I gelati Grom passano al colosso internazionale Unilever. L’annuncio è stato dato ieri (si veda qui il comunicato stampa) e avviene a due anni di distanza da quando, nell’autunno 2013, i due fondatori, Federico Grom e Guido Martinetti, cercavano capitali o nuovi soci, oltre al gruppo Illy (5%), alla giapponese Lemongas Fukuoka (6,74%) e alla turca Ikfram (5,66%) per il loro progetto (si veda altro articolo di BeBeez).
La ricerca di nuovi soci era dovuta al fatto che era necessaria una capitalizzazione per poter continuare a finanziare la politica di sviluppo nazionale e internazionale, una volta messa in sicurezza la struttura finanziaria, dopo che nel 2012 si era registrata la prima perdita netta di bilancio dall’inizio dell’attività (-911 mila euro a fronte di un ebitda positivo di 602 mila euro). La perdita era da ascriversi soprattutto agli alti oneri finanziari pagati a servizio delle linee di credito bancarie che a fine 2012 ammontavano a 11 milioni di euro (l’indebitamento finanziario netto è di 7,4 milioni).
Nei due anni successivi le cose non sono migliorate sul fronte della redditività, sebbene il debito sia sceso. Il bilancio al 30 settembre 2014 si è chiuso con un giro d’affari di 27,6 milioni (+4,8%), un ebitda di -240 mila euro e una perdita di 2,4 milioni (in crescita rispetto al rosso di 1,7 milioni dell’esercizio fiscale precedente). Il tutto con debiti nei confronti del sistema bancario per 7,2 milioni e una posizione finanziaria netta negativa di 5,5 milioni, a fronte di un patrimonio netto di 4,6 milioni.
Così nella relazione di gestione, come riferito da MF-Milano Finanza lo scorso 23 giugno, si faceva esplicito riferimento alla necessita di “nuove operazioni di carattere straordinario a sostegno delle esigenze finanziarie” e quindi “o una nuova ricapitalizzazione o il ricorso a un bond”.
I due imprenditori, titolari entrambi di una quota del 41,3%, alla fine hanno rinunciato a queste opzioni, accettando l’offerta di Unilever (48,4 miliardi di fatturato con un utile netto di 5,17 miliardi 2014), cedendo così il controllo della catena di 67 gelaterie in Italia e all’estero (Dubai, Jakarta, New York, Hollywood, Malibu, Osaka e Parigi) che tuttavia continueranno a gestire.
Oggi in tarda mattinata Illy ha diffuso un comunicato stampa in cui precisa che il gruppo Illy ha ceduto la sua quota del 5% a Grom e Martinetti lo scorso 30 settembre e quindi prima della firma del contratto di vendita della società a Unilever.
Il controvalore dell’operazione da parte di Unilever non è stato reso noto ma lo si può calcolare prendendo a riferimento l’equity value assegnato a Grom dal gruppo Illy quando, nel 2011, entrò nel capitale rilevando il 5% per 2,5 milioni. MF Milano Finanza ricorda che all’epoca, quindi, la società valeva complessivamente 50 milioni. Una cifra decisamente superiore alla valutazione attuale se è vero che, secondo indiscrezioni di mercato, negli ultimi anni alcuni fondi di private equity si sono fatti avanti mettendo sul piatto un enterprise value di 30 milioni.
Va però detto che dalla fondazione nel 2003 a oggi, i soci e il management hanno investito risorse nello sviluppo industriale e nell’espansione internazionale. Al punto che nei piani di Grom e Martinetti c’erano lo sbarco a breve negli Emirati Arabi e, negli Usa, a Los Angeles, Chicago, e in altre località della Florida e del Nevada. Un’attività che ovviamente richiede massicci capitali, così come l’altra diversificazione di natura commerciale, ovvero l’approdo nei centri commerciali e nelle stazioni ferroviarie. Nel frattempo, sul versante industriale, uno degli obiettivi era l’allargamento al business dei gelati confezionati.
Il carattere distintivo di Grom è la gestione dell’agricoltura, attraverso l’azienda biologica Mura Mura e l’esclusivo utilizzo dei migliori ingredienti di alta qualità per creare gelati e sorbetti senza emulsionanti, coloranti e aromi.