Il mercato degli Eltif, i fondi chiusi di lungo periodo lanciati nel 2015 dall’Ue per consentire a tutti i risparmiatori di investire in economia reale, è cresciuto nel 2022 di poco più del 50% rispetto al 2021. Quasi 4 miliardi di euro aggiuntivi sono confluiti in questi prodotti. Sulla base di un’indagine condotta tra le società di gestione, Scope ratings stima un volume di mercato di circa 11,3 miliardi di euro alla fine del 2022. E il mercato italiano raggiunge quota 2,6 miliardi, di cui il 95% attribuibile ai clienti privati. Segno che l’Italia è sulla buona strada per vincere la sfida di avvicinare i piccoli investitori retail al mondo del non quotato (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che sempre Scope aveva calcolato in un suo report pubblicato un anno fa che a fine 2021 i capitali in gestione agli Eltif in Europa si collocavano in un range tra i 7,2 e i 7,7 miliardi di euro a fine 2021, in grande crescita dai 2,4 miliardi stimati a fine aprile 2021 (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ai dati 2022, alla fine dello scorso anno erano disponibili 77 Eltif in totale, 23 in più rispetto al 2021, e sette società hanno lanciato il loro primo Eltif. Tra i gestori più attivi che offrono i loro prodotti a clienti privati figurano Amundi, Azimut, BlackRock, Commerz Real, Generali Investments, Eurazeo (che ha acquisito ID Invest nel 2018), Muzinich, Neuberger Berman e Partners Group. La maggior parte degli Eltif (44) è registrata presso l’autorità di vigilanza del Lussemburgo.
In linea con quanto emerso nel 2021, anche nel 2022 i volumi sono distribuiti in modo relativamente uniforme tra private equity, infrastrutture e private debt. Il private equity e il private debt dominano in termini di numero di prodotti, mentre gli Eltuf sulle infrastrutture hanno volumi più elevati poiché destinati prevalentemente ad investitori istituzionali.
I prodotti distribuiti anche agli investitori privati hanno visto un aumento di volumi e, con un capitale collocato pari a 2,5 miliardi di euro nel 2022, la loro quota di mercato è passata dal 54% al 60%. I prodotti puramente riservati agli istituzionali hanno registrato volumi pari a 1,5 miliardi di euro, ovvero una riduzione della loro quota di mercato a 40%, rispetto al 46% del 2021.
In termini di volumi, la Francia è il maggior mercato e ha visto raddoppiare gli investimenti in Eltif nel 2022, raggiungendo un totale di circa 3,8 miliardi di euro. Questo mercato è caratterizzato da prodotti destinati esclusivamente a clienti istituzionali, ma iniziano ad aumentare i volumi destinati a investitori privati sotto forma di polizze vita unit-linked.
L’Italia, come accennato sopra, rimane il mercato più grande per la distribuzione a clienti privati. Infatti, circa il 95% dei 2,6 miliardi di euro totali è costituito da prodotti venduti a clientela privata. Gli sgravi fiscali continuano ad avere un effetto positivo sulla distribuzione degli Eltif in Italia.
Il mercato tedesco ha evidenziato sviluppi più contenuti nel 2022. Il klimaVest continua a essere distribuito con successo e i private banking distribuiscono Eltif ai loro clienti. Tuttavia, non abbiamo assistito allo sviluppo di nuove reti di distribuzione dedicate. Le prospettive sono comunque positive: molti prodotti sono in fase di lancio o di progettazione e un numero crescente di fondazioni, family office e broker iniziano ad interessarsi agli Eltif.
La modifica della normativa europea sugli Eltif(si veda altro articolo di BeBeez), sta dando slancio a questo mercato. Infatti, gli operatori di mercato si aspettano nuovi prodotti come conseguenza delle significative semplificazioni apportate per gestori patrimoniali e distributori. Si intravedono miglioramenti anche sul fronte dell’acquisizione di nuovi clienti, spinti dalla diffusione di piattaforme digitali che rendendo scalabili processi di onboarding di nuovi clienti che in passato erano in gran parte manuali.
Le esperienze di Italia e Francia dimostrano che gli incentivi fiscali favoriscono investimenti in Eltif da parte di clienti privati. Potrebbe aver senso per altri Paesi, come la Germania, introdurre incentivi fiscali per questi strumenti, al fine di stimolare investimenti da parte della clientela privata e, magari, coinvolgerla nel processo di trasformazione dell’economia europea verso un modello a zero impatto climatico.
