La società bolognese specializzata in sistemi di informazioni creditizie e business information Crif e American Express hanno siglato una partnership in ambito open banking con l’obiettivo di accelerare la trasformazione digitale dei clienti consumer e business (si veda qui il comunicato stampa).
La partnership si inserisce in un approccio evoluto all’open banking, in grado di cogliere tutte le opportunità offerte dalla direttiva sui pagamenti PSD2, che si conferma cruciale per permettere agli attori finanziari di condividere informazioni, dietro consenso esplicito, al fine di offrire servizi su misura per i propri clienti finali, sia consumer che business, agevolando anche l’inclusione finanziaria di coloro che non presentano una storia creditizia.
American Express ha quindi deciso di affidarsi a Crif per usufruire dei suoi servizi per l’accesso, la categorizzazione e l’aggregazione dei dati di pagamento e di credit bureau integrati in Crif Digital Next, la piattaforma aperta e collaborativa che consente di accelerare la trasformazione digitale attraverso una gamma di contenuti, servizi digitali e a valore aggiunto, e un layer di dati e analytics unici sul mercato. A questo si affianca l’apporto di un team altamente specializzato, in grado di contattare direttamente il cliente per supportarlo nell’accesso al servizio e nella raccolta del consenso.
Giovanni Speranza, VP, Head of Acquisition and Insurance Business di American Express, ha commentato: “L’accordo con Crif, un partner storico di American Express, si inserisce in un percorso di innovazione mirata a migliorare la user experience dei clienti e renderla completamente digitale. Un obiettivo che ci vede impegnati da sempre e che ci consente di semplificare e velocizzare i processi che coinvolgono gli utenti, in particolare quelli di onboarding che sono ancora legati a controlli statici e formali, e si basano ancora troppo poco su quelli di natura tecnologica previsti anche dalle più recenti direttive e regolamentazioni sui pagamenti. Inoltre, la partnership ci consente di raggiungere nuovi clienti con offerte mirate e che rispondono ai bisogni della clientela, un ambito su cui lavoriamo moltissimo e che ci permette di dare sempre valore ai nostri titolari di carta”.
Carolina Gianardi, General Manager Global Commercial Services di American Express, ha aggiunto: “Scegliere Crif per noi ha significato essenzialmente sposare un approccio all’open banking di respiro internazionale che ci consente di applicare un processo sostenibile e completamente digitale, anche con i clienti business e corporate. Il nostro approccio mette da sempre al centro i clienti e avere una soluzione che, attraverso un unico touchpoint, ci consente di raccogliere le informazioni necessarie ad offrire loro soluzioni personalizzate, è fondamentale. Ci aiuta anche ad ottimizzare i processi decisionali interni e proporre prodotti e servizi innovativi che rispondano alle esigenze dei clienti B2B che sono sempre in continuo cambiamento”.
Elisabetta Pancaldi, Senior Director di Crif, ha dichiarato: “Siamo molto soddisfatti di aver stretto questa partnership con un operatore primario nel campo dei pagamenti digitali come American Express. Siamo convinti che le soluzioni integrate messe a disposizione dalla nostra piattaforma di open banking e dal nostro team di professionisti Crif BPO sapranno garantire un valore aggiunto ad American Express e ai suoi clienti, grazie alle loro caratteristiche di innovazione in ambito digitale e di customer experience. L’open banking, abilitato da PSD2, può essere un trigger per lo sviluppo di una nuova relazione con i clienti, in un contesto in cui i paradigmi del credito vengono ridisegnati e in cui si impone con forza il profilo del prosumer (producer + consumer) più digitale e aperto a modalità di interazione innovative. Per gli operatori finanziari è fondamentale, quindi, promuovere servizi e modelli di business sostenibili che incontrino le nuove esigenze, in una logica di experience banking”.
Sempre in tema di open banking e fintech, ricordiamo che Crif ha siglato una partnership strategica per l’open banking con Sia nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Crif quest’anno ha acquisito anche Strands, società fintech specializzata in soluzioni avanzate di digital banking e uffici negli Usa, Spagna, Asia e Sud America (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre Crif nel febbraio scorso è salita al 100% di Inventia, azienda milanese tra i leader europei nei servizi di digital onboarding, di video riconoscimento biometrico e di video collaborazione, grazie al software proprietario Phygital4X (si veda altro articolo di BeBeez). Crif detiene anche il 10% della piattaforma di invoice trading Workinvoice dal settembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
Crif è attualmente il primo fornitore nel continente europeo di informazioni bancarie e creditizie e uno dei principali player mondiali nei sistemi integrati di informazioni commerciali e di business e alla gestione del credito e marketing. Fondata a Bologna nel 1988, oggi opera in quattro continenti e vanta oltre 6.300 banche e società finanziarie e 55.000 imprese clienti, distribuite in più di 50 paesi. Inoltre, per il sesto anno consecutivo Crif è stata citata nella prestigiosa classifica IDC FinTech, posizionandosi nel 2019 al 50° posto al mondo e in vetta tra le aziende italiane.
La società lo scorso aprile ha collocato in private placement a Pricoa Private Capital (gruppo Prudential Financial) un nuovo bond da 30 milioni di euro all’interno dell’accordo di shelf facility da 125 milioni di dollari (o equivalente in euro) siglato nel 2016 (si veda altro articolo di BeBeez). Crif ha chiuso il 2019 con un fatturato consolidato di quasi 560 milioni di euro nel 2019, in aumento dai 509,2 milioni del 2018, quando aveva registrato 86,1, milioni di ebitda a fronte di un debito finanziario netto di 146,3 milioni (fonte Leanus).