Dopo aver chiuso un round di investimento da 5 milioni di euro a maggio 2022 (si veda altro articolo di BeBeez) sottoscritto interamente dal fondo Primo Space, gestito da Primo Ventures sgr, (ossia l’ex Primomiglio sgr), Apogeo Space, (ex GP Advanced Projects), azienda italiana specializzata nella progettazione e realizzazione di nano-satelliti, annuncia l’avvenuto rilascio del primo lotto di nove pico-satelliti, come da previsione del piano industriale.
Nel dettaglio, Apogeo Space, nome dell’azienda che mantiene il Dna e la mission della precedente GP Advanced Projects, grazie all’intervento di Primo Space si è infatti posta l’obiettivo di realizzare una costellazione di satelliti in miniatura (pico-satelliti) in grado di garantire connettività a dispositivi Internet of Things (IoT) a livello globale. E, come già si leggeva su BeBeez, la messa in orbita del primo blocco di satelliti sarebbe avvenuta a fine 202. Apogeo Space infatti ha utilizzato il nuovo apporto di capitali per consolidare la struttura tecnico-commerciale, realizzare gli sviluppi necessari alla produzione seriale dei satelliti della costellazione ed effettuare i lanci dei primi satelliti che saranno rilasciati a blocchi di 9 per volta. Ed ecco, lanciati in orbita l’11 novembre con il vettore Falcon 9 di SpaceX e da pochissimo rilasciati dall’OTV (Orbital Transfer Vehicle) di D-Orbit, i primi nove pico-satelliti saranno in grado di garantire una copertura globale e frequente.
La società fa sapere che “il lancio dei successivi pico-satelliti accorcerà sempre di più il revisit time aumentando la frequenza e la qualità del servizio, oltre ad introdurre nuove funzionalità quali la comunicazione bidirezionale”.
La messa in orbita dei primi nove satelliti è avvenuta grazie a D-Orbit, scaleup italiana specializzata in logistica aerospazionale con sede principale a Fino Mornasco (CO), dove è appena entrata Marubeni, una potenza nel settore industriale giapponese che ha assunto il ruolo di lead investor in un round di finanziamento di Serie C che dovrebbe superare complessivamente i 100 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Tornando ad Apogeo, la novità è anche che il prossimo lancio di Apogeo Space è previsto a marzo 2024 con Momentus (US) e di seguito è pianificato un lancio ogni 3-4 mesi, ognuno sempre composto da nove satelliti delle dimensioni di 10x10x3 cm, per la realizzazione della prima costellazione privata italiana di telecomunicazioni per IoT, che verrà completata entro il 2027, quando saranno 96 i pico-satelliti attivi in orbita.
Il ceo e co-fondatore di Apogeo Space, Guido Parissenti, racconta a BeBeez: “È una grande emozione per noi e motivo di orgoglio il rilascio del nostro primo lotto di satelliti, un progetto che parte da lontano. Ci sono voluti anni di progettazione e sperimentazione che grazie al supporto in primis del fondo Primo Space hanno potuto trovare concretezza industriale. Guardiamo al futuro con entusiasmo, con l’obiettivo di dare un contributo importante nel mondo delle telecomunicazioni per IoT”.
La realizzazione del primo importante tassello del progetto, sviluppato in questo caso da una filiera completamente italiana, rafforzerà ancor di più il ruolo dell’Italia nella space economy e specificatamente nelle costellazioni per telecomunicazione e costellazioni pico-satellitari, ambiti nei quali Apogeo Space vuole essere la prima azienda italiana in grado di competere nel panorama internazionale nel campo delle
telecomunicazioni per IoT.
Il progetto di Apogeo Space ha solide basi. Nell’aprile 2021 infatti l’azienda aveva annunciato la riuscita del lancio di FEES (Flexible Experimental Embedded Satellite), con le stesse dimensioni compatte dei pico-satelliti appena rilasciati e precursore dello sviluppo tecnologico. A questo è seguito il rilascio di un secondo satellite FEES2, a gennaio 2022, il più piccolo satellite mai rilasciato dalla Stazione Spaziale Internazionale.
Apogeo Space mira infatti a creare la sua costellazione di pico-satelliti in orbita bassa (LEO – Low Earth Orbit) per offrire una copertura di telecomunicazioni globale e una gamma completa di servizi avanzati. Questi servizi includono la raccolta dati per una varietà di applicazioni, dal settore agri-tech alla logistica integrata, dal monitoraggio delle foreste e dei ghiacciai dall’Oil & Gas, dai grandi bacini idrogeologici alle reti e alle infrastrutture.
L’istituto di ricerca tedesco Statista stima per il 2030 una diffusione di circa 30 miliardi di devices IOT connessi nel mondo (con una crescita costante annuale media di 2 miliardi da qui ad allora).
Racconta Mattia Cerutti, responsabile dell’IoT Lab del Politecnico di Milano: “Complessivamente, si stima un valore di mercato di quasi 3 miliardi da qui al 2027. E il tasso di crescita stimato (CAGR) del mercato globale è tra il 14% e il 22%. L’Europa intercetta il 24% del mercato mentre l’Italia ha percentuali bassissime, del 2-3% e quindi in Italia il potenziale è enorme”. E conclude: “Lo dimostra il fatto che, diversamente dal passato, quando lo spazio era predominio di agenzie spaziali pubbliche, da circa vent’anni ci sono anche molti finanziamenti privati”.
Spiega a BeBeez Stéphane Klecha, co-fondatore e managing partner di Klecha & Co Investment Bank: “Questo settore sta vivendo una crescita straordinaria. Dal 2014 al 2022 parliamo di un CAGR del 45% annuo e il 2022 ha superato il miliardo di euro di investimento con 110 operazioni mentre i numeri del 2021 erano, rispettivamente, 600 milioni e 90 operazioni. L’80% del miliardo è realizzato da fondi di VC, il 12% dal financing (banche e investitori istituzionali), il 6% da buyer strategici. Stiamo poi assistendo al crescente interesse nei confronti delle agenzie spaziali europee da parte di investitori US based”. E continua: “Quanto ai VC, sta aumentando la quota di investimenti early stage e anche quella dei late stage”.
E nel futuro? Conclude Parissenti: “Al momento siamo focalizzati sull’implementazione della nostra infrastruttura. Più avanti senza dubbio ragioneremo sull’apertura di uffici a livello internazionale. Guardiamo a East Asia, Sud America e Usa. In generale puntiamo a paesi o ad aree dove ci sono difficoltà in termini di connettività e quindi c’è spazio di operare”.