Arduino, scaleup con sede a Lugano ma radici a Ivrea, specializzata nella produzione di schede open source per progetti di elettronica, ha raccolto un round di finanziamento di serie B da 32 milioni di dollari guidato dall’investitore globale nel deep tech Robert Bosch Venture Capital (RBVC), affiancato dal produttore di semiconduttori giapponese Renesas Electronics Corporation, dal venture capital Usa specializzato in tech, Anzu Partners; e dal partner tecnologico Arm (si veda qui il comunicato stampa).
Arduino è stata fondata nel 2005 da David Cuartielles, David Mellis, Gianluca Martino, Massimo Banzi e Tom Igoe all’interno dell’Interaction Design Institute di Ivrea. Successivamente Arduino era stata al centro di una disputa legale tra i cofondatori, dopo che Gianluca Martino aveva cambiato nome alla Smart Project, azienda di Strambino (Torino) cofondata una decina di anni fa dallo stesso Martino e che fabbricava la stragrande maggioranza delle schede Arduino. Martino aveva ribattezzato la società Arduino srl e ne aveva affidato il timone a Federico Musto, imprenditore noto nel settore ma estraneo al gruppo dei founder, senza il consenso di Arduino CC, che aveva sede in Svizzera, di cui cofondatore e ceo era Massimo Banzi. La disputa è stata poi risolta nel 2017 con l’acquisto del 100% di Arduino AG, la società che possiede tutti i marchi Arduino, da parte della BCMI, società che fa capo agli altri quattro cofondatori (Massimo Banzi, David Cuartielles, David Mellis e Tom Igoe), con amministratore delegato Fabio Violante e il supporto di Arm come partner tecnologico (si veda qui il comunicato stampa di allora).
Nata come strumento di facile utilizzo per la prototipazione veloce, rivolto a studenti senza un background in elettronica e programmazione, l’attività di Arduino nel corso degli anni si è ampliata per offrire strumenti per la formazione e per i professionisti. Oggi l’ecosistema Arduino include un’ampia gamma di partner e clienti e ora l’azienda ha puntato a potenziare una nuova generazione di ingegneri professionisti con applicazioni su scala aziendale. L’obiettivo della scaleup è infatti ora fornire le proprie soluzioni non solo ai maker e agli studenti, ma anche a una nuova generazione di ingegneri professionisti con applicazioni su scala aziendale
Massimo Banzi, co-fondatore, presidente e CMO di Arduino, ha commentato: “Gli ingegneri delle generazioni Gen Z e Millennial sono cresciuti utilizzando le schede Arduino nei programmi STEM in tutto il mondo e si sono abituati all’accessibilità, alla semplicità e alla potenza dell’hardware, del software e dei servizi cloud open source dell’azienda. Ora stanno portando quelle richieste nell’impresa mentre entrano nella forza lavoro”.
Fabio Violante, amministratore delegato di Arduino, ha aggiunto: “Il modo in cui le aziende risolvono le sfide contemporanee e identificano nuove opportunità di business si sta evolvendo rapidamente man mano che una nuova generazione di ingegneri entra nella forza lavoro in numero sempre maggiore. Con questo investimento stiamo sviluppando e offrendo una nuova gamma di soluzioni aziendali dedicate per innescare questa trasformazione”.
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