Franchi Umberto Marmi, azienda leader nel settore lapideo di lusso nel distretto del marmo di Massa Carrara, potrebbe sbarcare in Borsa grazie alla business combination con TheSpac. Lo ha riferito nei giorni scorsi MF Milano Finanza, secondo cui in questi giorni si stanno perfezionando i dettagli dell’accordo.
Venerdì 8 maggio in una nota TheSpac ha precisato che “Franchi Umberto Marmi spa rappresenta, allo stato attuale, una potenziale target al vaglio di TheSpac nell’ambito del proprio percorso di ricerca e selezione per il completamento della business combination, sua attività caratteristica, nel rispetto di quanto descritto nel proprio statuto sociale e nella propria politica di investimento”. Tuttavia, prosegue la nota, la Spac a oggi ha solamente concluso “una mera puntuazione allo scopo di avviare la fase di due diligence” (si veda qui il comunicato stampa).
TheSpac è stata promossa nel maggio 2018 da Marco Galateri di Genola e Suniglia (fratello di Gabriele, presidente di Generali), Vitaliano Borromeo Arese (cugino fra l’altro di Lavinia, moglie di John Elkann), Giovanni Lega, Luciano Di Fazio e Gianluca Cedro in nome delle proprie rispettive società Sagittario (25,5%), Gb Par (28,38%), Lca Ventures (20,8%), Curepipe e Bambi entrambe con il 12,5% (si veda altro articolo di BeBeez). La Spac, che nel luglio 2018 aveva raccolto 60 milioni di euro, è quotata all’Aim Italia.
Franchi Umberto Marmi puntava da tempo alla quotazione in Borsa, affiancata da Credit Suisse, Alantra ed Emintad. La società aveva esplorato inn precedenza anche altre opzioni: nell’ottobre scorso aveva trattato la cessione di una nota di minoranza al fondo Peninsula, che però si era ritirato dopo le prime valutazioni (si veda altro articolo di BeBeez). Il progetto del gruppo Franchi Umberto Marmi di approdare in borsa si era però arenato lo scorso novembre, quando un’ordinanza del gip del tribunale di Massa aveva emesso un decreto di sequestro preventivo nei confronti dell’azienda che fa capo ad Alberto Franchi e la misura cautelare del divieto per l’imprenditore di esercitare qualunque attività di impresa o uffici direttivi per un anno in relazione alla Franchi Umberto Marmi. Un’identica misura cautelare, limitata però a sei mesi, era stata emessa anche nei confronti di Andrea Rossi, a cui fa capo Il Fiorino, un’altra nota azienda del settore. L’intervento del gip era arrivato a seguito di un’indagine della Guardia di finanza sull’acquisto condotto insieme dalle due società in relazione a una cava di marmo rilevata da un fallimento (si veda altro articolo di BeBeez).
La cifra oggetto di sequestro, per 432 mila euro, è irrisoria rispetto al bilancio della società, che ha chiuso il 2018 con circa 62 milioni di euro, con una crescita del 26% dal 2017, un margine ebitda a fine 2018 pari al 48% e una liquidità netta di circa 16 milioni. Ma ovviamente la vicenda ha bloccato il processo di ipo.
Fondata nel 1971 dalla famiglia Franchi, la società produce marmi che sono stati utilizzati per la realizzazione della torre One del World Trade Center di New York e per gli interni di alcuni dei più prestigiosi appartamenti e alberghi di Park Avenue. Franchi Umberto Marmi era stata indicata tra le target ideali del private equity fin dal settembre 2018 da uno studio condotto da Leanus per BeBeez per identificare le aziende italiane che sulla base dei bilanci 2017 presentano il miglior profilo economico, patrimoniale e finanziario unitamente a un sostenuto tasso di crescita misurato dalla variazione dei ricavi. L’azienda risultava anche quella con l’ebitda più elevato del Centro Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
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