Quanto costano gli infortuni sui bilanci delle squadre di calcio dei principali campionati? Tanto. E le cifre stanno pure crescendo. A calcolarlo è un report appena uscito del broker assicurativo britannico Howden, che ha stilato la terza edizione del suo report Howden Men’s European football injury index. Qui la società analizza l’effetto degli infortuni sulle 98 squadre dei cinque principali campionati europei nella stagione 2022/23.
Il broker è molto impegnato nel settore avendo una divisone interna di specialisti, “Sport & Entertainment”, che offre consulenza dedicata a tutte le realtà operanti nei due comparti, relativamente alla gestione dei rischi e al loro trasferimento sul mercato assicurativo e riassicurativo, occupandosi inoltre di assistenza e amministrazione dei sinistri.
Ricordiamo che Howden è controllato dai fondi private equity General Atlantic (dal 2013) e HG Capital (nel capitale dal 2021), assieme alla Caisse du Depot et Placement du Quebec (che ha investito nel 2018) e che in Italia ha una importante presenza (si veda altro articolo di BeBeez), dopo aver delistato da Piazza Affari il broker Assiteca nel 2022 e dopo aver rilevato Assimovie e Wide Care Services, Nord Est Insurance Broker e ASI Insurance Broker, Tower spa,e Andrea Scagliarini spa.
Risultato: nonostante la diminuzione del numero di infortuni complessivi (escluso il Covid-19) nella stagione 2022/23, i costi degli infortuni sono aumentati di quasi il 30% ovvero da 553,62 a 704,89 milioni di euro nei cinque principali campionati europei maschili. Quindi il costo complessivo degli infortuni (escluso il Covid-19) è aumentato di 280,53 milioni di euro rispetto alla stagione 2020/21. E, secondo Howden, la colpa è stata della Coppa del Mondo FIFA in Qatar: la competizione avrebbe infatti aumentato in generale della gravità degli infortuni per i giocatori, che hanno trascorso in media 8 giorni in più in tribuna nei tornei nazionali dei mesi successivi.
A causa di lesioni e traumi in particolare a caviglia (170%), polpaccio/tibia (200%) e bicipite femorale (130%) l’assenza dai campi di gioco si è prolungata dagli 11,35 di media dell’ottobre 2022 ai 19,41 di gennaio 2023, con relative perdite e danni per i rispettivi club.
Nonostante il numero complessivo di infortuni sia diminuito in assoluto, Premier League inglese e la Bundesliga tedesca (che avevano rispettivamente il 23,6% e il 14,8% dei calciatori impegnati nel Mondiale) hanno registrato l’impatto maggiore sui tassi di infortunio. Ma il rapporto analizza in dettaglio anche la Liga spagnola, la Ligue 1 francese e la nostra Serie A.
Il campionato italiano ha registrato in tutto 655 infortuni a fronte degli 835 della stagione precedente, per una inattività salita però a 22,31 giornate contro 18,08. Tra le numerose statistiche riportate e divise per squadra, età e ruolo dell’infortunato, tipologia e durata di infortunio, c’è anche il costo complessivo degli infortuni che, tra tutte e 20 i team partecipanti, ammonta a 99,28 milioni.
Il broker ha poi calcolato i costi complessivi degli infortuni per i club che si sono piazzati ai primi cinque posti nei cinque campionati europei maschili. Questa cifra ammonta a un totale di 342,67 milioni di euro con i club che hanno subito un totale di 1140 infortuni nel corso della stagione, il che equivale a 300 mila euro per ogni infortunio.
Se si analizzano i numeri per campionato, la Premier League inglese è in testa con con un costo totale degli infortuni pari a 111,78 milioni di euro (98,92 milioni di sterline) suddiviso tra i primi cinque club, quasi il doppio della Liga (56,08 milioni di euro). Ciò significa che la Premier League inglese ha rappresentato la percentuale maggiore del costo complessivo degli infortuni nei primi cinque campionati – il 33% – ma le prime cinque in Germania hanno registrato un numero maggiore di infortuni (316 contro 285), anche se con un costo inferiore di 35 milioni di euro. Le prime cinque classificate in Francia hanno registrato il minor numero di infortuni 158, circa 32 infortuni per squadra e otto in più rispetto alle spagnole (40). A prima vista, le cifre per i primi cinque club italiani sembrano sproporzionatamente basse. Tuttavia, ciò può essere spiegato dal fatto che la Juventus non è riuscita ad arrivare tra le prime cinque, concludendo la stagione al 7° posto dietro la Roma.
In Spagna, il Real Madrid ha accumulato il maggior numero di infortuni (72), il doppio rispetto ai rivali del Barcellona (36). I Blancos hanno rappresentato il 21,49% del costo degli infortuni in tutta la Liga. In Italia nella Serie A, il Lecce neopromosso è sopravvissuto con un budget significativamente limitato e contro le previsioni ed è riuscito a mantenere bassi i livelli di infortuni per tutta la campagna: 19 infortuni complessivi a un costo medio di soli 60.000 euro per infortunio subito.
E per le squadre italiane, la Juve ha pagato cari i 71 infortuni con cui ha dovuto fari i conti a margine della kermesse internazionale vinta dall’Argentina di Messi. I problemi fisici eraditati sono costati 19,34 milioni di euro. Più in generale, nella classifica degli infortuni successivi al Mondiale, parametrata a quella finale della Serie A, il Napoli è a quota 31, la Lazio a 22, l’Inter a 38, il Milan a 52, l’Atalanta a 37, la Roma a 53 e, come detto, la Juventus a 71. La Juve ha pagato in media 270mila euro a infortunio.