È attesa per domani, al più tardi venerdì, l’apertura da parte del notaio Carlo Marchetti il testamento di Bernardo Caprotti, il patron di Esselunga scomparso venerdì scorso e i cui funerali si sono tenuti lunedì a Milano (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scrive oggi MF Milano Finanza.
La posta è molto alta, visto che si parla della principale catena indipendente di supermercati italiana con 153 store, 22 mila dipendenti e un fatturato 2015 di 7,3 miliardi di euro per 291 milioni di utile (si veda qui l’analisi di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente). Il tutto in capo (per il 91,57%) alla holding Supermarkets Italiani.
Se per il codice civile i due terzi del patrimonio vanno divisi tra i tre figli (Giuseppe, Violetta e Marina Sylvia) e un altro terzo all’attuale moglie, Giuliana Albera, è anche vero che il 25% del patrimonio è in libera disponibilità di Caprotti e che quindi le proporzioni vanno ricalcolate in quell’ottica. Ciò significa che i tre figli si divideranno il 50% de patrimonio, mentre alla moglie andrà il 25% e che, in base a come sarà distribuita la restante quota del 25%, cambieranno le sorti di Esselunga.
MF Milano Finanza riferisce che secondo diverse fonti è ipotizzabile che Caprotti possa aver definito una formula di successione che garantisca la prosecuzione dell’attività industriale affidando le chiavi all’attuale management. E quella quota, il 25%, potrebbe quindi essere stata assegnata alla moglie e alla terza figlia, magari passando da una fiduciaria o, meglio, da una fondazione.
Se così fosse per la signora Giuliana Albera e la figlia Marina Sylvia, che al momento controllerebbero il 41,6% della società, verrebbe riconosciuto il controllo del gruppo, con una quota del 66%. Ma non è escluso che vi sia un lascito per i figli dei due fratelli, Guido e Claudio, con i quali Bernardo, nel 1961 rilevò il 51% di Esselunga dal magnate americano Nelson Rockefeller.
Ma l’attesa più grande è probabilmente quella che riguarda la parte di eredità che mr Esselunga riserverà ai figli di del primo matrimonio, ovvero Giuseppe (in azienda fino al 2004) e Violetta. I due rami della famiglia, anche grazie all’intermediazione di Vincenzo Mariconda, presidente dell’azienda, starebbero cercando di ritrovare una certa unità d’intenti. Così, secondo alcune interpretazioni legali, a Giuseppe e Violetta, che probabilmente saranno estromessi dalla gestione operativa della società, potrebbe andare il vasto patrimonio immobiliare, rappresentato dagli 83 supermercati di proprietà, la gran parte nelle disponibilità del portafoglio della società immobiliare La Villata che secondo stime e perizie condotte da esperti del settore avrebbe un valore di 1,7-2 miliardi.
Detto questo, in base alla legittima, a Giuseppe e Violetta dovrebbe andare il 33,33% del 91,57% in capo a Supermarket Italiani, il che significa che potranno bloccare le decisioni dell’assemblea straordinaria della holding e quindi un accordo con il resto della famiglia andrà comunque trovato.
Resta quindi in sospeso il processo di cessione delle attività di Esselunga, valutate circa 6 miliardi di euro, curato dagli advisor Citi e studio legale Lombardi Molinari Segni. Ma la sensazione è che, nel caso in cui il resto della famiglia voglia proseguire nel processo di vendita degli asset, Giuseppe e Violetta non si metteranno di traverso.