Sottolineiamo poi che gli Eltif sono stati lanciati in Europa nel 2011 ma introdotti in Italia nel 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). Da allora, molta strada è stata percorsa e i principali operatori ne hanno lanciati sempre di più, dando modo al risparmio privato di avvicinarsi al capitale e al debito di aziende non quotate (si veda altro articolo di BeBeez).
In Italia l’ultimo Eltif lanciato è stato quello del colosso londinese del risparmio gestito Schroders che, a ottobre 2022, tramite la divisione focalizzata sui private assets Schroders Capital ha annunciato il lancio di un fondo di private equity strutturato come Eltif con minimi d’ingresso a portata dei mass affluent, ovvero o risparmiatori non proprio abbienti ma con disponibilitò superiori alla media, avendo fissato la soglia minima a 10 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Prima è stata la volta del gestore americano Neuberger Berman che a febbraio 2022 aveva iniziato il collocamento del suo secondo veicolo di questo tipo, l’NB Direct Private Equity Fund 2022 Eltif (si veda qui altro articolo di BeBeez). Il fondo, di cui non è stato reso noto l’obiettivo di raccolta, investirà in varie strategie di private equity, in particolare in buyout e in special situation (su base opportunistica) e growth capital, ma non sono esclusi gli asset legati al credito. Il lancio di Eltif II seguiva quello di Eltif I nel maggio scorso 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), che aveva raccolto 149,2 milioni di euro (169 milioni di dollari) durante il periodo di offerta, della durata di sei mesi dal lancio, e che alla fine dello scorso anno aveva già investito in 12 società.
Inoltre che a inizio 2022 Amundi aveva lanciato l’Eltif Private Investment Capital Opportunity (Epico), distribuito in esclusiva dal Gruppo Unicredit e la cui componente di private equity è gestita in delega proprio da Neuberger Berman, mentre la componente costituita da strumenti liquidi di natura monetaria e titoli di debito societari, quotati e non quotati, è gestita direttamente da Amundi Private Equity Funds. Il veicolo ha un ciclo di vita di 7 anni ed è disponibile in diverse classi di azioni, di cui la A e la E presentano soglie minime di ingresso rispettivamente di 11 mila e 100 mila euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Amundi e Unicredit avevano già lanciato insieme un primo Eltif nel febbraio 2020: l’Amundi Eltif Leveraged Loans Europe (Amundi ELLE), gestito da Amundi (si veda altro articolo di BeBeez), la cui prima finestra di sottoscrizione si era chiusa nel marzo successivo (si veda altro articolo di BeBeez). Ma si trattava di uno strumento pensato per i clienti con patrimoni tra 1 e 2 milioni di euro.
In generale, è un momento di forte accelerazione per l’attività degli Eltif. Lo scorso novembre 2021 quello promosso da Cordusio Sim ed Equita, Smart Capital Eltif, aveva annunciato il primo closing a 50 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Sempre a novembre l’Eltif gestito in tandem da Muzinich e Azimut, AZ Eltif Capital Solutions, aveva partecipato al finanziamento, per la parte debito, da 18 milioni di euro della seteria comasca Canepa, oggi in uscita da una lunga crisi finanziaria (si veda altro articolo di BeBeez). Ancora a novembre 2021 Kais Renaissance Eltif, promosso da Kairos Partners sgr, aveva investito circa 3 milioni euro in Star7, punto di riferimento a livello internazionale nel settore dell’informazione di prodotto (si veda altro articolo di BeBeez). L’Eltif era stato sottoscritto fra settembre 2020 e il 31 marzo 2021 (si veda altro articolo di BeBeez), dopo il lancio del novembre 2019 (si veda altro articolo di BeBeez).
Senza ovviamente dimenticare l’intensa attività di ALICrowd, lanciato da Azimut nel marzo 2020: il primo Eltif di venture capital che consente agli investitori privati di accedere alle più interessanti startup e pmi innovative, protagoniste dello sviluppo tecnologico industriale e digitale made in Italy e che utilizza la piattaforma di crowdfunding Mamacrowd per selezionare le società in cui investire (si veda altro articolo di BeBeez). Azimut e Mamacrowd avevano poi annunciato il lancio del fondo ALICrowd2, con un target di raccolta di 35 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).