Gianni Versace spa deciderà entro la fine dell’anno chi ammettere nel capitale di Gi.Vi. holding con una quota del 20%. A inizio settimana sono state presentate le offerte agli advisor Goldman Sachs e Banca Imi e nelle prossime settimane sarà delineata una shortlist. Tra gli interessati figurano i fondi Blackstone, Permira, Clessidra, Fondo Strategico Italiano, Qatar Holding, Ardian e CCMP Capital. In passato si era parlato dell’interesse anche dei fondi Kkr, Investcorp, Carlyle e Investindustrial; del gruppo cinese Fosun, da poco entrato come socio di minoranza in Caruso; e della coreana E-Land, proprietaria in Italia di Mandarina Duck e Coccinelle.
Il nuovo azionista di minoranza di Versace entrerà nella maison attraverso un aumento di capitale riservato, e dunque apportando nuove risorse che saranno utilizzato soprattutto a favore dell’espansione retail internazionale (si veda altro articolo di BeBeez). A oggi il capitale di Gi.Vi. holding è nelle mani della famiglia del fondatore Gianni Versace, con Allegra Versace al 50%, Donatella Versace con il 20% e Santo Versace con il restante 30%.
Il gruppo Versace ha chiuso il 2012 con un fatturato consolidato di 408 milioni di euro, in crescita di oltre il 20% sull’anno precedente, e un utile netto di 16,5 milioni, in aumento dell’11% sul 2011. Ma è ovvio che per la valutazione ci si baserà sui numeri prospettici del 2013: le aspettative sono di una crescita dei ricavi 2013 sempre a doppia cifra e di un ulteriore rafforzamento dei profitti.
La maison della Medusa, che nel 2004 era sull’orlo della bancarotta, ha registrato tra il 2009 e il 2012 un aumento delle vendite di oltre il 50%. Gian Giacomo Ferraris, amministratore delegato dal 2009, ha varato una strategia che ha portato a riacquistare le licenze per mantenere in house la maggior parte del core business, a tagliare un quarto della forza lavoro e rilanciare in particolare il brand omonimo. Così nel 2012 Versace ha raggiunto un ebitda di 70 milioni e un ebit di 44,5 milioni di euro, da un ebit negativo per 2,4 milioni nel 2009. Ecco perché la famiglia Versace ha posto come condizione per le trattative che il gruppo sia valutato almeno un miliardo di euro.