I distretti industriali confermano il loro ruolo-chiave nell’economia italiana. Il loro fatturato nel 2017-2018 è salito del 7,7%. Inoltre, rispetto alle aree non distrettuali, hanno avuto una crescita superiore del 5% e una produttività del 10% in più. Emerge dal rapporto annuale sui distretti illustrato dal chief economist di Intesa Sanpaolo Gregorio De Felice e dal responsabile della ricerca industry & banking Fabrizio Guelpa (si veda qui lo studio completo).
Il rapporto inoltre classifica i 20 distretti migliori: 10 sono nel Nord-Est, 6 nel Nord-Ovest, 2 nel Centro e 2 nel Sud. A livello settoriale, prevalgono quelli metalmeccanici (12 su 20). Ai primi tre posti di questa classifica ci sono la gomma del Sebino bergamasco, la pelletteria e calzature di Firenze e i dolci di Alba e Cuneo. Tra i distretti emergenti, si segnalano lo sviluppo del comparto della componentistica auto nel torinese e nel bresciano della cosmetica in Lombardia (per gli abbonati a BeBeez News Premium 12 mesi è disponibile qui il nostro report su private equity e venture capital del settore cosmetica).
I distretti italiani sono molto apprezzati anche dagli investitori esteri: il 43% degli ingressi di capitali esteri, soprattutto francesi e tedeschi, è avvenuto dopo il 2001, contro il 30% circa nelle aree non distrettuali. Nelle imprese distrettuali naturalmente conta molto la localizzazione geografica.
Per quanto riguarda la filiera, nel caso dei distretti i fornitori sono molto più vicini ai committenti di quanto avviene altrove (100 km vs 118), con valori minimi di 56 chilometri nei distretti orafi. La prossimità geografica inoltre facilita l’innovazione realizzata attraverso: l’adozione di tecnologie 4.0, diffuse soprattutto nei distretti della meccanica (38%); l’interazione con startup e pmi innovative (8,4 ogni 1.000 società contro 9,5 su 1.000 nelle aree non distrettuali).
In termini di governance, il 76% delle imprese distrettuali è guidato da board composti da amministratori nati esclusivamente nella regione di operatività delle aziende; questa percentuale scende al 70% nelle aree non distrettuali. Tuttavia, il localismo dei distretti può rivelarsi un limite per l’apertura della governance a manager con competenze in altri settori o esperienza all’estero e per il capitale umano. Tipicamente i distretti adottano procedure informali di reclutamento e assunzione e proprio per questo motivo faticano a trovare operai specializzati, e soprattutto addetti con competenze legate alle tecnologie 4.0 (nel 78% dei casi, contro il 71% dei casi al di fuori dei distretti).