Newlat Food, gruppo multinazionale, multi-brand, multi prodotto e multicanale attiva nel settore agro-alimentare italiano e europeo, è stata ammessa alla quotazione da Borsa Italiana e ha fissato la forchetta di prezzo per l’ipo tra un minimo di 5,80 e un massimo di 7,30 euro per azione, per un equity value quindi pre-aumento di capitale compreso tra 157 milioni e 197 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa). Obiettivo di Newlat è sbarcare sul segmento Star entro fine mese (si veda altro articolo BeBeez).
Come noto, l’ipo sarà tutta in aumento di capitale, con la società che intende utilizzare i proventi della quotazione per sostenere la sua crescita per linee interne ed esterne, in un’ottica di diversificazione geografica internazionale e ampliamento dei marchi in portafoglio. Sul mercato finirà una partecipazione del 41%, con la maggioranza del gruppo che rimarrà in mano al presidente e amministratore delegato Angelo Mastrolia, imprenditore salernitano-svizzero, attraverso la sua Newlat Group sa. Nella quotazione, Equita sim, HSBC France e Société Générale agiranno in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Equita sim agirà anche come sponsor ai fini della quotazione.
Nel dettaglio, saranno collocati ai soli investitori istituzionali al massimo 17 milioni di azioni di nuova emissione, pari appunto al 41% del capitale del gruppo. E’ inoltre prevista un’opzione greenshoe per altri 2 milioni di azioni che potrà essere esercitata in tutto o in parte entro 30 giorni dalla data di avvio delle negoziazioni. I joint global coordinator potranno godere anche di un’opzione di sovra-allocazione, da esercitare contestualmente alla quotazione, per chiedere in prestito al massimo altri 2 milioni di azioni al prezzo di offerta.
Newlat aveva già reso nota la sua intenzione di quotarsi nell’aprile scorso, contestualmente all’acquisizione della storica azienda italiana specializzata nella produzione di pasta Delverde Industrie Alimentari spa, ceduta dalla multinazionale argentina Molinos Rìo de la Plata, sulla base di un enterprise value di 9,25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
I proventi dell’ipo, specifica la nota diffusa ieri, potranno essere utilizzati per finanziare una serie di ulteriori acquisizioni, su target che sono già stati individuati: (i) una società attiva nei settori pasta, prodotti da forno e sughi pronti, attiva nel Sud Europa e con ricavi pari a circa 300 milioni di euro; (ii) una società attiva nel settore lattiero-caseario, attiva nel Sud Europa e con ricavi pari a circa 300 milioni; (iii) una società attiva nei settori pasta, prodotti da forno e prodotti pronti al consumo, attiva nel Nord Europa e con ricavi pari a circa 100 milioni; (iv) una società attiva nel settore pasta, attiva in Europa Centrale e con ricavi pari a circa 100 milioni; e (v) una società attiva nel settore pasta e prodotti speciali (prodotti gluten free, prodotti a basso contenuto proteico e baby food), attiva in Europa Centrale e con ricavi attorno a 50 milioni. Sempre i proventi dell’ipo potranno essere utilizzati per finanziare la strategia di crescita per linee interne finalizzata all’efficientamento e alla valorizzazione delle strutture facenti parte del gruppo.
Fondata nel 1940, Newlat impiega oggi circa 1.200 dipendenti, distribuiti in dieci impianti produttivi distribuiti tra Italia e Germania. Vanta un consolidato posizionamento nel mercato domestico e una presenza rilevante sul mercato tedesco nonché una importante presenza in altri 60 paesi. E’ attiva principalmente nei settori pasta, lattiero-caseari, prodotti da forno e prodotti speciali, in particolare health & wellness, gluten free e baby food.
Newlat ha chiuso il 2018 con ricavi per 305 milioni di euro, che pro-forma (conisderando quindi anche Delverde) salgono a 325,6 milioni con un ebitda normalizzato di 26,9 milioni e un debito finanziario netto di 39,2 milioni. Il gruppo ha chiuso il primo semestre con ricavi per 158,9 milioni, un ebitda normalizzato di 12,4 milioni e un debito finanziario netto di 22,2 milioni.
Newlat è stata acquisita da Mastrolia nella primavera del 2008 da Parmalat al valore simbolico di un euro. Mastrolia si era accollato i debiti e l’aveva comprata tramite la sua Tmt Finance sa di Lugano. Nel novembre 2008 Parmalat aveva ceduto a Newlat anche il ramo d’azienda caseario con sede a Lodi che produceva i prodotti a marchio Ala, Polenghi e Optimus. Sempre nel 2008 Newlat aveva comprato da Nestlé lo stabilimento di Sansepolcro dove si producono la pasta secca e le fette biscottate Buitoni. Anche in quel caso l’accordo era stato che lo stabilimento avrebbe continuato a produrre per il colosso dell’alimentare venditore. Nel dicembre 2013 Newlat ha acquisito per 20 milioni di euro dal gigante spagnolo Ebro Foods i marchi tedeschi della pasta Birkel e 3 Glocken, diventando il primo player di settore in Germania, con una quota di mercato di circa il 20%. Nel dicembre 2014 il gruppo italiano ha comprato anche la Centrale del Latte di Salerno. Nell’ottobre 2015, Newlat ha comprato da Kraft Heinz lo stabilimento parmense di Ozzano Taro (si veda altro articolo di BeBeez), dove si producono i prodotti Plasmon, Dieterba e Nipiol e quindi biscotti, pappe, riso, pasta, farine, olio, pollo liofilizzato e omogeneizzati, ma anche i prodotti a marchio Biaglut (alimenti per celiaci) e Aproten (alimenti a basso contenuto di proteine).
Il gruppo è attualmente fornitore di Plasmon, per la quale Kraft Heinz ha aperto un processo di vendita per un valore di 700 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Newlat possiede anche il marchio Giglio ed è titolare della licenza di produzione a marchio Buitoni per quanto riguarda i prodotti pasta secca e prodotti da forno