La proptech Casavo, piattaforma di nuova generazione per vendere e comprare casa in Europa, si è assicurata un mega-round di finanziamento di Serie D da ben 400 milioni di euro, tra equity e debito, il più grande finanziamento di sempre nel settore proptech in Europa (si veda qui il comunicato stampa).
Il round comprende un investimento di 100 milioni di euro di equity, guidato da Exor, già nel capitale di Casavo dallo scorso anno, a cui si sono affiancati sia nuovi investitori, tra i quali Neva sgr (Gruppo Intesa Sanpaolo), Endeavor Catalyst, Hambro Perks, Fuse Ventures Partners e vari angel investor come Sébastien de Lafond (fondatore di MeilleursAgents); sia i principali investitori già nel capitale della scaleup e cioé Greenoaks, Project A Ventures, 360 Capital, P101 sgr, Picus Capital e Bonsai Partners.
Quanto alla quota di venture debt, da 300 milioni di euro, è stata raccolta anche questa volta attraverso una cartolarizzazione, con Intesa Sanpaolo, Viola Credit (lo stesso fondo che ha finanziato di recente per 17 milioni anche la proptech Habyt, si veda altro articolo di BeBeez) e altri importanti istituti di credito che hanno sottoscritto le note asset-backed partly-paid e che si uniscono quindi a Goldman Sachs e a D.E. Shaw & Co, sottoscrittori delle note delle due precedenti cartolarizzazioni, condotte lo scorso anno.
Ricordiamo, infatti, che Casavo nel marzo 2021 aveva raccolto un round di finanziamento in venture debt da 150 milioni di euro sottoscritto da Goldman Sachs contestualmente a un round di equity da 50 milioni, guidato da Exor Seeds. Il debito era stato strutturato appunto nella forma di cartolarizzazione, con emissione di titoli in tre classi, senior, mezzanine e junior, e con Goldman che aveva sottoscritto le senior e le mezzanine, mentre Casavo aveva sottoscritto le junior e svolge anche il ruolo di asset manager nell’operazione (si veda altro articolo di BeBeez). Nel dicembre 2021, poi, anche Alkali Fund IV, gestito da D.E. Shaw, hedge fund americano fondato nel 1988 da David E. Shaw e basato a New York, ha finanziato Casavo, questa volta per supportarne lo sviluppo in Spagna. Il finanziamento è stato sempre strutturato come cartolarizzazione, con il fondo che ha sottoscritto titoli asset backed mezzanini, mentre Casavo ha sottoscritto i titoli junior e Goldman Sachs ha erogato una linea di credito. Il tutto per 40 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo quanto risulta a BeBeez, del totale di 300 milioni di euro di debito del nuovo round, 190 milioni rappresentano un’estensione della cartolarizzazione che passa dagli attuali 190 milioni a 380 milioni. Mentre i 110 milioni di euro residui sono invece costituiti da facility che non rientrano nel perimetro della cartolarizzazione. A completare il quadro dei funding sul fronte debito di Casavo ci sono poi anche 10 milioni di euro di vecchie linee ancora attive. Il tutto, quindi, per un totale di 500 milioni di euro di capitali a disposizione di Casavo per scalare l’attività di acquisizione immobiliare per i prossimi anni.
Il cfo di Casavo, Giuseppe Caputo, intervenendo nel maggio 2021 al Caffè di BeBeez in aroma web dedicato alle cartolarizzazioni (si veda altro articolo di BeBeez), aveva già anticipato che la scaleup puntava a una raccolta di debito di circa 500 milioni di euro sino a inizio 2024, per supportare la crescita esponenziale del business. E a fine giugno, intervenendo al webinar dedicato al settore, organizzato da BeBeez per Assofintech in collaborazione con Assoimmobiliare (si veda qui il video del webinar), aveva specificato che, visto il tasso di crescita del portafoglio di immobili, Casavo sarebbe tornata a breve sul mercato per “finanziare le sue attività di instant buying per altri 150 milioni di euro” (si veda altro articolo di BeBeez). “Dall’inizio dell’attività (nel 2017, ndr) abbiamo raccolto circa 450 milioni di euro dagli investitori tra equity e debito e abbiamo chiuso 2700 transazioni su immobili residenziali, che abbiamo acquistato e ristrutturato per poi metterli in vendita”, ha detto Caputo al webinar Assofintech, aggiungendo: “Nei prossimi 12 mesi raccoglieremo altro debito per finanziare la crescita in Italia, Spagna e Portogallo e per espanderci in un altro paese nel 2023, oltre che per investire ancora in tecnologia”.
