Diminuiscono fallimenti e procedure concorsuali nel secondo trimestre dell’anno, ma aumentano i casi di liquidazione volontaria delle aziende. Lo calcola Cerved, nel suo ultimo Osservatorio trimestrale. “Seppur in modo meno marcato, prosegue la riduzione del numero dei fallimenti registrati dai tribunali, confermando il trend avviato negli scorsi mesi e fornendo quindi un’indicazione positiva. Tuttavia, l’aumento nel trimestre delle chiusure volontarie, dopo due anni di calo, indica aspettative meno ottimistiche da parte degli imprenditori”, ha commentato Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved, che aggiunge: “Le aspettative per i prossimi mesi non sono tuttavia negative; prosegue Nespolo: “Nonostante una ripresa più debole all’orizzonte, ci aspettiamo ulteriori cali dei fallimenti: temprato dalla crisi, il sistema di pmi italiane è oggi più ridotto, ma più solido”.
Nel 2015 per la prima volta dal 2010 il numero complessivo delle procedure era sceso al di sotto della soglia di 100 mila (si veda altro articolo di BeBeez). Cerved aveva calcolato infatti che lo scorso anno 96 mila aziende avevano avviato un iter di chiusura d’impresa, in calo del 5,6% rispetto alle 102 mila del 2014. Più nel dettaglio, l’anno scorso 14,7 mila aziende hanno dichiarato default, il 6,3% in meno rispetto al picco del 2014 (15,7 mila). Ma certo si tratta ancora di un altro mondo rispetto ai 7.500 mila fallimenti del 2008. Quanto ai concordati preventivi, nel 2015 ne sono stati aperti 1.400, in calo del 23,2% dal 2014, anche se restano oltre il doppio di quelli del 2008 (566).
Nel dettaglio, tra aprile e giugno le imprese che hanno fatto ricorso a una procedura fallimentare sono state 3.800, in diminuzione del 2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il numero dei fallimenti, quindi, prosegue nel suo trend discendente, sebbene a un ritmo più contenuto rispetto ai trimestri precedenti (il tasso era -3,7% nel primo e -11,6% nell’ultimo trimestre del 2015).
Nei primi sei mesi dell’anno, il numero dei fallimenti si è attestato a 7.400, un calo del 2,8% che conferma l’andamento decrescente e che riporta il numero dei fallimenti ai livelli del 2013. Tuttavia, la riduzione delle procedure fallimentari ha riguardato solo le società di capitale (-4,1% sul primo semestre 2015) e non le società di persone e quelle organizzate in altre forme giuridiche che al contrario sono tornate ad aumentare (+1,8% e +0,6%, rispettivamente).
Prosegue anche il calo delle procedure concorsuali non fallimentari, in forte diminuzione nel trimestre (425, -43,6% rispetto al 2015 e meno della metà del picco del 2013) grazie al crollo dei concordati preventivi. Il calo del concordato preventivo è legato al crollo del ricorso al concordato in bianco, le cui domande si sono dimezzate tra la prima metà del 2015 e la prima metà del 2016, a seguito dell’introduzione di alcuni correttivi legislativi, mirati a limitare comportamenti opportunistici da parte delle imprese.
Tornano a crescere, invece, le chiusure volontarie di imprese in bonis. Secondo le stime, fra aprile e giugno, sono stati 15 mila gli imprenditori che hanno avviato le procedure di liquidazione volontaria della propria impresa, si tratta di un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2015. Su questa inversione di tendenza potrebbero aver inciso aspettative meno positive del passato da parte degli imprenditori che tipicamente chiudono aziende in bonis quando le aspettative di profitto non giustificano l’attività di impresa. Su base semestrale, le liquidazioni volontarie superano quota 30 mila, +3,5% rispetto ai primi sei mesi del 2015. Le stime indicano che sono aumentate sia le liquidazioni di società dormienti sia di “vere” società di capitale.