Lavazza punta ai brand francesi di caffé L’Or e Grand Mere, che saranno ceduti a inizio 2015 nell’ambito della fusione del business del caffè di Mondelez International con D.E Master Blenders 1753, rispettivamente il numero due e il numero tre a livello mondiale nel settore del caffé, dopo Nestlé.
Nella corsa al caffé francese, il gruppo italiano, controllato dall’omonima famiglia e affiancato dall’advisor JP Morgan, ha come concorrenti il gruppo israeliano Strauss Group , supportato invece da Rotschild. Ma alla gara partecipano anche fondi di private equity. Al momento si fanno i nomi di BC Partners, Cinven, Clayton Dubilier & Rice e Pai Partners. I venditori si avvalgono della consulenza di Lazard e Perella Weinberg Partners.
L’Or, che produce caffé in capsule compatibili con le macchine Nespresso, e Grand Mere, molto noto in Francia per il suo logo che raffigura una nonna sorridente, insieme porteranno in dote all’acquirente circa 55 milioni di euro di ebitda e l’operazione è valutata 450-500 milioni,
Lavazza ha chiuso il 2013 con un fatturato di 1,34 miliardi di euro di cui il 46% derivante dai mercati esteri. Lavazza è già operativa sul mercato francese con una propria filiale (Lavazza France). Nell’agosto scorso il gruppo italiano aveva ceduto la catena indiana Barista a Carnation Hospitality, mentre lo scorso maggio in un’intervista a Reuters, l’amministratore delegato, Antonio Baravalle, aveva detto che Lavazza punta a raggiungere un fatturato di 2 miliardi di euro in circa una decina di anni, raddoppiando i ricavi in alcuni dei principali mercati esteri ed espandedosi in nuove aree.
Da parte sua Strauss Coffee ha una forte presenza in Israele e Brasile ed è ben radicato anche in Europa centro-orientale. Il gruppo isreaeliano è a sua volta partecipato al 25% dal fondo TPG Capital.