Il 2020 è stato un grande anno per i fondi di private equity italiani che hanno condotto disinvestimenti. Kpmg, infatti, sulla base dei dati forniti da AIFI, ha calcolato una performance di ben il 32,1% dal 21,3% del 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), il dato più alto degli ultimi 15 anni. Il dato è relativo al cosidetto Irr lordo from inception, cioé il tasso interno di rendimento lordo delle operazioni disinvestite nel 2020, che misura la performance annuale nel periodo in cui i fondi hanno mantenuto i loro investimenti in portafoglio, indipendentemente da quando è stato effettuato l’investimento iniziale (si veda qui il comunicato stampa e qui il report completo).
Il calcolo è basata sull’analisi del rendimento lordo di 56 operazioni di disinvestimento realizzate nel 2020 ed effettuate da 26 operatori, che hanno determinato un controvalore record incassato dai private equity, pari a circa 5,3 miliardi di euro.
La performance positiva del 2020 è stata determinata dai rendimenti particolarmente positivi dei mega deal e dai disinvestimenti che hanno come target aziende di medie e grandi dimensioni. Si tratta in prevalenza
(64% dei casi) di società entrate nel portafoglio dei fondi in media negli ultimi 5 anni, un trend positivo che si conferma per il terzo anno consecutivo.
Un dato rilevante, però, che attesta l’incertezza connessa alla pandemia nel 2020, è l’aumento significativo delle svalutazioni (cosiddetti Write Off), in totale 18 operazioni, ben 10 in più rispetto al 2019, di cui 16 totali (cioé svalutazione del 100% del valore dell’investimento) e due parziali (cioé. svalutazione pari ad
almeno l’80% del valore dell’investimento).
A conferma del trend osservato negli anni precedenti, i rendimenti più elevati si registrano nelle operazioni di disinvestimento di target in fase di Development (38,2%) e nelle operazioni di Management Buy Out, MBO/MBI (30,4%).
Invece, i disinvestimenti “Early Stage”, che riguardano le aziende nelle prime fasi del loro ciclo di vita, storicamente interessati da elevata volatilità, nel 2020 hanno interrotto il trend di rendimenti positivi osservati negli ultimi 4 anni, registrando una redditività media negativa.
Si stima, infine, che nel decennio 2011-2020 gli operatori di private equity abbiano investito complessivamente circa 30 miliardi di euro in Italia.
Per Max Fiani, partner KPMG e autore dell’analisi: “Lo shock economico causato dall’emergenza sanitaria ha rallentato l’attività degli operatori di private equity e di venture capital principalmente nel primo semestre 2020. Tuttavia, nel mercato italiano gli operatori di maggiore dimensione si sono contraddistinti per una crescente attività, realizzando elevati rendimenti attraverso poche operazioni di grandi dimensioni, e, come di solito accade nel nostro Paese, i grandi deal hanno influenzato in modo significativo i rendimenti e le performance di tutto il mercato italiano del private equity”.