Per consolidare il traballante settore delle costruzioni ci vorranno oltre 500 milioni di euro. Lo ha fatto capire lo scorso 24 aprile l’amministratore delegato del gruppo Salini Impregilo, Pietro Salini, in occasione dell’assemblea di bilancio. Salini non ha fatto numeri precisi, ma è questa la cifra che circola sul mercato, come somma dei 225 milioni di euro dell’aumento di capitale previsto per Astaldi e di altri 300 milioni circa del prospettato aumento di capitale della stessa Salini, in modo tale da poter finanziare ulteriori acquisizioni. E sarebbe appunto qui , come sottoscrittore dell’aumento di Salini, che interverrebbe Cassa Depositi e Prestiti.
La cifra dei 225 milioni per la ricapitalizzazione di Astaldi è contenuta come noto nella proposta d’intervento su Astaldi da parte di Salini e dei coinvestitori depositata lo scorso febbraio e che porterebbe Salini Impregilo a possedere il 65% del capitale post-aumento di una Astaldi sostanzialmente esdebitata. Sulla base di quella proposta il gruppo di costruzioni quotato a Piazza Affari ha depositato il 14 febbraio la domanda di ammissione alla procedura di concordato preventivo al Tribunale di Roma (si veda altro articolo di BeBeez). A fine 2018 l’indebitamento netto di Astaldi era salito a 2,05 miliardi di euro, contro gli 1,86 miliardi di fine settembre a causa delle escussioni di garanzie subite dal gruppo (si veda qui il comunicato stampa). Il debito comprende il prestito ponte di Fortress Investment da 75 milioni erogato lo scorso febbraio (si veda altro articolo di BeBeez).
Sul tema, il 24 aprile in assemblea Pietro Salini ha commentato: “Astaldi ha una struttura di patrimonio debole che va risolta con aumento di capitale”, aggiungendo che “è necessario che le banche creditrici prendano parte alla ricapitalizzazione con uno stralcio dei crediti del 70% circa e una loro parziale riconversione in capitale”. Salini inoltre ha assicurato che la sua società presenterà il piano definitivo di salvataggio di Astaldi entro il termine previsto del 20 maggio. “Ce la dobbiamo fare, stiamo dialogando, i tempi sono stretti”, ha aggiunto, precisando che in quell’occasione sarà annunciato “tutto quello che serve per l’offerta”.
Nessun commento di Pietro Salini, invece, sul coinvolgimento di Cdp come coinvestitore, che nel febbraio scorso ha inviato una comfort letter al Consiglio di amministrazione di Salini Impregilo a sostegno della sua offerta per Astaldi. La lettera di Cdp è simile a quelle delle banche ed esplicita “l’interesse a esaminare un approfondimento del piano” (si veda altro articolo di BeBeez).
Quanto all’aumento di capitale del suo gruppo, Pietro Salini non ha voluto dare cifre precise: “E’ prematuro: parliamo della necessità di fare un grande player delle costruzioni che possa non solo essere non solo un soggetto consolidante, ma anche un grande attore internazionale, quindi chiaramente le dimensioni di questo aumento di capitale vanno dosate con attenzione per riuscire a costruire un soggetto che abbia una solidità patrimoniale che gli permetta di accedere all’investment grade”. Si calcola, comunque, che un aumento da circa 300 milioni farebbe diluire Pietro Salini al 51%.
L’aumento di capitale di Salini Impregilo sarebbe infatti funzionale al cosiddetto Progetto Italia. In proposito l’amministratore delegato di Salini Impregilo ha detto: “Stiamo cercando di portare avanti un progetto in cui sarà richiesto un aumento anche su Salini Impregilo, un’operazione che sarà funzionale a comprare anche rami industriali di altre aziende. Amalgamando il tutto si creerà un gruppo più forte e redditizio: è il senso del Progetto Italia, cioè l’inizio di un percorso in cui lavoreremo sulla nostra dimensione, cosa che permetterà di distribuire il rischio e spalmare le spese generali. Però in quest’ottica serve anche il supporto del sistema finanziario, dei bondholder e dei soci”. Il Progetto Italia prevede che Salini Impregilo raggiunga una dimensione critica già raggiunta dai suoi concorrenti. “Siamo il primo gruppo industriale privato italiano ma siamo piccolissimi rispetto a tanti altri player mondiali, soprattutto nel nostro settore che è di rischio e dove serve la scala”, ha ricordato Salini.
Come già sottolineato da BeBeez (si veda altro articolo di BeBeez), a proposito di un’operazione di sistema, in molti ritengono infatti che l’acquisizione di Astaldi possa essere il primo passo di una serie di salvataggi che vedranno Salini Impregilo nel ruolo di cavaliere bianco e consolidatore del settore, a partire da Condotte e Trevi.