Il fondo Vertis Venture 5 Scaelup (VV5), lanciato lo scorso aprile da Vertis sgr (si veda altro articolo di BeBeez), ieri ha effettuato il primo closing a 35,3 milioni di euro e anche annunciato il suo primo investimento (si veda qui il comunicato stampa).
VV5 ha infatti guidato il round da 9,1 milioni di euro di SkinLabo, primo marchio italiano digitale dedicato alla cosmetica. VV5 è lead investor con un conferimento di 4,5 milioni. Giulio Valiante, operating partner della sgr e membro del Comitato Investimenti di VV2, VV4 e VV5, rappresenterà Vertis nel Consiglio di amministrazione di SkinLabo. La notizia era attesa: il ceo di Vertis Amedeo Giurazza lo scorso aprile aveva infatti anticipato l’imminente investimento in un e-commerce della cosmetica (si veda altro articolo di BeBeez)
L’investimento in SkinLabo è stato sottoscritto anche da investitori qualificati e business angel italiani tra i quali Immobiliare.it e Angelomario Moratti, erede della famiglia proprietaria della Saras. Lo studio legale Alma STA ha assistito Vertis nella definizione degli aspetti legali e regolamentari sia per la costituzione di VV5 sia nel round di investimento in SkinLabo. KPMG ha realizzato per Vertis la due diligence contabile, fiscale ed ESG di SkinLabo.
SkinLabo, fondata da Angelo Muratore a fine 2016 a Torino, ha finora raccolto circa 17 milioni a supporto della crescita. L’ultimo round prima di questo risale all’aprile 2020, quando lo startup ha incassato 1,7 milioni di euro. Tra i nuovi soci rientravano l’investment club dell’Università LUISS di Roma, LUISS Alumni 4 Growth, e Maire Investments, lla società d’investimenti del family office della famiglia Di Amato, attiva in Italia e all’estero in diversi settori, con un’attenzione specifica alle startup innovative e un approccio imprenditoriale a sostegno dello sviluppo tecnologico (si veda altro articolo di BeBeez). Inoltre nel settembre 2019 la startup aveva raccolto 1,15 milioni di euro da vari business angel e dal Club degli Investitori, il primo investitore istituzionale a entrare nel capitale della società (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza, nel settembre 2018, SkinLabo aveva incassato un round da 500 mila euro da vari business angel (si veda altro articolo di BeBeez). Tra questi figuravano due nomi noti del mondo del private equity e del beauty italiano: Walter Ricciotti, fondatore e ceo di Quadrivio Group, e Stefano Gaetani, già amministratore delegato di Labotatorie Bioderma-Naos Group e per oltre 10 anni top manager nella divisione cosmetica del gruppo LVMH Italia. In precedenza, la startup aveva annunciato un round da 200 mila euro nel gennaio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez) e aveva raccolto ancora prima altri 400 mila euro.
Oggi SkinLabo è presente in tutta Europa con 20 store online dedicati in lingua locale e numeri in continua crescita. I clienti attivi sono circa 900 mila e crescono con un ritmo di 70 mila al mese, la previsione di fatturato per il 2021 è di 15 milioni, con oltre un milione di clienti in 20 mercati europei. È prevista inoltre a breve l’apertura dello store digitale e l’avvio delle vendite negli USA e in Russia.
I capitali raccolti saranno utilizzati per l’esansione internazionale del business e per rafforzare il team con nuove assunzioni. Sono inoltre previsti investimenti in IT (innovative piattaforme di CRM), in ricerca e sviluppo e per il potenziamento delle attività di marketing communication e brand awareness.
Muratore, che è anche ceo di SkinLabo, ha dichiarato: “Grazie al supporto dei nostri investitori saremo ancora più determinati nel raggiungimento degli obiettivi del nostro piano industriale, che prevede a fine 2025 di superare i 100 milioni di fatturato e i 4 milioni di clienti attivi tra Europa e Stati Uniti. Questi importanti attori hanno riconosciuto in SkinLabo un’eccellenza nelle innovative attività di digital marketing volte all’acquisizione di nuovi clienti e alla loro fidelizzazione”.
Ha commentato Giurazza: “SkinLabo ha un management team di grande esperienza, una proposta commerciale innovativa e competitiva, in un settore come quello della cosmetica in forte espansione e in cui l’Italia è leader nel mondo. Abbiamo accelerato l’avvio di VV5 per portare a termine questa prima importante operazione di investimento e stiamo già lavorando su nuovi dossier di investimento”.
