Proxima Fusion, una startup che progetta centrali a fusione basate sul concetto di stellarator, usato per confinare il plasma caldo con dei campi magnetici al fine di sostenere una reazione nucleare di fusione controllata, producendo così energia, ha completato una raccolta pre-seed da 7 milioni di euro. L’investimento è stato guidato da Plural e UVC Partners, insieme a High-Tech Gründerfonds e Wilbe Group (si veda qui il comunicato stampa).
Proxima Fusion è la prima compagnia spin-out dell’Istituto di fisica del plasma della società Max Planck, che ha costruito e gestisce lo stellarator più avanzato del pianeta, W7-X. Tra i 5 cofondatori della neonata realtà, che punta a realizzare una centrale a fusione prima nel suo genere entro il 2030, ci sono anche gli italiani Francesco Sciortino (ad)e Lucio Milanese (direttore operativo). Nel team che ha creato Proxima ci sono scienziati e ingegneri oltre che del Max Planck IPP anche del MIT di Boston e di Google-X, oltre ad un altro italiano, Andrea Merlo.
Jorrit Lion, cofondatore ed esperto nella modellazione delle centrali basate sul concetto di stellarator, ha commentato: “Ci basiamo su decenni di lungimiranti investimenti del governo tedesco nella tecnologia degli stellarator. È questo investimento che ha creato l’opportunità per Proxima di essere un campione europeo della fusione. Ora sta a noi portare l’energia della fusione sulla rete”.
Martin Kubie, altro co-founder della startup, ha aggiunto: “La fusione è la sfida del nostro tempo. Il nostro compito sarà quello di renderla una realtà commerciale. Nei prossimi 12 mesi, in collaborazione con i suoi partner accademici e industriali, Proxima si concentrerà sul completamento del design concettuale di una centrale a fusione”.
Ian Hogarth, partner di Plural Platform ha dichiarato: “Gli stellarator offrono il percorso più robusto e chiaro verso l’energia da fusione. Il team di Proxima ha l’energia e la velocità di cui abbiamo bisogno. Sono membri di un incredibile ecosistema, con un senso di ambizione entusiasmante che si basa sullo stellarator Wendelstein 7-X, un capolavoro di leadership tecnologica tedesca. L’Europa ha bisogno dell’audacia di questo team e della sua forza di volontà per affrontare le sfide della fusione”.
Infine, Benjamin Erhart, general partner di UVC Partners, ha concluso: “Nei prossimi anni, la questione energetica sarà una delle più importanti per noi. Già oggi sappiamo che abbiamo bisogno di un mix intelligente di fonti energetiche diverse. Gli sforzi di Proxima per la fusione sfruttano i massicci investimenti fatti in Germania per gli stellarator. Siamo convinti che il team sia pronto a cambiare le carte in tavola – per il mondo, e in particolare per la Germania e l’Europa, che hanno urgente bisogno di fonti di energia affidabili oltre all’eolico e al solare”.
Ad aver creduto in Proxima sono stati dunque: UVC Partners, società di early-stage venture capital con sede a Monaco di Baviera e Berlino che investe in start-up europee, dal pre-seed alla serie A, nei settori deep tech, climate tech, hard- e software, e mobilità; Plural, una piattaforma di investimento di venture capital che supporta eccezionali compagnie di tecnologia che affrontano il gap di opportunità e i rischi sistemici; High-Tech Gründerfonds, un investitore tedesco con più di 700 investimenti in startup dal 2005, che sostiene le società che sfidano lo status quo attraverso la tecnologia, la scienza e modelli di business innovativi; e infine, Wilbe, gruppo di venture che supporta scienziati provenienti da importanti istituzioni accademiche nello sviluppo di aziende di tecnologia ad alto impatto attraverso la formazione individuale, la creazione di compagnie, investimenti economici e supporto operativo.