E’ un autunno caldo non solo a livello climatico, ma anche in Borsa. Dopo lo slittamento e poi l’annullamento della quotazione del costruttore italiano di yacht Ferretti Group (si veda altro articolo di BeBeez) e dopo la sospensione del collocamento da parte di RCF Group, il leader a livello internazionale nella progettazione, produzione e commercializzazione di prodotti e sistemi per l’audio professionale e la sonorizzazione pubblica (si veda altro articolo di BeBeez), sorgono i primi problemi anche per la quotazione di Newlat Food, gruppo multinazionale, multi-brand, multi prodotto e multicanale attiva nel settore agro-alimentare italiano ed europeo. L’azienda ha infatti prorogato fino al 24 ottobre il roadshow e il periodo di offerta del collocamento istituzionale delle sue azioni (si veda qui il comunicato stampa). Contestualmente, Newlat ha ridotto le azioni oggetto del collocamento istituzionale da 17 milioni a 12,7 milioni; inoltre, il numero di azioni oggetto dell’opzione greenshoe e di over-allotment è sceso da 2 da a 1,85 milioni.
La società ha precisato in una nota di aver “ricevuto ordini sufficienti a coprire le azioni oggetto del collocamento istituzionale all’interno del range di prezzo comunicato in data 8 ottobre 2019”, ossia una forchetta di prezzo tra 5,80 e 7,30 euro per azione, per un equity value quindi pre-aumento di capitale compreso tra 157 milioni e 197 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia, gli ordini dovranno essere confermati dagli investitori istituzionali alla luce della nuova struttura dell’offerta. La quotazione e il pagamento delle azioni oggetto del collocamento istituzionale sono previste per il 29 ottobre.
Newlat aveva già reso nota la sua intenzione di quotarsi nell’aprile scorso, contestualmente all’acquisizione della storica azienda italiana specializzata nella produzione di pasta Delverde Industrie Alimentari spa, ceduta dalla multinazionale argentina Molinos Rìo de la Plata, sulla base di un enterprise value di 9,25 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Come noto, l’ipo sarà tutta in aumento di capitale, con la società che intende utilizzare i proventi della quotazione per sostenere la sua crescita per linee interne ed esterne, in un’ottica di diversificazione geografica internazionale e ampliamento dei marchi in portafoglio. A valle dell’ipo la maggioranza del gruppo rimarrà in mano al presidente e amministratore delegato Angelo Mastrolia, imprenditore salernitano-svizzero, attraverso la sua Newlat Group sa. Nella quotazione, Equita sim, HSBC France e Société Générale agiranno in qualità di joint global coordinator e joint bookrunner. Equita sim agirà anche come sponsor ai fini della quotazione.
Fondata nel 1940, Newlat impiega oggi circa 1.200 dipendenti, distribuiti in dieci impianti produttivi distribuiti tra Italia e Germania. Vanta un consolidato posizionamento nel mercato domestico e una presenza rilevante sul mercato tedesco nonché una importante presenza in altri 60 paesi. E’ attiva principalmente nei settori pasta, lattiero-caseari, prodotti da forno e prodotti speciali, in particolare health & wellness, gluten free e baby food. Newlat ha chiuso il 2018 con ricavi per 305 milioni di euro, che pro-forma (conisderando quindi anche Delverde) salgono a 325,6 milioni con un ebitda normalizzato di 26,9 milioni e un debito finanziario netto di 39,2 milioni. Il gruppo ha chiuso il primo semestre con ricavi per 158,9 milioni, un ebitda normalizzato di 12,4 milioni e un debito finanziario netto di 22,2 milioni.
Newlat è stata acquisita da Mastrolia nella primavera del 2008 da Parmalat al valore simbolico di un euro. Mastrolia si era accollato i debiti e l’aveva comprata tramite la sua Tmt Finance sa di Lugano. Nel novembre 2008 Parmalat aveva ceduto a Newlat anche il ramo d’azienda caseario con sede a Lodi che produceva i prodotti a marchio Ala, Polenghi e Optimus. Sempre nel 2008 Newlat aveva comprato da Nestlé lo stabilimento di Sansepolcro dove si producono la pasta secca e le fette biscottate Buitoni. Anche in quel caso l’accordo era stato che lo stabilimento avrebbe continuato a produrre per il colosso dell’alimentare venditore. Nel dicembre 2013 Newlat ha acquisito per 20 milioni di euro dal gigante spagnolo Ebro Foods i marchi tedeschi della pasta Birkel e 3 Glocken, diventando il primo player di settore in Germania, con una quota di mercato di circa il 20%. Nel dicembre 2014 il gruppo italiano ha comprato anche la Centrale del Latte di Salerno. Nell’ottobre 2015, Newlat ha comprato da Kraft Heinz lo stabilimento parmense di Ozzano Taro (si veda altro articolo di BeBeez), dove si producono i prodotti Plasmon, Dieterba e Nipiol e quindi biscotti, pappe, riso, pasta, farine, olio, pollo liofilizzato e omogeneizzati, ma anche i prodotti a marchio Biaglut (alimenti per celiaci) e Aproten (alimenti a basso contenuto di proteine). Newlat è attualmente fornitore di Plasmon, per la quale Kraft Heinz ha aperto un processo di vendita per un valore di 700 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre Newlat possiede anche il marchio Giglio ed è titolare della licenza di produzione a marchio Buitoni per quanto riguarda i prodotti pasta secca e prodotti da forno