Quanto al fondo VV5, dopo il primo closing la raccolta resterà aperta fino a luglio 2022 con un target di 100 milioni. VV5 è il quinto fondo di venture capital di Vertis e il terzo dedicato a sostenere le imprese innovative in fase avanzata di sviluppo, già presenti sul mercato con i propri prodotti o servizi e ad alto potenziale di crescita, anche a livello internazionale. VV5 è nato grazie al supporto dell’anchor investor Cdp Venture Capital sgr, con un impegno tra 20 e 25 milioni (si veda altro articolo di BeBeez) attraverso il Fondo di Fondi (FoF) VenturItaly e il Fondo di co-investimento MISE, al fianco della Fondazione di Sardegna e di diversi imprenditori e professionisti. Per Cdp Venture Capital sgr l’operazione è stata seguita da Cristina Bini e Simona Corno, rispettivamente responsabile e senior investment manager del FoF VenturItaly.
Enrico Resmini, ceo e direttore generale di Cdp Venture Capital sgr, ha spiegato: “L’investimento in Vertis Venture 5 Scaleup rappresenta per Cdp Venture Capital sgr l’opportunità di supportare la crescita di un gestore consolidato del venture capital italiano con una forte presenza anche nelle regioni del sud Italia.”
Il closing del fondo VV5 è arrivato in ritardo rispetto alle aspettative iniziali: Giurazza lo scorso aprile aveva infatti stimato un primo closing a quota 40-50 milioni per inizio giugno (si veda altro articolo di BeBeez). Il nuovo fondo ha l’obiettivo di investire 3-7 milioni di euro in 14-15 giovani aziende, per quote di minoranza intorno al 20-25%. L’orizzonte temporale dovrebbe essere tra 4 e 5 anni, ma potrebbe essere più lungo. Per il 2021 Il fondo prevede di concludere tre investimenti per un totale di 9 milioni di euro, di cui 2,5 milioni in una società meridionale di giochi elettronici antro ottobre, e 2 milioni in una società di cybersecurity nell’Italia centrale entro fine anno. Il veicolo punta a un rendimento annuo dell’11-12%, con un ritorno complessivo di 1,8 volte il capitale investito.
Vertis sgr aveva lanciato Vertis Venture 4 Scaleup Lazio (VV4), il quarto fondo di venture capital, nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez), per coinvestire parallelamente al fondo Vertis Venture 2 Scaleup in progetti imprenditoriali laziali legati a tecnologie Industria 4.0 e alla digital transformation: robotica, meccatronica, automazione, big data, intelligenza artificiale e tecnologie digitali. L’anchor investor del fondo IV, che ha raccolto 8,1 milioni, è Lazio Innova, che, attraverso il fondo di fondi Lazio Venture, investe i fondi strutturali europei 2014-2020 della Regione Lazio per sviluppare le scaleup laziali. Quanto al fondo Vertis Venture 2 Scaleup, era stato lanciato a inizio 2017 e aveva annunciato il primo closing a 30 milioni nell’agosto di quell’anno, grazie all’impegno del fondo di fondi di Fondo Italiano d’Investimento sgr (si veda altro articolo di BeBeez). In totale il fondo ha poi raccolto 35,9 milioni di euro.
Il terzo fondo, Vertis Venture 3 Technology Transfer, era stato invece lanciato nel settembre 2017 (si veda altro articolo di BeBeez) grazie all’investimento di ITATech, la piattaforma di investimento finanziata da Cdp e dal FEI con una dotazione iniziale di 200 milioni di euro. Il fondo era stato il primo a essere finanziato dalla piattaforma finalizzata a trasformare progetti di ricerca e di innovazioni tecnico-scientifiche pubbliche e private in nuove imprese ad alto contenuto tecnologico, lanciata a fine 2016 (si veda qui altro articolo di BeBeez). Vertis Venture 3, che ha raccolto un totale di 40 milioni di euro, è stato anche il primo fondo in Italia interamente dedicato alla realizzazione di investimenti nell’ambito del trasferimento tecnologico ed è gestito con l’advisory esclusiva di Venture Factory. Il primo fondo di venture capital di Vertis aveva invece chiuso la raccolto a 25 milioni di euro nel 2009.
In precedenza Vertis aveva operato nel mercato del private equity con due fondi: Vertis Capital (40,5 milioni, lanciato nel dicembre 2008) e Vertis Capital Parallel (15,3 milioni, costituito per accogliere l’impegno del fondo di fondi di private equity di Fondo Italiano d’Investimento sgr nel dicembre 2011). Ricordiamo che attualmente Vertis sta cercando dei compratori per Selematic, società campana specializzata nella realizzazione di macchine per l’imballaggio di prodotti preconfezionati per il settore alimentare (si veda altro articolo di BeBeez).
Nata nel 2009 come società di investimento per il sud Italia, Vertis è controllata oggi al 54% da Amedeo Giurazza e per il 9% dal cofondatore Renato Vannucci. Il resto del capitale fa capo a Maria Elena Giurazza, sorella di Amedeo (4,2%); Giancarlo Di Luggo (14%); Fondazione di Sardegna(10%)e Futura Invest-Fondazione Cariplo (9%).