Ha esordito con il botto ieri all’Aim italia il titolo di Italian Wine Brands (IWB), il gruppo vinicolo nato dall’aggregazione di Giordano Vini e Provinco Italia operata da Ipo Challenger, una formula evoluta di Spac (si veda altro articolo di BeBeez).
Dopo circa un’ora di contrattazioni, IWB è entrata in asta di volatilità (con un prezzo indicativo 12 euro), dopo aver segnato un ultimo prezzo valido di 11,93 euro (+19,3%) e un massimo valido di 12,1 euro. Sin dall’avvio il titolo della società vinicola ha viaggiato abbondantemente sopra i 10 euro della quotazione, con volumi pari a circa 20.000 pezzi.
Il prezzo di apertura è stato di 10,92 euro, riportando una variazione a rialzo pari a + 9,62%, per chiudere poi la negoziazione giornaliera ad Euro 10,81. Il warrant Italian Wine Brands (WIWB) ha invece aperto ad un prezzo di 1,20 euro chiudendo a 1,40. Nella prima giornata il titolo ha scambiato complessivamente 54.210 warrant, e 132.450 azioni per un controvalore complessivo di circa 1,5 milioni (si veda il comunicato stampa).
Il flottante al momento dell’ammissione su AimItalia è del 61,2% e Ubi Banca è stata selezionata come Nomad dell’operazione.
In occasione dell’inizio delle negoziazioni Barbara Lunghi, responsabile dei mercati dedicati alle pmi di Borsa Italiana, ha commentato: “Siamo particolarmente felici che Italian Wine Brands dia il via ai debutti in Borsa del 2015, anno dell’Expo in cui il settore del food&beverage sarà protagonista”.
A margine della cerimonia di battesimo della quotazione ieri a Palazzo Mezzanotte, nella sede di Borsa italiana a Milano, il presidente oprativo Mario Resca ha dichiarato che “per questo tipo di business la dimensione ottimale è di 500 milioni di fatturato. Quindi è lì che puntiamo. Io sono abituato a veder crescere a doppia cifra. L’ho fatto in Mc Donald’s e lo sto vedendo ora anche su Mondadori retail. Punteremo sia a crescere per via organica, aumentando ancora di più le vendite all’estero, sia per acquisizioni. Per competere a livello internazionale, le aziende vinicole italiane devono aggregarsi, perché la massa critica è importante”.
D’altra parte già lo scorso dicembre i tre soci fondatori di Ipo Challenger Simone Strocchi, Angela Oggionni e Luca Giacometti, avevano dichiarato a MF-Milano Finanza: “Entro la prossima primavera aggregheremo una terza azienda, per poi passare alla quotazione sull’Mta”.
I tre manager avevano anche anticipato che “IWB ha chiuso il 2014 con un fatturato consolidato di 140 milioni di euro (di cui circa 100 milioni Giordano Vini e 40 milioni Provinco, questi ultimi tutti all’estero e verso la grande distribuzione) per 44 milioni di bottiglie vendute, per il 70% all’estero, a fronte di un ebitda di 13-14 milioni e di un debito finanziario netto di circa 31 milioni”.