F2i sgr ha annunciato ieri il primo closing del suo terzo fondo a quota 3,14 miliardi di euro, su un target finale di 3,3 miliardi, raggiungibile a inizio 2018 (scarica qui il comunicato stampa).
Il fondo ha scadenza massima nel 2030 e come anticipato nelle scorse settimane eredita mediante fusione le dotazioni patrimoniali del primo fondo F2i, iniziando così la sua attività con un portafoglio infrastrutturale di grandissimo rilievo nel settore aeroportuale, delle reti gas, delle energie rinnovabili solari e del ciclo idrico integrato (si veda altro articolo di BeBeez). La fusione tra i due fondi è stata approvata ieri dall’assemblea degli investitori del primo fondo all’unanimità dei presenti (pari al 98,8% del totale degli investitori).
Il primo fondo ha infatti terminato le risorse a disposizione per nuovi investimenti o per seguire le aziende già in portafoglio, dopo aver richiamato complessivamente dagli investitori 1.823 milioni di euro, con un valore degli asset in portafoglio che a oggi è valorizzato 3,34 miliardi, in crescita dell’83% rispetto al capitale iniziale.
Il primo fondo di F2i sgr, che è stata fondata nel 2007, ha partecipazioni nel settore aeroportuale (controlla gli scali di Napoli, Torino e Alghero, e ha partecipazioni qualificate in Sea Milano e nell’aeroporto di Bologna), nel settore delle rinnovabili, in particolare nel fotovoltaico, dove è il principale operatore in joint venture con Enel, nella distribuzione del gas (2i Rete Gas è il secondo operatore con oltre 4,4 milioni di clienti e 2.200 concessioni in Italia), e nel ciclo idrico integrato (Iren Acqua).
“Abbiamo studiato e realizzato con successo un progetto molto ambizioso. L’obiettivo era di raccogliere nuovi capitali per continuare a sviluppare, in Italia e all’estero, l’importante dotazione infrastrutturale costruita sino ad oggi dal Primo Fondo F2i che ha utilizzato tutte le dotazioni finanziarie a disposizione”, ha dichiarato l’amministratore delegato di F2i sgr, Renato Ravanelli.
Sponsor del primo fondo, che ha chiuso la raccolta nel febbraio 2009 a quota 1.852 milioni di euro, erano stati: Cdp, Intesa Sanpaolo, Unicredit group, Ardian, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti) e Cipag (Cassa previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti).
Tra i principali investitori italiani, hanno confermato un forte sostegno all’iniziativa per il terzo fondo ci sono numerose fondazioni bancarie e casse di previdenza, assicurazioni e istituzioni finanziarie che hanno accompagnato sin dall’origine la crescita di F2i. Nel complesso, gli investitori italiani ed esteri già presenti nel primo fondo hanno deciso di reinvestire nel terzo fondo risorse per circa 1,74 miliardi di euro. A tali risorse si affianca la nuova raccolta per 1,4 miliardi, proveniente da primari investitori esteri, tra cui il fondi pensione, fondi sovrani, asset manager e assicurazioni. Tra questi, secondo indiscrezioni confermate da più fonti, c’è Psp Investments, uno dei maggiori fondi pensione canadesi (assistito nel deal da Nomura per la parte finanziaria e da Clifford Chance per la parte legale), che ha sottoscritto la nuova raccolta per ben 500 milioni. Tra i nuovi investitori c’è anche Gic, il fondo sovrano di Singapore.
Capstone Partners è global placement agent per la raccolta presso nuovi investitori internazionali; Bnp Paribas e Mediobanca sono financial advisor; Chiomenti e Cleary Gottlieb sono consulenti legali.
F2i ha anche lanciato il secondo fondo nel 2014, che ha chiuso la raccolta nel luglio di due anni fa. Il Fondo 2, che controlla E2i Energie Speciali, sta ora completando l’impiego degli oltre 1,2 miliardi a disposizione.
Sponsor del secondo fondo, che ha chiuso la raccolta nel luglio 2015 a quota 1.242,5 milioni di euro, sono invece stati: Cdp, Intesa Sanpaolo, Unicredit group, CIC (China Investment Corporation), NPS (National Pension Service), Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banco di Sardegna, Ente CR Firenze, Compagnia di San Paolo, Inarcassa e Cipag. Il 75% di tali risorse sono già state investite in 6 differenti settori di attività (reti gas, aeroporti, rinnovabili eoliche e da biomassa, reti logiche nel settore della monetica, infrastrutture sanitarie, telecomunicazione).
Il capitale dell’sgr, invece, è controllato da Cdp, Unicredit e Intesa Sanpaolo, ciascuno con il 14%, e da Ardian con l’8,4% e per il resto da fondazioni e casse di previdenza, con molti azionisti che sono anche i sottoscrittori dei fondi F2i. Su questo tema, Ardian ha annunciato lo scorso luglio che avrebbe rilevato le quote dei fondi F2i in portafoglio a Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez).
Ardian peraltro ha investimenti in joint venture con i fondi F2i. Nei giorni scorsi, però, è stata annunciata la cessione di un portafoglio di partecipazioni in asset infrastrutturali per un totale di oltre un miliardo di euro a APG Group e Axa Group (scarica qui il comunicato stampa). All’interno del portafoglio ceduto c’è anche la partecipazione in 2i Rete Gas spa, il gruppo leader a livello nazionale nel settore della distribuzione del gas metano controllato al 72% da F2i tramite i fondi due e tre, che lo scorso ottobre ha annunciato l’acquisizione da Gas Natural Fenosa del 100% del capitale delle due società di distribuzione di gas e servizi Nedgia spa e Gas Natural Italia spa (si veda altro articolo di BeBeez).
Le altre partecipazioni italiane cedute da Ardian all’interno del portafoglio sono quelle in 3 New & Partners (energie rinnovabili) e HISI (Holding di Investimenti in Sanità e Infrastrutture). Le partecipazioni estere cedute da Ardian son invece quelle nella francese LGV Lisea, nella tratta autostradale spagnola Trados M-45, nella rete di telecomunicazione ferroviaria GSM-R della francese Synerail, nella società francese nel settore delle energie rinnovabili Kallista Energy e nella tratta autostradale francese A88.