“Siamo felici di rafforzare la nostra relazione con Exor dopo il loro investimento iniziale dello
scorso anno, e di dare il benvenuto a tutti i nuovi investitori a fianco dei nostri attuali azionisti”
ha commentato Giorgio Tinacci, fondatore e ceo di Casavo, che ha aggiunto: “Questa operazione straordinaria è il riconoscimento della nostra continua attenzione alla crescita sostenibile e della nostra
strategia di lungo termine. Questo round ci consentirà di consolidare la nostra leadership in Europa attraverso ulteriore crescita in Italia, Spagna e Portogallo, e ci permetterà di espandere il nostro business in nuovi mercati, con la Francia come priorità. Continueremo a investire nella nostra missione di semplificare il modo in cui le persone vendono e comprano casa, proseguendo il percorso di evoluzione da Instant Buyer a marketplace residenziale di nuova generazione”.
Noam Ohana, managing director di Exor Seeds, ha aggiunto: “Casavo sta diventando leader indiscusso in Europa nel settore PropTech e siamo entusiasti di continuare il viaggio con Giorgio. Nonostante le turbolente condizioni del mercato, il team ha lavorato molto bene fino a oggi e siamo ottimisti per il futuro”.
Ricordiamo che Exor Seeds, braccio di venture capital di Exor, la holding della famiglia Agnelli, quotata a Piazza Affari, aveva come detto guidato il round di equity da 50 milioni di euro di Casavo nel marzo 2021, al quale avevano partecipato anche Greenoaks Capital, Project A Ventures, 360 Capital e Picus Capital, già investitori nei precedenti round di finanziamento. Tra i nuovi investitori in Casavo rientravano poi P101 e Italia 500 di Azimut Libera Impresa sgr (gestito in delega sempre da P101) e Bonsai Partners, fondo di venture capital spagnolo che investe in realtà tecnologiche in tutta Europa (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul fronte del debito, prima delle cartolarizzazioni, Casavo era ricorsa solo al venture debt diretto, nel senso che nel febbraio 2020 aveva emesso un minibond da 5 milioni di euro, sottoscritto interamente dal fondo Amundi Progetto Italia gestito da Amundi sgr spa (si veda altro articolo di BeBeez); e nel giugno 2019 aveva incassato un direct lending da 25 milioni di euro da parte di un importante fondo internazionale con focus sul settore tecnologico (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ottobre 2019 altri 30 milioni di euro erano stati raccolti, sempre come venture debt diretto, nell’ambito di un round più ampio comprendente anche 20 milioni di euro in equity, coordinato da Greenoaks Capital, società di investimenti di San Francisco, che aveva già investito in note società tech come Coupang, Brex, Deliveroo, Robinhood, Sonder e Discord (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre nel 2019 Casavo aveva incassato a febbraio un round di serie A equity di circa 7 milioni di euro, guidato da Project A Ventures (si veda altro articolo di BeBeez). A quel round avevano partecipato anche investitori che avevano già sostenuto Casavo, come Picus Capital, con sede a Monaco, e i fondo 360 Capital Partners. Avevano partecipato al round del febbraio 2019 anche Kervis Asset Management, Boost Heroes (holding di partecipazioni guidata da Fabio Cannavale), Marco Pescarmona (fondatore e presidente del Gruppo MutuiOnline) e Rancilio Cube, il family office e gruppo di impact investing fondato a Milano dalla famiglia Rancilio. Picus Capital lo scorso settembre è uscito dal capitale: ha infatti ceduto la sua quota a Linus Digital Finance, investitore tedesco specializzato nel settore immobiliare.
(Articolo modificato alle ore 12.50 del 22 luglio 2022 – si precisano i dettagli della struttura del debito di Casavo)