a fine marzo, Xenon Private Equity Small Cap è entrato nel capitale di WeBravo, digital company fiorentina, con una quota del 49% (si veda si veda altro articolo di BeBeez), rilevandola dai fondatori Marco Farnaro, Claudio Veratti e Michele Legnaioli. A dicembre 2021, invece, il fondo VII di Xenon aveva ceduto la quota di maggioranza del polo IT Impresoft a Clessidra Private Equity sgr, che a sua volta ha acquistato tramite il fondo Capital Partners 4 (si veda altro articolo di BeBeez). Impresoft era nato a novembre 2019 dall’unione di 4ward, Brainware, Gruppo Formula, Impresoft e Qualitas Informatic. Successivamente, sempre in un’ottica di espansione del gruppo, Impresoft nel giugno 2020 aveva acquisito Progel, società con sede ad Argelato (Bologna) attiva nella trasformazione digitale delle aziende (si veda altro articolo di BeBeez). Qualche mese dopo, nell’ottobre 2020, 4ward e Lca Ventures, venture capital che fa capo a Lca studio legale, sono entrati in Iuscapto, startup genovese che mira a rivoluzionare i criteri di catalogazione e ricerca delle informazioni, grazie a sofisticate soluzioni di intelligenza artificiale (si veda altro articolo di BeBeez). Gli ultimi acquisti sono stati, lo scorso aprile 2021, le vicentine OpenSymbol e NextCrm (si veda altro articolo di BeBeez).